Gattuso:"Non esco mai col sorriso. Ancora al Milan non ha prezzo".

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Gattuso:"Non esco mai col sorriso. Ancora al Milan non ha prezzo".

Gennaro Gattuso intervistato da Forza Milan. Ecco le parole del tecnico della primavera rossonera:"Avevo altre offerte, ma volevo riflettere un attimo prima di ributtarmi nel calderone. Poi c’è stata la proposta del Milan e le perplessità sono svanite. Non avendo mai lavorato coi giovani, non sapevo a cosa andavo incontro. Ma dinamiche e stress sono uguali. Però tornare a lavorare a Milanello dove mi sono sempre sentito a casa e ritrovare le persone con cui ho condiviso qualcosa di importante sono cose che non hanno prezzo. E’ vero, la società è cambiata, ma a livello di organizzazione del lavoro è cambiato poco. Lavorare coi ragazzi è complicato. I ragazzi sul piano della costruzione del gioco hanno ottime basi, ma manca la mentalità. E’ servito tempo per farli crescere, perché quando li mettevi in campo se non gli davi fiducia a livello tecnico-tattico non si sentivano pronti. Ai ragazzi ho chiesto di alzare l’asticella. Ho cercato di responsabilizzarli aumentando l’intensità degli allenamenti, in modo da farli avvicinare il più possibile alla prima squadra come mole di lavoro. Li ho trattati da adulti usando tante volte un linguaggio colorito, pane al pane e vino al vino. All’inizio è stato difficile, adesso però tocco con mano che i ragazzi sono cresciuti. Si tende a giustificare il giocatore che sbaglia perchè è un ragazzino ma qualcuno di loro guadagna benino. Quindi, qualche responsabilità in più non guasterebbe. La mia squadra deve giocare da squadra. I primi difensori sono gli attaccanti. Tutti devono sacrificarsi. Poi, negli ultimi 30-40 metri bisogna attaccare la profondità. Non esco mai da Milanello col sorriso. Sono troppo esigente, forse. Ma dopo i problemi di astenia ho provato a darmi una calmata. La mia natura però è diversa. Preferisco vivere qualche anno in meno ma farlo come dico io. Cosa mi ha chiesto la società? Di trasmettere la giusta mentalità ai ragazzi. La mia priorità non sono i risultati ma è far crescere i giovani".
 
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vanbasten

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Gennaro Gattuso intervistato da Forza Milan. Ecco le parole del tecnico della primavera rossonera:"Avevo altre offerte, ma volevo riflettere un attimo prima di ributtarmi nel calderone. Poi c’è stata la proposta del Milan e le perplessità sono svanite. Non avendo mai lavorato coi giovani, non sapevo a cosa andavo incontro. Ma dinamiche e stress sono uguali. Però tornare a lavorare a Milanello dove mi sono sempre sentito a casa e ritrovare le persone con cui ho condiviso qualcosa di importante sono cose che non hanno prezzo. E’ vero, la società è cambiata, ma a livello di organizzazione del lavoro è cambiato poco. Lavorare coi ragazzi è complicato. I ragazzi sul piano della costruzione del gioco hanno ottime basi, ma manca la mentalità. E’ servito tempo per farli crescere, perché quando li mettevi in campo se non gli davi fiducia a livello tecnico-tattico non si sentivano pronti. Ai ragazzi ho chiesto di alzare l’asticella. Ho cercato di responsabilizzarli aumentando l’intensità degli allenamenti, in modo da farli avvicinare il più possibile alla prima squadra come mole di lavoro. Li ho trattati da adulti usando tante volte un linguaggio colorito, pane al pane e vino al vino. All’inizio è stato difficile, adesso però tocco con mano che i ragazzi sono cresciuti. Si tende a giustificare il giocatore che sbaglia perchè è un ragazzino ma qualcuno di loro guadagna benino. Quindi, qualche responsabilità in più non guasterebbe. La mia squadra deve giocare da squadra. I primi difensori sono gli attaccanti. Tutti devono sacrificarsi. Poi, negli ultimi 30-40 metri bisogna attaccare la profondità. Non esco mai da Milanello col sorriso. Sono troppo esigente, forse. Ma dopo i problemi di astenia ho provato a darmi una calmata. La mia natura però è diversa. Preferisco vivere qualche anno in meno ma farlo come dico io. Cosa mi ha chiesto la società? Di trasmettere la giusta mentalità ai ragazzi. La mia priorità non sono i risultati ma è far crescere i giovani".

