Il nodo focale della vicenda è solo uno: la qualità della rosa del Milan. Ibra non tornerebbe per svernare, ma per vincere. Se deve svernare, lo fa in MLS, non da noi.
Gli va bene essere il più forte della squadra, si esalta ad esserlo, ma vuole avere vicino dei giocatori che facciano la differenza e dei gregari funzionali al gioco.
Abate e Antonelli gli andrebbero bene (sono appunto gregari), non sono loro il problema. Ma quando vede il centrocampo e nota che i massimi esponenti sono De Jong e Montolivo, e che sulla trequarti ci sono Honda, Suso e Bonaventura (senza nulla togliere a quest'ultimo, ma ancora non si capisce in che ruolo giochi) qualsiasi pensiero di ritorno naufraga sugli scogli.
Alcuni passi per spingerlo al ritorno sono stati fatti: è stato ceduto El Shaarawy (che Ibra non sopportava), è stato preso un campione in attacco come Bacca e un giovane campione in difesa com Romagnoli.
Ibra deciderà però definitivamente di tornare, fosse pure all'ultimo giorno di mercato, se prima vede sistemato il centrocampo con almeno un inserimento importante (possibilmente due).