Sindaco
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Qualcuno dottore/esperto di diritto può darci una sua idea su come è configurato il reato di diffamazione in Italia? Travaglio,neanche tanto tra le righe,lascia intendere che andrebbe riformato perché,rebus sic stantibus,è un mezzo per tenere buoni i giornalisti
C'è poco da sdottrinare. Diffamazione a mezzo stampa: da 6 mesi a 3 anni di reclusione e multa non inferiore a 516 €.
L'articolo 595 c.p. è così da una vita e pure il comma terzo, che prevede l'ipotesi specifica della diffamazione portata a mezzo stampa, è questo da sempre.
Oggi, dopo che un paragiornalista - para****, in un articolo di giornale ha chiesto la morte di:
- n. 2 genitori
- n. 1 medico
- n. 1 giudice
scrivendo, tra l'altro, notizie false all'interno del suo pezzo, è stato querelato e -pacificamente- condannato, allora si levano i difensori della libertà d'espressione, dei cantori dell'art. 21 della Costituzione e di tanti altri bei principi di cui mai nulla hanno studiato.
I politici non li calcolo nemmeno: hanno annusato che il pensiero prevalente andava a favore del Sallusti e si sono allegramente accodati.
I giornalisti, dal canto loro, stanno conducendo una banale battaglia corporativa, volta a smuovere l'opinione pubblica affinché la norma venga modificata in modo tale che loro potranno scrivere le più immonde porcate senza temere alcunché: tutto ovviamente in nome della libertà di pensiero.
Ma un giornalista non è un semplice scribacchino che lancia in pasto alla gente qualsiasi scritto la sua mente malata possa partorire. Un giornalista, come un medico, come un avvocato, come un giudice e come tante altre figure professionali, ha una funzione sociale che, principalmente, sarebbe quella di informare la gente sui fatti. Poi può darsi alla spiegazione, al commento e alle valutazioni personali, ma il fatto deve essere preservato e venerato come una divinità.
Qui, invece, siamo difronte a una categoria che tende a partire dal commento e dal parere personale, costruendosi poi il fatto in modo da renderlo coerente con le proprie opinioni: questo non è giornalismo, è propaganda, è cialtronaggine.
Quindi il Sallusti prenda la sua pena, peraltro sospesa, e si taccia per un buon periodo. Tutti gli altri la smettano di gridare al liberticidio, perché avremmo voluto sentire almeno due, dico due, paroline sull'articolo immondo che il prode giornalista ha pubblicato sul quotidiano di cui è direttore e, quindi, anche responsabile. Ciò che abbiamo avuto il dispiacere di ascoltare, invece, è un fiume di commenti su una sentenza giuridicamente ovvia, la cui pena è stata immediatamente sospesa e che, quindi, consentirà al giornalaio di non passare nemmeno 10 minuti in carcere.