Djerry
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Ma qualsiasi sia il nostro budget disponibile, quello che sfugge è che questi tipi di colpi devono essere fatti a prescindere e sono un punto fermo di qualsiasi big internazionale.
Quello che spesso è mancato anche alle nostre dinastie passate è la struttura di under 25 nel sottobosco che alimenta un circolo virtuoso proprio per arrivare a quei big che tanto reclamiamo.
E ci si arriva non solo in via diretta facendo di questi talenti un campione che esplode da noi, ma anche solo ritrovando del denaro liquido rivendendo questi giocatori che sicuramente non perdono valore di mercato in poco tempo dopo aver debuttato nel Milan, magari anche passando da un anno di prestito altrove per il rilancio.
Chi non è proprio giovanissimo sicuramente ricorderà la vicenda Gourcuff: forse è stato uno dei giocatori più fallimentari nella sua esperienza in rossonero, anche per questioni di approccio mentale, ma è bastato un prestito in Francia per un anno ed abbiamo fatto una plusvalenza eccezionale senza nemmeno vedere il giocatore in campo.
Per i più giovani, si pensi al caso Niang: preso a 3 milioni, sprazzi del tutto altalenanti di qualità, ora a luglio ci entreranno 12 milioni senza colpo ferire, grazie ad uno dei giocatori considerati più scarsi degli ultimi anni.
Andrè Silva preso a 40 milioni (palesemente troppi) per il solo fatto di essere un classe 1995 ci garantirebbe tuttora sulla carta un rientro di liquidità nei pressi dei 30 milioni, tanto più dopo magari qualche minuto di qualità ai Mondiali.
E sto citando fallimenti più o meno fragorosi, figuriamoci se si scomodano Kakà (preso a sberleffi per il nome da Moggi ed addetti ai lavori), Thiago Silva e finché è durato Pato, gli unici tre capolavori di scouting internazionale della storia del Milan di Galliani, non a caso tutti griffati Leonardo.
Questa è la strada ideale per tornare grandi e soprattutto per essere società vincente e moderna. Poi ovviamente meglio pure essere bravi nello scouting.
Quello che spesso è mancato anche alle nostre dinastie passate è la struttura di under 25 nel sottobosco che alimenta un circolo virtuoso proprio per arrivare a quei big che tanto reclamiamo.
E ci si arriva non solo in via diretta facendo di questi talenti un campione che esplode da noi, ma anche solo ritrovando del denaro liquido rivendendo questi giocatori che sicuramente non perdono valore di mercato in poco tempo dopo aver debuttato nel Milan, magari anche passando da un anno di prestito altrove per il rilancio.
Chi non è proprio giovanissimo sicuramente ricorderà la vicenda Gourcuff: forse è stato uno dei giocatori più fallimentari nella sua esperienza in rossonero, anche per questioni di approccio mentale, ma è bastato un prestito in Francia per un anno ed abbiamo fatto una plusvalenza eccezionale senza nemmeno vedere il giocatore in campo.
Per i più giovani, si pensi al caso Niang: preso a 3 milioni, sprazzi del tutto altalenanti di qualità, ora a luglio ci entreranno 12 milioni senza colpo ferire, grazie ad uno dei giocatori considerati più scarsi degli ultimi anni.
Andrè Silva preso a 40 milioni (palesemente troppi) per il solo fatto di essere un classe 1995 ci garantirebbe tuttora sulla carta un rientro di liquidità nei pressi dei 30 milioni, tanto più dopo magari qualche minuto di qualità ai Mondiali.
E sto citando fallimenti più o meno fragorosi, figuriamoci se si scomodano Kakà (preso a sberleffi per il nome da Moggi ed addetti ai lavori), Thiago Silva e finché è durato Pato, gli unici tre capolavori di scouting internazionale della storia del Milan di Galliani, non a caso tutti griffati Leonardo.
Questa è la strada ideale per tornare grandi e soprattutto per essere società vincente e moderna. Poi ovviamente meglio pure essere bravi nello scouting.