Il piano dei cinesi per acquistare il Milan.

Dumbaghi

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Come riporta la GdS, a firma Mario Pagliara e Marco Pasotto, c'è un aspetto non trascurabile nella trattativa tra i cinesi di Lee e Berlusconi: qualunque sia il pacchetto azionario, in caso di cessione delle quote verrebbe creato appositamente un fondo in cui far confluire tutti i capitali degli imprenditori interessati e capitanati da Lee e dalla dama cinese. Sarà un fondo ad hoc, chiamato S.V.P. (special purpose vehicle). Tecnicamente si tratta di una società veicolo, avrà un proprio bilancio, e nulla vieta che abbia anche un proprio patrimonio: qui verranno versati gli investimenti dei magnati interessati all'operazione, quindi Zong e Wanda Group su tutti, più un terzo rimasto nell'ombra. Tuttavia dopo l'affondo di Bee, da Pechino non è ancora arrivata la controproposta. Berlusconi intanto dialoga senza fretta. La cordata di Lee è arrivata al Milan grazie ad un advisor nord americano. La storia sarebbe cominciata tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015. I cinesi punterebbero ad una scalata graduale della società: inizialmente propongono di entrare con un 30-40%, scrivendo però da subito un patto di acquisto. Un accordo che preveda nel giro di 3-4 anni di arrivare al 70%. In questa cordata di Lee, tuttavia, si annida anche un misterioso imprenditore lombardo, con interessi a Pechino nel campo del lusso e della moda. Un uomo stimato da anni da Berlusconi, negli ultimi mesi molto attivo su questo fronte, e influente in questa trattativa.
Intanto Silvio ha deciso di prendersi del tempo e definire tutto entro massimo il 30 giugno, così da iniziare la nuova stagione con il rinnovato assetto dirigenziale. Inoltre da Arcore sottolineano come l'esposizione mediatica di Bee sia eccessiva ed evitabile. Un aspetto che alla fine potrebbe avere un suo peso.

Speriamo Gazzetta abbia ragione, sono tante informazioni da inventare, penso sia un articolo serio.
 

Casnop

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Come riporta la GdS, a firma Mario Pagliara e Marco Pasotto, c'è un aspetto non trascurabile nella trattativa tra i cinesi di Lee e Berlusconi: qualunque sia il pacchetto azionario, in caso di cessione delle quote verrebbe creato appositamente un fondo in cui far confluire tutti i capitali degli imprenditori interessati e capitanati da Lee e dalla dama cinese. Sarà un fondo ad hoc, chiamato S.V.P. (special purpose vehicle). Tecnicamente si tratta di una società veicolo, avrà un proprio bilancio, e nulla vieta che abbia anche un proprio patrimonio: qui verranno versati gli investimenti dei magnati interessati all'operazione, quindi Zong e Wanda Group su tutti, più un terzo rimasto nell'ombra. Tuttavia dopo l'affondo di Bee, da Pechino non è ancora arrivata la controproposta. Berlusconi intanto dialoga senza fretta. La cordata di Lee è arrivata al Milan grazie ad un advisor nord americano. La storia sarebbe cominciata tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015. I cinesi punterebbero ad una scalata graduale della società: inizialmente propongono di entrare con un 30-40%, scrivendo però da subito un patto di acquisto. Un accordo che preveda nel giro di 3-4 anni di arrivare al 70%. In questa cordata di Lee, tuttavia, si annida anche un misterioso imprenditore lombardo, con interessi a Pechino nel campo del lusso e della moda. Un uomo stimato da anni da Berlusconi, negli ultimi mesi molto attivo su questo fronte, e influente in questa trattativa.
Intanto Silvio ha deciso di prendersi del tempo e definire tutto entro massimo il 30 giugno, così da iniziare la nuova stagione con il rinnovato assetto dirigenziale. Inoltre da Arcore sottolineano come l'esposizione mediatica di Bee sia eccessiva ed evitabile. Un aspetto che alla fine potrebbe avere un suo peso.

Il quadro si completa in modo sempre più coerente e convincente. Berlusconi ha intrapreso questa strada e la batterà sino in fondo. L'altra, quella di Mr. Bee, l'ha un po' subita dalla formidabile pressione mediatica messa in atto da qualche banda giornalistica interessata. E si capisce perché: con il thailandese si finisce in mano alle banche ed agli affaristi come Doyen. Qui le premesse sono diverse. E questo conta.
 
