Effettivamente la identificazione della proprietà del Milan con quella del suo presidente è parsa da subito una considerazione impropria. Si tratta con ogni probabilità di un consorzio di soggetti imprenditoriali cinesi, già riuniti in SES, che a seguito della ristrutturazione societaria effettuata dopo il blocco alle esportazioni di valuta dalla Cina, e dopo i primi esborsi di denaro per l'acquisizione del club tra agosto e dicembre 2016, onde scongiurare il pregiudizio della perdita degli acconti, ha costituito una holding off China, con capogruppo la Rossoneri Advanced Ltd., con sede alle Vergini Britanniche, ivi convogliando i capitali disponibili off shore, fluiti ai singoli consorziati prima del blocco valutario e, tramite questo equity e indebitamento con banche occidentali, garantito da fondi conosciuti sotto la soglia del segreto bancario, ha completato l'acquisizione del club e finanziato la prima attività di gestione senza violare il blocco valutario. Questi soggetti sono ignoti, e lo saranno almeno fino a quando quel blocco permarra', per ragioni di riservatezza di dati personali, finanziari e fiscali. Li ne rappresenta gli interessi, è opinabile che ne sia il controllante, questa LBO da oltre 2 miliardi di euro a montante non sarebbe possibile con una iniziativa individuale. Lo dicemmo tre anni fa di Taechaubol, lo diciamo ora di Li. Quanto alla presentabilita' del soggetto, nessun commento da fare in mancanza di fatti disponibili, l'incidenza di queste vicende sul patrimonio Milan, al di là del doveroso riscontro su quanto sopra detto e tuttavia a causa di ciò, pare ad oggi invero piuttosto modesta.