Grande Rino e grande la società che ti ha riportato a casa!
 

DrHouse

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bella intervista.
Gattuso è uno che comunque si mette in gioco.
ha accettato una "retrocessione" in Primavera per migliorare in tante cose.
così come ha accettato leghe minori per iniziare un processo di crescita, precedentemente.

non so se sarà in grado di arrivare ai traguardi che merita, ma avrà sempre il mio tifo.

e credo che questa esperienza lo aiuterà tantissimo
 
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Ai ragazzi ho chiesto di alzare l’asticella. Ho cercato di responsabilizzarli aumentando l’intensità degli allenamenti, in modo da farli avvicinare il più possibile alla prima squadra come mole di lavoro. Li ho trattati da adulti usando tante volte un linguaggio colorito, pane al pane e vino al vino. All’inizio è stato difficile, adesso però tocco con mano che i ragazzi sono cresciuti. Si tende a giustificare il giocatore che sbaglia perchè è un ragazzino ma qualcuno di loro guadagna benino. Quindi, qualche responsabilità in più non guasterebbe.

Eh no Rino, scusa, ma la spensieratezza dove la mettiamo?
 

Djici

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Gennaro Gattuso intervistato da Forza Milan. Ecco le parole del tecnico della primavera rossonera:"Avevo altre offerte, ma volevo riflettere un attimo prima di ributtarmi nel calderone. Poi c’è stata la proposta del Milan e le perplessità sono svanite. Non avendo mai lavorato coi giovani, non sapevo a cosa andavo incontro. Ma dinamiche e stress sono uguali. Però tornare a lavorare a Milanello dove mi sono sempre sentito a casa e ritrovare le persone con cui ho condiviso qualcosa di importante sono cose che non hanno prezzo. E’ vero, la società è cambiata, ma a livello di organizzazione del lavoro è cambiato poco. Lavorare coi ragazzi è complicato. I ragazzi sul piano della costruzione del gioco hanno ottime basi, ma manca la mentalità. E’ servito tempo per farli crescere, perché quando li mettevi in campo se non gli davi fiducia a livello tecnico-tattico non si sentivano pronti. Ai ragazzi ho chiesto di alzare l’asticella. Ho cercato di responsabilizzarli aumentando l’intensità degli allenamenti, in modo da farli avvicinare il più possibile alla prima squadra come mole di lavoro. Li ho trattati da adulti usando tante volte un linguaggio colorito, pane al pane e vino al vino. All’inizio è stato difficile, adesso però tocco con mano che i ragazzi sono cresciuti. Si tende a giustificare il giocatore che sbaglia perchè è un ragazzino ma qualcuno di loro guadagna benino. Quindi, qualche responsabilità in più non guasterebbe. La mia squadra deve giocare da squadra. I primi difensori sono gli attaccanti. Tutti devono sacrificarsi. Poi, negli ultimi 30-40 metri bisogna attaccare la profondità. Non esco mai da Milanello col sorriso. Sono troppo esigente, forse. Ma dopo i problemi di astenia ho provato a darmi una calmata. La mia natura però è diversa. Preferisco vivere qualche anno in meno ma farlo come dico io. Cosa mi ha chiesto la società? Di trasmettere la giusta mentalità ai ragazzi. La mia priorità non sono i risultati ma è far crescere i giovani".

La storia del sorriso e un attacco a Montella. Non aspetta altro che prenderli il posto... come è giusto che sia per uno che ha ambizioni.
 

