Il noto procuratore Andrea D’Amico ha parlato a Tuttosport dell’esplosione di Stephan El Shaarawy, ormai titolare indiscusso e grande trascinatore del Milan di Allegri. D’Amico, quanto può valere El Shaarawy dopo questi due mesi esaltanti? “Non è facile dirlo perché la quotazione dipende da molte variabili: cosa farà nelle prossime settimane e soprattutto quale club si propone per acquistarlo. Più è ricco, più la valutazione sale. Certamente El Shaarawy ha un prezzo superiore a quello di inizio stagione. Ma, secondo me, non è questo l’elemento più importante della sua esplosione". Qual è? “Il suo rendimento deve indicare la strada da seguire nei confronti dei giovani calciatori italiani. El Shaarawy mi ricorda i vari Marchisio e Giovinco che si sono messi in luce con la Juventus in Serie B. Cosa sarebbe successo senza quella retrocessione? I due bianconeri avrebbero avuto comunque la loro chance? Allo stesso modo mi chiedo se El Shaarawy avrebbe potuto giocare così tanto senza le cessioni di Ibrahimovic e Cassano. Magari, senza quelle operazioni in uscita, non saremmo qui a parlare di lui”. Le vengono in mente altri 92 che stanno facendo altrettanto bene in Europa? “Forse solo Isco del Malaga. Ma non mi fermerei a questa analisi. Secondo me, bisogna pensare a cosa succederà quando El Shaarawy andrà incontro a una flessione. Bisogna trovare un equilibrio. Faccio l’esempio di un mio assistito: Giovinco. Da anni nei confronti di questo giocatore c’è una continua altalena di giudizi. A volte è un fenomeno, poco dopo un’eterna promessa che non sboccia. Non è corretto comportarsi così con i giovani italiani”. El Shaarawy ha già raggiunto lo status di calciatore che, se richiesto da uno dei pochi club ricchi d’Europa, deve essere ceduto? “Il Milan è un grande club e ha bisogno di grandi calciatori. E in Via Turati hanno fatto bene a giocare d’anticipo facendo firmare al calciatore un contratto fino al 2017. Ma ora è importante che lui si confermi. I campioni sono quei giocatori che chiedono sempre di più a loro stessi, continuando ad alzare l’asticella personale. Bisogna tenere a mente anche le difficoltà incontrate da altri talenti immensi. Basta vedere Pato: qualche anno fa era il miglior giovane del mondo. Adesso fatica a ritrovarsi”.