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Come riporta la GdS, a firma Mario Pagliara e Marco Pasotto, c'è un aspetto non trascurabile nella trattativa tra i cinesi di Lee e Berlusconi: qualunque sia il pacchetto azionario, in caso di cessione delle quote verrebbe creato appositamente un fondo in cui far confluire tutti i capitali degli imprenditori interessati e capitanati da Lee e dalla dama cinese. Sarà un fondo ad hoc, chiamato S.V.P. (special purpose vehicle). Tecnicamente si tratta di una società veicolo, avrà un proprio bilancio, e nulla vieta che abbia anche un proprio patrimonio: qui verranno versati gli investimenti dei magnati interessati all'operazione, quindi Zong e Wanda Group su tutti, più un terzo rimasto nell'ombra. Tuttavia dopo l'affondo di Bee, da Pechino non è ancora arrivata la controproposta. Berlusconi intanto dialoga senza fretta. La cordata di Lee è arrivata al Milan grazie ad un advisor nord americano. La storia sarebbe cominciata tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015. I cinesi punterebbero ad una scalata graduale della società: inizialmente propongono di entrare con un 30-40%, scrivendo però da subito un patto di acquisto. Un accordo che preveda nel giro di 3-4 anni di arrivare al 70%. In questa cordata di Lee, tuttavia, si annida anche un misterioso imprenditore lombardo, con interessi a Pechino nel campo del lusso e della moda. Un uomo stimato da anni da Berlusconi, negli ultimi mesi molto attivo su questo fronte, e influente in questa trattativa.
Intanto Silvio ha deciso di prendersi del tempo e definire tutto entro massimo il 30 giugno, così da iniziare la nuova stagione con il rinnovato assetto dirigenziale. Inoltre da Arcore sottolineano come l'esposizione mediatica di Bee sia eccessiva ed evitabile. Un aspetto che alla fine potrebbe avere un suo peso.

Ma chi è sta dama cinese? E' uscita ora? Dov'è stata prima, nell'ombra?

E poi sinceramente credo che la Gazzetta ci stia marciando su, è l'unica a portare ancora avanti la tesi dei cinesi, quando ci sono stati incontri, telefonate e interviste dove Bee praticamente dice che nel giro di un mese il Milan dovrebbe essere suo, non so cosa abbia in mente Berlusconi, però deve immediatamente cedere, altrimenti qui c'è il SERIO rischio che si va a buttare un'altra stagione nel cesso
 

tifoso evorutto

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Se ricordate una dama cinese c'era anche nelle foto delle firme ad Arcore,
per me siamo già dei cinesi
 

Aron

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Clamorosa indiscrezione del Corriere della Sera: la trattativa coi cinesi potrebbe chiudersi in soli due giorni. Berlusconi vuole l'offerta giusta, ma ha comunque fretta di chiudere. Il presidente del Milan non ha per nulla apprezzato l'atteggiamento spavaldo di Bee Taechaubol e non è convinto dalle garanzie offerte.
La proposta cinese avrebbe inoltre interessi nella costruzione della stadio, ma offrirebbe soprattutto l'assicurazione che Berlusconi cerca per rilanciare il Milan a grandi livelli.
 

Il Re dell'Est

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Se ricordate una dama cinese c'era anche nelle foto delle firme ad Arcore,
per me siamo già dei cinesi

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Clamorosa indiscrezione del Corriere della Sera: la trattativa coi cinesi potrebbe chiudersi in soli due giorni. Berlusconi vuole l'offerta giusta, ma ha comunque fretta di chiudere. Il presidente del Milan non ha per nulla apprezzato l'atteggiamento spavaldo di Bee Taechaubol e non è convinto dalle garanzie offerte.
La proposta cinese avrebbe inoltre interessi nella costruzione della stadio, ma offrirebbe soprattutto l'assicurazione che Berlusconi cerca per rilanciare il Milan a grandi livelli.

Da come ho letto il Corriere della Sera ha detto che potrebbe (condizionale) chiudersi in 2 giorni se i cinesi fanno l'offerta giusta (che conosce solo Silvio... magari sono 2 miliardi ::D: ).
 