Mr. Canà

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Gennaro Gattuso intervistato da Forza Milan. Ecco le parole del tecnico della primavera rossonera:"Avevo altre offerte, ma volevo riflettere un attimo prima di ributtarmi nel calderone. Poi c’è stata la proposta del Milan e le perplessità sono svanite. Non avendo mai lavorato coi giovani, non sapevo a cosa andavo incontro. Ma dinamiche e stress sono uguali. Però tornare a lavorare a Milanello dove mi sono sempre sentito a casa e ritrovare le persone con cui ho condiviso qualcosa di importante sono cose che non hanno prezzo. E’ vero, la società è cambiata, ma a livello di organizzazione del lavoro è cambiato poco. Lavorare coi ragazzi è complicato. I ragazzi sul piano della costruzione del gioco hanno ottime basi, ma manca la mentalità. E’ servito tempo per farli crescere, perché quando li mettevi in campo se non gli davi fiducia a livello tecnico-tattico non si sentivano pronti. Ai ragazzi ho chiesto di alzare l’asticella. Ho cercato di responsabilizzarli aumentando l’intensità degli allenamenti, in modo da farli avvicinare il più possibile alla prima squadra come mole di lavoro. Li ho trattati da adulti usando tante volte un linguaggio colorito, pane al pane e vino al vino. All’inizio è stato difficile, adesso però tocco con mano che i ragazzi sono cresciuti. Si tende a giustificare il giocatore che sbaglia perchè è un ragazzino ma qualcuno di loro guadagna benino. Quindi, qualche responsabilità in più non guasterebbe. La mia squadra deve giocare da squadra. I primi difensori sono gli attaccanti. Tutti devono sacrificarsi. Poi, negli ultimi 30-40 metri bisogna attaccare la profondità. Non esco mai da Milanello col sorriso. Sono troppo esigente, forse. Ma dopo i problemi di astenia ho provato a darmi una calmata. La mia natura però è diversa. Preferisco vivere qualche anno in meno ma farlo come dico io. Cosa mi ha chiesto la società? Di trasmettere la giusta mentalità ai ragazzi. La mia priorità non sono i risultati ma è far crescere i giovani".

Spiegalo a Don Sorriso.
 

cubase55

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Gennaro Gattuso intervistato da Forza Milan. Ecco le parole del tecnico della primavera rossonera:"Avevo altre offerte, ma volevo riflettere un attimo prima di ributtarmi nel calderone. Poi c’è stata la proposta del Milan e le perplessità sono svanite. Non avendo mai lavorato coi giovani, non sapevo a cosa andavo incontro. Ma dinamiche e stress sono uguali. Però tornare a lavorare a Milanello dove mi sono sempre sentito a casa e ritrovare le persone con cui ho condiviso qualcosa di importante sono cose che non hanno prezzo. E’ vero, la società è cambiata, ma a livello di organizzazione del lavoro è cambiato poco. Lavorare coi ragazzi è complicato. I ragazzi sul piano della costruzione del gioco hanno ottime basi, ma manca la mentalità. E’ servito tempo per farli crescere, perché quando li mettevi in campo se non gli davi fiducia a livello tecnico-tattico non si sentivano pronti. Ai ragazzi ho chiesto di alzare l’asticella. Ho cercato di responsabilizzarli aumentando l’intensità degli allenamenti, in modo da farli avvicinare il più possibile alla prima squadra come mole di lavoro. Li ho trattati da adulti usando tante volte un linguaggio colorito, pane al pane e vino al vino. All’inizio è stato difficile, adesso però tocco con mano che i ragazzi sono cresciuti. Si tende a giustificare il giocatore che sbaglia perchè è un ragazzino ma qualcuno di loro guadagna benino. Quindi, qualche responsabilità in più non guasterebbe. La mia squadra deve giocare da squadra. I primi difensori sono gli attaccanti. Tutti devono sacrificarsi. Poi, negli ultimi 30-40 metri bisogna attaccare la profondità. Non esco mai da Milanello col sorriso. Sono troppo esigente, forse. Ma dopo i problemi di astenia ho provato a darmi una calmata. La mia natura però è diversa. Preferisco vivere qualche anno in meno ma farlo come dico io. Cosa mi ha chiesto la società? Di trasmettere la giusta mentalità ai ragazzi. La mia priorità non sono i risultati ma è far crescere i giovani".

Un uomo con gli...attributi e che manca alla prima squadra. Ed è per questo che lo vedo come un naturale sostituto di Montella in caso di esonero... Almeno questo non ride anche quando si perde...
 

edoardo

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Questo è un UOMO! E' conscio dei suoi limiti ma butta il cappello oltre l'ostacolo.Che grinta ragazzi!:bandiera::bandiera::bandiera:
 

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