Ecco i contenuti di questa vicenda: secondo la GdS, Silvio Berlusconi è venuto a conoscenza dei problemi relativi alla gestione Seedorf nella cena del 18 marzo. Il Milan vive un momento molto teso, dopo l'esclusione dalla CL e la batosta contro il Parma. E come una tegola, sulla testa del tecnico, arriva la dichiarazione di un leader ultrà che afferma: "Clarence ci ha riferito che non vuole 2/3 della squadra". Un altro capo ultrà smentisce ma ormai il sasso è lanciato e l'irritazione del presidente inizia a montare. Il quotidiano si domanda se sia possibile che Clarence sia stato silurato per alcuni suoi comportamenti come questo appena descritto, o l'imposizione delle uova strapazzate alla vigilia di Atletico Madrid Milan o per i lievi ritardi agli allenamenti. In realtà c'è ben altro.
Scelte tattiche, di gestione dello spogliatoio, nei rapporti con Galliani e Tassotti, nella comunicazione. Questi sono i capi d'accusa fondamentali che pendono sulla testa di Seedorf e che il presidente gli imputa.
Il primo strappo avvenne nella partita di Napoli (8 febbraio) quando Seedorf schierò una formazione incomprensibile: Montolivo fuori, Abate tra i trequartisti, Mexes capitano. In società smentiscono insofferenze, eppure il malumore inizia a serpeggiare e malgrado i successivi risultati positivi, i dubbi aumentano. Berlusconi è deluso sul piano tattico: "Seedorf non mi ascolta, tanto valeva tenersi Allegri". Non gradisce i mormorii dei giocatori italiani e la sicurezza con cui Clarence pensa di poter costruire uno staff costosissimo (Crespo, Stam, il team manager dell'Ajax Endt, lo psicologo De Michelis) soltanto perché scelto direttamente da lui. In sostanza, le licenze prese dal tecnico sono fin troppe. Anche Barbara si convince che le pretese di Seedorf siano fuori luogo vista l'eliminazione dalla CL e i mancati introiti della stessa CL nella prossima stagione. Ma non solo, alla società non è piaciuto neanche l'atteggiamento che l'olandese ha avuto nei confronti dello storico vice Tassotti. A tal proposito si registra una mail notturna nella quale Seedorf ha spiegato a Tassotti cosa potesse e cosa non potesse fare. Metodi tutto sommato moderni, da manager, ma che in un posto antico come milanello non sono bene accetti. Convinto, quindi, di godere della massima fiducia di Berlusconi si è spinto fin troppo oltre, creando diversi problemi. Seedorf a quel punto capisce di osare troppo, ma si giustifica con il fatto che la squadra andava scioccata. A questo punto rimette gli uomini al loro posto ma continua a non far giocare Balotelli con Pazzini e la cosa irrita molto a Berlusconi. Precisa in un post partita che lui non vuole il posto di Galliani, infrangendo un'altra regola, ossia quella di non parlare di vicende societarie sovrapponendosi a probabili dichiarazioni presidenziali (in quel momento Berlusconi partecipava ad un talk show).
Seedorf a questo punto pensa di rimettere tutto a posto parlando direttamente con Berlusconi, ma quest'ultimo non ne vuole più sapere. I contatti telefonici, che pure erano frequenti con Allegri, cessano del tutto. Nel frattempo i battibecchi con i giornalisti a milanello si moltiplicano.
Galliani intanto, da manager navigato, capita la situazione prepara il piano B: Pippo Inzaghi. Voleva vederlo su quella panchina già a gennaio, ma non fu possibile. Ora però i tempi sono maturi. A dicembre si parlava di dimissioni e uscita dal Milan, mentre ora Galliani è tornato più forte di prima. Sembrava finito e invece è rinato. Ha aspettato che il ciclone Seedorf si bruciasse da solo ed ha sferrato il contrattacco: senza EL Seedorf non può restare. Clarence è un uomo solo, abbandonato da chi lo ha scelto e non supportato dai dirigenti. La sua voglia di rivoluzionare tutto, e i modi con cui ha provato a farlo, sono stati fin troppo radicali.
Dopo la sconfitta di Bergamo, Berlusconi e Galliani non hanno più motivo di dubitare: Seedorf va rimosso. Non ha seguito a sufficienza le idee tattiche del presidente e la sua immagine forte stride con quella di un club che mal sopporta i "mourinismi". Galliani ripete spesso: "al Milan non comandano gli allenatori. Comanda il Milan". Alla società rossonera non piacciono i colpi di testa, progetti di rinnovamento e cambiamenti troppo radicali. Ne sa qualcosa Barbara che ormai si accomoda nei suoi uffici senza fare più incursioni. Dopo le dichiarazioni fatte all'Ansa, ha cambiato rotta. Si attiene a quello che fa Galliani da sempre: rispetta le scelte del padre senza fiatare. Domenica, quindi, il triumvirato Berlusconi Galliani Confalonieri ha incoronato Pippo Inzaghi.
Mentre Seedorf, l'uomo del rinnovamento voluto dal presidente, è stato l'ennesimo condottiero consumato da un sistema di ferro.