La Gazzetta dello Sport rivela quello che, ormai, è il progetto deciso dalla società rossonera in merito allo stadio. Scartata definitivamente l'area Expo, malgrado i ripetuti inviti della Regione degli ultimi giorni, la società di Via Aldo Rossi ha definito gli accordi per la costruzione di quello che sarà il nuovo tempio rossonero in un'area di 60.000 mq di fronte Casa Milan. Sarà uno stadio da 42.000 posti, e correrà fino a 15 metri sotto terra, non superando come altezza i palazzi circostanti per adeguarsi ai vincoli urbanistici. Non solo: sarà insonorizzato per convogliare i suoni all'interno dello stadio e creare l'effetto bolgia che dovrà stordire gli avversari. Tutti questi aspetti hanno convinto Emirates a dare il proprio nome allo stadio con un investimento significativo (non vengono riportate cifre). L'obiettivo è inaugurare l'impianto nel 2019 o 2020.
Il Milan avrà un quartiere tutto rossonero. La società rossonera, infatti, il 14 ottobre ha risposto con la propria manifestazione d'interesse al bando per la valorizzazione e riqualificazione del Portello. La nuova casa rossonera, quindi, sorgerà al posto della vecchia Fiera Campionaria. L'intenzione di passare dagli iniziali 55.000 agli attuali 42.000 è stata dettata dalla logica di creare un impianto-catino, simile al tanto lodato Juventus Stadium, capace di convogliare i suoni con dei pannelli fonoassorbenti all'interno dello stadio. L'impianto è stato già studiato dall'architetto Fabio Novembre.
L'area scelta dalla società rossonera sarà quella tra via Gattamelata e Viale Scarampo e comprenderà i padiglioni 1 e 2 (oggetto del bando) e con Fondazione c'è l'intesa per inglobare anche i padiglioni 3 e 4 (il centro congressi resterà in piedi), con area commerciale annessa. Il nuovo tempio rossonero, come detto, sarà parzialmente seminterrato. Entrerà per 15 metri sotto la superficie stradale per le zone business, ma non volerà troppo in alto per rispettare i vincoli urbanistici. Questo ha convinto il Comune di Milano a dare il proprio parere favorevole. Insieme alla prospettiva di aprire il sottopasso di Gattamelata (costato 200M), che diventerà la porta d'accesso alla Casa del Diavolo.
L'operazione economica è stata studiata in questi termini: con Emirates c'è un accordo per la cessione del naming che porterà una cospicua entrata. Dall'altro lato, la Fondazione non venderà i terreni ma li renderà utilizzabili a costo zero, entrando nel business. I prossimi passaggi saranno questi: il 15 gennaio si chiuderà il bando di Fiera, poi il comitato si riunirà per valutare le proposte (tra cui quella rossonera). La decisione verrà presa tra febbraio e marzo, ma con l'accordo già in tasca tra le due parti non sono attesi colpi di scena. Ecco spiegata, dunque, la frase di Barbara quando diceva: aspettiamo risposte importanti nel 2015.
Il Milan, finalmente, avrà la sua casa. Anzi, un quartiere intero.