I cinesi in pressing su Berlusconi per il Milan e per lo stadio

odio23

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Nuovo aggiornamento da parte di Mario Pagliara e Marco Pasotto, firme GdS.
Da quando sabato scorso ha fatto irruzione la famigerata dama cinese, è iniziata una nuova storia che potrebbe avere un finale diverso da quello immaginato fino a poco prima. Berlusconi non si aspettava di trovarsi di fronte una cordata così seriamente determinata ad ottenere la scalata del Milan. Un gruppo con garanzie economiche talmente solide da far letteralmente barcollare Silvio. Al momento l'intenzione rimane quella di cedere soltanto la minoranza ma il pressing cinese è talmente feroce che potrebbe produrre svolte anche in tempi brevi. I cinesi, infatti, sono pronti ad un rilancio. Questi sono i giorni del Dragone, la cordata cinese sta producendo il massimo sforzo per convincere definitivamente Berlusconi a mollare la sua creatura. Dopo il face to face con la dama, negli ultimi giorni sono proseguiti contatti telefonici e via mail. I cinesi si stanno dimostrando molto aperti al dialogo, ma su un punto non accettano discussioni: la maggioranza, anche graduale, dovrà passare nelle loro mani. E allora facciamo un passo indietro: la prima proposta cinese prevedeva un ingresso col 30-40% e un patto di acquisto per salire al 70% nel giro di 4 anni. Il filo si è interrotto quando Berlusconi, come spesso accade, ha cambiato nuovamente idea sostenendo di non voler cedere più in alcun modo la maggioranza del club. Così da Arcore per il momento offrono questo: una entrata con quote di minoranza e la possibilità di poter gestire il business dello stadio, cosa che ingolosisce Wanda (uno dei gruppi coinvolti). Tuttavia questo scenario non convince affatto l'intera cordata. Insistono per aver la maggioranza nel giro di 4 anni. E se la loro controproposta sarà irrinunciabile, allora Silvio non potrà dire no. Come riporta Ennio Doris a Ballarò: "il marchio del Milan è il più forte nel mondo del calcio ed è fortissimo nei paesi dell'est". Silvio in questo momento si è isolato da tutti: sarà soltanto lui a decidere. Intanto le relazioni con Bee sono in ghiacciaia. Dal 1 maggio, ossia da quando il thailandese ha saputo che Silvio aveva cambiato idea e non voleva più cedere la maggioranza, il rapporto sembra essere del tutto cambiato. Il preliminare che era stato firmato il 5 marzo a Villa San Martino era stato impostato su una cessione subito del 25/30% con dentro un patto per salire col tempo al 60% per un investimento intorno ai 500 milioni. Ma le carte, come detto, sono state ribaltate sabato mattina: Berlusconi, cambiando nuovamente idea, ha offerto poco più del 40% valutandolo 300 milioni e minando le certezze dei soci di Bee.







La Gazzetta dello Sport sicurissima della pista cinese per il Milan del futuro. Anche nell'edizione in edicola oggi, 6 Maggio 2015, la rosea riporta in prima pagina l'interesse del gruppo orientale per la società rossonera. E' pressing. Ecco, di seguito, il titolo:


Pressing cinese su Berlusconi per il Milan e per il nuovo stadio.


Nelle prossime ore, tutti i dettagli


Secondo Carlo Festa la dama cinese si chiama Wang ed è una intermediaria del Governo di Pechino.
 

robs91

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Nuovo aggiornamento da parte di Mario Pagliara e Marco Pasotto, firme GdS.
Da quando sabato scorso ha fatto irruzione la famigerata dama cinese, è iniziata una nuova storia che potrebbe avere un finale diverso da quello immaginato fino a poco prima. Berlusconi non si aspettava di trovarsi di fronte una cordata così seriamente determinata ad ottenere la scalata del Milan. Un gruppo con garanzie economiche talmente solide da far letteralmente barcollare Silvio. Al momento l'intenzione rimane quella di cedere soltanto la minoranza ma il pressing cinese è talmente feroce che potrebbe produrre svolte anche in tempi brevi. I cinesi, infatti, sono pronti ad un rilancio. Questi sono i giorni del Dragone, la cordata cinese sta producendo il massimo sforzo per convincere definitivamente Berlusconi a mollare la sua creatura. Dopo il face to face con la dama, negli ultimi giorni sono proseguiti contatti telefonici e via mail. I cinesi si stanno dimostrando molto aperti al dialogo, ma su un punto non accettano discussioni: la maggioranza, anche graduale, dovrà passare nelle loro mani. E allora facciamo un passo indietro: la prima proposta cinese prevedeva un ingresso col 30-40% e un patto di acquisto per salire al 70% nel giro di 4 anni. Il filo si è interrotto quando Berlusconi, come spesso accade, ha cambiato nuovamente idea sostenendo di non voler cedere più in alcun modo la maggioranza del club. Così da Arcore per il momento offrono questo: una entrata con quote di minoranza e la possibilità di poter gestire il business dello stadio, cosa che ingolosisce Wanda (uno dei gruppi coinvolti). Tuttavia questo scenario non convince affatto l'intera cordata. Insistono per aver la maggioranza nel giro di 4 anni. E se la loro controproposta sarà irrinunciabile, allora Silvio non potrà dire no. Come riporta Ennio Doris a Ballarò: "il marchio del Milan è il più forte nel mondo del calcio ed è fortissimo nei paesi dell'est". Silvio in questo momento si è isolato da tutti: sarà soltanto lui a decidere. Intanto le relazioni con Bee sono in ghiacciaia. Dal 1 maggio, ossia da quando il thailandese ha saputo che Silvio aveva cambiato idea e non voleva più cedere la maggioranza, il rapporto sembra essere del tutto cambiato. Il preliminare che era stato firmato il 5 marzo a Villa San Martino era stato impostato su una cessione subito del 25/30% con dentro un patto per salire col tempo al 60% per un investimento intorno ai 500 milioni. Ma le carte, come detto, sono state ribaltate sabato mattina: Berlusconi, cambiando nuovamente idea, ha offerto poco più del 40% valutandolo 300 milioni e minando le certezze dei soci di Bee.







