Si, perché i nomi della seconda cordata sono veri e sono stati fatti lo scorso 9 aprile dall'agenzia di stampa ufficiale del Partito Comunista cinese. Tirati fuori non a vanvera e non a caso, dunque. Quel tentativo apparentemente fallì sull'onda di valutazioni discordanti tra i compagni di cordata sul prezzo fatto da Fininvest e sulla partecipazione offerta da questa, di minoranza. Il tutto si eclissò poi sotto l'onda mediatica di Mr. Bee, ma evidentemente i canali di trattativa non si sono mai essiccati del tutto, perché le buone relazioni dell'intermediario Lee con Berlusconi e con il promotore della cordata stessa, Xi Jinping in persona, hanno alimentato il dialogo. Non ci sono problemi di due diligence, già fatta ancor prima di quella del thailandese, il problema verte sulla partecipazione al club, che questi vorranno di controllo a medio termine (due-tre anni, allora si parlò addirittura del 75%), e ovviamente sul prezzo, e forse qui Fininvest comincia a cedere qualcosa. Vediamo, Mr. Bee ha ancora una precedenza formale, ma ora sa di avere contendenti che sono fortezze industriali, in grado di offrire garanzie sul dopo closing, quando si parlerà di pianificazione dello stadio, quotazione in borsa, potenziamento della squadra.