Donadoni: non tanto per quanto ha giocato e per ciò che ha vinto, ma perché è stato il primo momento in cui Berlusconi sfida gli Agnelli, strappando loro Donadoni. Tenete presente che a metà anni ’80 tutti i giocatori forti dell’Atalanta finivano a Torino, poi è arrivato Berlusconi e ha rotto il giocattolo.
I tre olandesi: impossibile scinderli l’uno dall’altro, sono stati il simbolo del Milan di Sacchi che ha dominato il Mondo, tra i più forti giocatori della loro epoca (forse di sempre) nei rispettivi ruoli, ancora oggi quando si parla di loro luccicano gli occhi.
Lentini: OK, non ha reso come nessuno di tutti quelli di questo sondaggio, anche perché stato parecchio fesso (e sfortunato), se è vero che si è schiantato in autostrada dopo aver montato il ruotino sulla Porsche. Ma all’epoca era il giocatore più costoso di sempre, vero acquisto mediatico dell’estate 1992, simbolo della potenza milanista di quegli anni.
Weah: nel 1995 al Milan mancava un attaccante? Et voilà Weah. Pochi i gol di Giorgione, ma che sono valsi due scudetti e quasi una coppa Italia, oltre che il Pallone d’oro 1995.
Gattuso: no, ragazzi, se ci pensate vicino agli altri non sfigura. Perché la classe non basta, ci vuole grinta, voglia di spaccare il mondo, di mordere gli avversari. Tredici anni di Milan non si possono dimenticare, per sempre Gattuso.
Shevchenko: acquisto annunciato nel dicembre del 1998, che aveva fatto storcere il naso a molti, visto che lo si era pagato 45 miliardi di lire, che all’epoca erano veramente tanti e visto che gli ex-sovietici in Italia avevano sempre fallito. In realtà segnerà quasi 200 reti, più quella della finale di Manchester.
Pirlo: il capolavoro di Galliani, che in un sol colpo aveva rifilato Brncic all’Inter per prendere quello che per dieci anni sarebbe stato il regista più forte in Italia.
Nesta: il Milan normalmente non si svena per i difensori, però i soldi spesi per Nesta (30-35 milioni di euro) sono stati assolutamente giustificati. Difensore completo, praticamente perfetto, non fosse stato un po’ troppo fragile, rimane però una sorta di Baresi della sua generazione.
Kakà: arrivato con poche aspettative e con un clamore mediatico che ai più sembrava ingiustificato, ci ha messo poco più di 60 minuti a fare vedere il suo valore, contro l’Ancona nella prima giornata del campionato 2003/2004. Ha vinto praticamente da solo la Champions 2007 ed è stato, calcolatrice alla mano, il giocatore sul quale il Milan ha guadagnato di più dopo averlo rivenduto.
Ibrahimovich: in un Milan non così forte è arrivato e ha regalato l’ultimo scudetto a Berlusconi. Leader dentro e fuori il campo è stato spedito, contro la sua volontà, a Parigi, dove ha fatto vedere ai francesi come si domina.