La Gazzetta dello Sport sicurissima della pista cinese per il Milan del futuro. Anche nell'edizione in edicola oggi, 6 Maggio 2015, la rosea riporta in prima pagina l'interesse del gruppo orientale per la società rossonera. E' pressing. Ecco, di seguito, il titolo:


Pressing cinese su Berlusconi per il Milan e per il nuovo stadio.


Nelle prossime ore, tutti i dettagli

Cinesi o thailandesi,l'importante è che si caccino fuori i soldi per il mercato.Altrimenti è tutta fuffa....
 

alexxx19

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io inizio a non capirci più niente e faccio fatica a vedere una conclusione...mi mandate un pm quando è tutto fatto? :asd::asd:
 

Snake

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a me non sembra lei comunque, mi pare più giovane nella prima foto.
 

7AlePato7

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L'importante è che chiunque arrivi non si lasci abbindolare da Berlusconi e PRETENDA di avere la maggioranza. Berlusconi potrà dire no temporaneamente, ma quando si tratterà di andare a ripianare il buco di bilancio voglio vedere se in due minuti non chiama Lee o Bee per chiudere la trattativa di cessione di tutte le quote.
 

ralf

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Secondo Carlo Festa la dama cinese si chiama Wang ed è una intermediaria del Governo di Pechino.

Per me la cordata di cui si parla in questi giorni è quella di cui parlava Fu Yixiang che aveva alle spalle Wahaha,Alibaba Group e Wanda Group
 

7AlePato7

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io inizio a non capirci più niente e faccio fatica a vedere una conclusione...mi mandate un pm quando è tutto fatto? :asd::asd:
Non si capisce niente perché Berlusconi cambia idea ogni due minuti. Prima arriva l'ufficialità della cessione e prima ci liberiamo di questo folle che vuole portarci a fondo.
 

mistergao

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Non si capisce niente perché Berlusconi cambia idea ogni due minuti. Prima arriva l'ufficialità della cessione e prima ci liberiamo di questo folle che vuole portarci a fondo.

Continuo a pensare che il problema non sia lui (o meglio: non sia solo lui), alla fine secondo me per lui è "solo" una questione di soldi il vero dramma è per l'indotto (Barbara, Galliani, poi scendendo i vari Suma, Pellegatti, compari politici di Forza Italia ecc...) che rischierebbe un grave infarto se Silvio vendesse il giocattolo e si ritirasse a vita privata.
 

TheZio

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Nuovo aggiornamento da parte di Mario Pagliara e Marco Pasotto, firme GdS.
Da quando sabato scorso ha fatto irruzione la famigerata dama cinese, è iniziata una nuova storia che potrebbe avere un finale diverso da quello immaginato fino a poco prima. Berlusconi non si aspettava di trovarsi di fronte una cordata così seriamente determinata ad ottenere la scalata del Milan. Un gruppo con garanzie economiche talmente solide da far letteralmente barcollare Silvio. Al momento l'intenzione rimane quella di cedere soltanto la minoranza ma il pressing cinese è talmente feroce che potrebbe produrre svolte anche in tempi brevi. I cinesi, infatti, sono pronti ad un rilancio. Questi sono i giorni del Dragone, la cordata cinese sta producendo il massimo sforzo per convincere definitivamente Berlusconi a mollare la sua creatura. Dopo il face to face con la dama, negli ultimi giorni sono proseguiti contatti telefonici e via mail. I cinesi si stanno dimostrando molto aperti al dialogo, ma su un punto non accettano discussioni: la maggioranza, anche graduale, dovrà passare nelle loro mani. E allora facciamo un passo indietro: la prima proposta cinese prevedeva un ingresso col 30-40% e un patto di acquisto per salire al 70% nel giro di 4 anni. Il filo si è interrotto quando Berlusconi, come spesso accade, ha cambiato nuovamente idea sostenendo di non voler cedere più in alcun modo la maggioranza del club. Così da Arcore per il momento offrono questo: una entrata con quote di minoranza e la possibilità di poter gestire il business dello stadio, cosa che ingolosisce Wanda (uno dei gruppi coinvolti). Tuttavia questo scenario non convince affatto l'intera cordata. Insistono per aver la maggioranza nel giro di 4 anni. E se la loro controproposta sarà irrinunciabile, allora Silvio non potrà dire no. Come riporta Ennio Doris a Ballarò: "il marchio del Milan è il più forte nel mondo del calcio ed è fortissimo nei paesi dell'est". Silvio in questo momento si è isolato da tutti: sarà soltanto lui a decidere. Intanto le relazioni con Bee sono in ghiacciaia. Dal 1 maggio, ossia da quando il thailandese ha saputo che Silvio aveva cambiato idea e non voleva più cedere la maggioranza, il rapporto sembra essere del tutto cambiato. Il preliminare che era stato firmato il 5 marzo a Villa San Martino era stato impostato su una cessione subito del 25/30% con dentro un patto per salire col tempo al 60% per un investimento intorno ai 500 milioni. Ma le carte, come detto, sono state ribaltate sabato mattina: Berlusconi, cambiando nuovamente idea, ha offerto poco più del 40% valutandolo 300 milioni e minando le certezze dei soci di Bee.

E' davvero stranissimo tutto questo dietrofront della stampa nonostante le pubbliche dichiarazioni con Bee..
 
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