James Watson
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Un articolo sul corriere di oggi riporta l'allarme lanciato dall'istituto superiore di sanità sul verificarsi di casi di contagio dal virus Hiv negli adolescenti, per ora i casi sono pochi e si contano nell’ordine delle decine, ma il fenomeno è nuovissimo. E preoccupante. «L’età media dei primi rapporti sessuali oscilla fra i 15 e i 16 anni - commenta Barbara Suligoi, direttore del Centro Operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità - e il rischio di contagio comincia a manifestarsi a partire da queste età.
Il contagio attraverso rapporti eterosessuali è oggi la via di trasmissione più frequente del virus dell’Aids: In Italia nel 2011 sono state registrate oltre 3.400 nuove infezioni da Hiv e la quota principale riguarda maschi eterosessuali, seguiti dai maschi omosessuali e dalle donne etero.
Per questi ragazzi il danno è enorme - aggiunge l’esperta dell’Istituto superiore di sanità -. Hanno un’aspettativa di vita di circa settant’anni e dovranno convivere con il virus e con le terapie per moltissimo tempo». È vero, oggi i farmaci antiretrovirali promettono alle persone infette con l’Hiv una sopravvivenza di una cinquantina di anni, che, però, non è esattamente sovrapponibile a quella di chi il virus non ce l’ha.
È indispensabile agire sulle fasce più giovani con programmi di prevenzione - conclude Suligoi -. Anche perché l’Aids non è l’unico problema. Ci sono altre malattie sessualmente trasmesse, come i condilomi da papilloma virus, l’herpes o la clamidia che rappresentano oggi altrettanti gravi problemi».
Il contagio attraverso rapporti eterosessuali è oggi la via di trasmissione più frequente del virus dell’Aids: In Italia nel 2011 sono state registrate oltre 3.400 nuove infezioni da Hiv e la quota principale riguarda maschi eterosessuali, seguiti dai maschi omosessuali e dalle donne etero.
Per questi ragazzi il danno è enorme - aggiunge l’esperta dell’Istituto superiore di sanità -. Hanno un’aspettativa di vita di circa settant’anni e dovranno convivere con il virus e con le terapie per moltissimo tempo». È vero, oggi i farmaci antiretrovirali promettono alle persone infette con l’Hiv una sopravvivenza di una cinquantina di anni, che, però, non è esattamente sovrapponibile a quella di chi il virus non ce l’ha.
È indispensabile agire sulle fasce più giovani con programmi di prevenzione - conclude Suligoi -. Anche perché l’Aids non è l’unico problema. Ci sono altre malattie sessualmente trasmesse, come i condilomi da papilloma virus, l’herpes o la clamidia che rappresentano oggi altrettanti gravi problemi».