Però il tuo discorso si basa sul presupposto che fare nero non sia una cosa poi così grave. Per dire, tu non diresti mai "per sopravvivere devono commettere un paio di rapine al mese, e neanche bastano". A mio parere è proprio un problema di errata percezione del disvalore del fare nero, dovuto al fatto che non vi siano sanzioni serie e applicate con certezza. Se iniziassimo a sanzionare chiunque fa nero, graduando ovviamente in base alla quantità ed escludendo la punibilità per chi lo fa davvero per necessità, secondo me nel lungo periodo cambierebbe la mentalità del cittadino.
Stiamo dicendo la stessa cosa. La punibilità è esclusa per chi fa qualsiasi reato in stato di necessità o bisogno, anche se l'aspetto prettamente penalista è leggermente più complesso.
Il problema di fondo è che chi ha bisogno di fare nero, in genere, per sopravvivere, deve cambiare lavoro, perché vuol dire che il mercato non finanzia abbastanza quel tipo di attività: non si deve usare il nero per sopravvivere al mercato.
Ma ci sono tante, tantissime situazioni dove il problema del nero diventa un sopravvivere per disparate ragioni.
Io sono del sud, e gestisco un'associazione di volontariato. Ti posso assicurare che ci sono situazioni dove lo Stato, che si occupa di prendere sempre quello che deve avere dai poveri, finisce per non essere equilibrato.
C'è un alimentari sotto la sede, che ha fatto richiesta di alcune sovvenzioni regionali per ristrutturare lo stabile dove risiede, sovvenzioni concesse. Il proprietario ha effettuato i lavori di tasca sua ed è in attesa della restituzione di parte della somma. Sono passati 5 anni e non si è visto neanche un centesimo (dovevano arrivare a rate a partire dall'anno successivo). Nel mentre continua a pagare tutte le tasse, inclusa la spazzatura che, un po' come succede altrove, viene presa random (e puoi capire per un alimentari di che tipo di problema si tratti). E' prossimo ad un fallimento indotto.
Un altro esempio. Ho in studio un ragazzo laureato in giurisprudenza con 110 e lode (media del 29.3, non parliamo di uno che ha preso 8 punti in tesi di laurea per capirci), specializzato, con un master, abilitato avvocato. Fa il civilista. Gli avvocati civilisti vengono tendenzialmente pagati alla fine della causa. Ma in italia le cause durano 4/5 anni per grado, di media. Questo ragazzo non vede soldi. Ok, può fare un altro lavoro nel mentre? un part time? No, perché lo stato impedisce a chiunque sia iscritto in un albo di avvocati di fare qualsiasi lavoro stipendiato o autonomo. Bene, allora non paga le tesse nel mentre? Sbagliato, ci sono circa 550 euro di spese fisse fra albo professionale e assicurazione, cui si aggiungono circa 2200 euro di cassa forese (si, paga i contributi anche se non fattura niente: avrà quindi una pensione, ma non ha i soldi per farsi una famiglia).
Tu dirai, vabbé cambia lavoro. Certo, peccato che ha studiato 15 anni per raggiungere un altissimo livello professionale in un settore, ed ora, senti senti, non lo assumono neanche in un mac donald perché troppo qualificato, visto che la Legge prevede stipendi minimi differenti a secondo del titolo di laurea. Ora, lui è in studio, quindi riceve aiuto e supporto da noi, ma di fatto, stai svalutando un giovane volenteroso professionista a cui avresti dovuto dire prima della laurea che c'erano simili limiti lavorati, non inventarti a posteriori incompatibilità (i vecchi avvocati possono insegnare ad esempio, i nuovi no).
Tutto questo per dire che non mi meraviglio che molti avvocati miei colleghi prendano acconti o soldi in nero. Il sistema si comporta in maniera totalmente iniqua e spinge a ragionamenti che possono o non possono essere condivisibili, ma di certo di fatto portano ad evasione.
Se il governo inizia a lavorare per risolvere queste situazioni, e diventa meno intransigente con chi guadagna poco o niente, allora puoi permetterti di mandare in galera alla prima evasione. Ma quando vedi persone molto facoltose che se la tolgono con una multa, capisci che il sistema non funziona e che prima devi risolvere questi problemi. Punire si, ma solo chi ha un reddito ritenuto congruo per una vita dignitosa.
Scusa se sono stato prolisso.