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Come riporta la GdS, a firma Mario Pagliara e Marco Pasotto, c'è un aspetto non trascurabile nella trattativa tra i cinesi di Lee e Berlusconi: qualunque sia il pacchetto azionario, in caso di cessione delle quote verrebbe creato appositamente un fondo in cui far confluire tutti i capitali degli imprenditori interessati e capitanati da Lee e dalla dama cinese. Sarà un fondo ad hoc, chiamato S.V.P. (special purpose vehicle). Tecnicamente si tratta di una società veicolo, avrà un proprio bilancio, e nulla vieta che abbia anche un proprio patrimonio: qui verranno versati gli investimenti dei magnati interessati all'operazione, quindi Zong e Wanda Group su tutti, più un terzo rimasto nell'ombra. Tuttavia dopo l'affondo di Bee, da Pechino non è ancora arrivata la controproposta. Berlusconi intanto dialoga senza fretta. La cordata di Lee è arrivata al Milan grazie ad un advisor nord americano. La storia sarebbe cominciata tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015. I cinesi punterebbero ad una scalata graduale della società: inizialmente propongono di entrare con un 30-40%, scrivendo però da subito un patto di acquisto. Un accordo che preveda nel giro di 3-4 anni di arrivare al 70%. In questa cordata di Lee, tuttavia, si annida anche un misterioso imprenditore lombardo, con interessi a Pechino nel campo del lusso e della moda. Un uomo stimato da anni da Berlusconi, negli ultimi mesi molto attivo su questo fronte, e influente in questa trattativa.
Intanto Silvio ha deciso di prendersi del tempo e definire tutto entro massimo il 30 giugno, così da iniziare la nuova stagione con il rinnovato assetto dirigenziale. Inoltre da Arcore sottolineano come l'esposizione mediatica di Bee sia eccessiva ed evitabile. Un aspetto che alla fine potrebbe avere un suo peso.


Portare avanti questa storia fino a fine Giugno significa solo una cosa: buttare via anche la prossima stagione.
 

tifoso evorutto

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Portare avanti questa storia fino a fine Giugno significa solo una cosa: buttare via anche la prossima stagione.

Ragazzi, qui vale la stessa regola delle trattative di calciomercato, non fatevi ingannare dai giornali, certe somme non le muovi in tre giorni.
Se la trattativa dovesse andare in porto velocemente vuol dire che è in piedi da molto più tempo di quanto sia trapelato
 

gighen_33

=Gighen=
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Prendiamo l'articolo di Next Magazine di Hong Kong di un mese e mezzo fa, più volte citato qui a Milan World. Prendiamo poi quanto riportato ieri dalla Gazzetta sulla cordata cinese. Consideriamo infine il lancio della Xinhua, agenzia di stampa ufficiale del Partito Comunista cinese, e le interviste ai media occidentali rilasciate da Fu Yixiang, vice presidente della Camera di commercio Italia-Cina. Io vedo solo informazioni coerenti, praticamente sovrapponibili: un consorzio di imprenditori basati in Cina ma con proiezione sui mercati globali (Wahaha Group di Zong Qinghou, Wanda Group di Wang Jianlin, Alibaba di Jack Ma, Huawei di Ren Zhengfei e Richard Yu, altri), un fondo comune di investimento ad hoc per l'acquisizione del Milan, un programma a tre anni di acquisizione della maggioranza del capitale sino al 75 per cento ed il sostenimento pro quota dei debiti consolidati verso le banche e fornitori, con impegno nei settori commerciale (valorizzazione del marchio Milan sul mercato asiatico, quotazione sulle borse di Hong Kong o Shangai), immobiliare (sostenimento dei costi di costruzione del nuovo stadio e valorizzazione del suo asset immobiliare e commerciale) e sportivo (investimento sulla prima squadra per il suo rilancio). Il tutto, con la conferma a tre-cinque anni di tutti gli organi societari (i due Berlusconi, Galliani) per la parte di loro competenza (sportiva, nuovo stadio) per il tempo programmato di ritorno della squadra alla sua normale competitività (Italia, Europa, mondo) e la costruzione del nuovo stadio (Silvio Berlusconi Stadium?). Dopo, l'apertura totale al mercato ed all'azionariato popolare simil-Spagna. Senza il trambusto di Mr. Bee della scorsa settimana, a pensarci bene, questo sarebbe stato il filo conduttore dei progetti futuri del Milan. Il tempo dirà se questo filo ci porterà all'uscita dal labirinto delle chiacchiere delle varie bande giornalistiche che girano in Italia!

Wow!! Gran bella analisi! Come non poter sostenerla ;-P
 
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