Galatioto-Fininvest. Si preannunciano ore frenetiche.

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Sotiris

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In un articolo a firma di Carlo Laudisa e Luca Pessina, pubblicato in data odierna su "La Gazzetta dello Sport", si parla di "ore frenetiche" in relazione all'inizio degli incontri, previsto per oggi, fra i rappresentanti della cordata cinese (Galatioto e Gancikoff) e i manager di Fininvest, controllante di Ac Milan.

Da questa mattina, infatti, fino a giovedì le parti saranno al lavoro per trovare l'accordo preliminare da sottoporre a Silvio Berlusconi, (quale socio di maggioranza di Fininvest pur non avendo formalmente alcun potere di firma ha di sicuro un grande peso nella decisione finale che sarà assunta n.d.r.), cioè entro il 30 giugno, data prorogata per la conclusione dell'esclusiva.

I punti oggetto delle discussioni saranno i seguenti:

1) entità degli investimenti (si parla di 400 milioni di euro);
2) calibratura degli investimenti negli anni;
3) stabilire delle clausole penali in caso di inadempienze;
4) ruolo di Berlusconi nella governance successiva alla cessione del 70% delle quote di Ac Milan e durata dell'incarico di presidente onorario.

Al termine degli incontri, nella giornata di venerdì, Galatioto volerà poi a Londra dove incontrerà i rappresentanti degli istituti di credito, che dovranno fornire le garanzie bancarie da mostrare ai manager Fininvest, prima della possibile chiusura dell'affare.


Anche Pietro Guadagno, articolista de "Il Corriere dello Sport", sostiene che i punti oggetto degli incontri saranno a) la garanzia di investimenti ingenti e pluriennali, b) il ruolo di Berlusconi nella futura governance societaria.
 

Clarenzio

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Speriamo vada tutto bene.
Che meraviglia immaginare queste persone in un ufficio a lavorare, invece che da Giannino o in barca a Forte dei Marmi
 

Casnop

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In un articolo a firma di Carlo Laudisa e Luca Pessina, pubblicato in data odierna su "La Gazzetta dello Sport", si parla di "ore frenetiche" in relazione all'inizio degli incontri, previsto per oggi, fra i rappresentanti della cordata cinese (Galatioto e Gancikoff) e i manager di Fininvest, controllante di Ac Milan.

Da questa mattina, infatti, fino a giovedì le parti saranno al lavoro per trovare l'accordo preliminare da sottoporre a Silvio Berlusconi, (quale socio di maggioranza di Fininvest pur non avendo formalmente alcun potere di firma ha di sicuro un grande peso nella decisione finale che sarà assunta n.d.r.), cioè entro il 30 giugno, data prorogata per la conclusione dell'esclusiva.

I punti oggetto delle discussioni saranno i seguenti:

1) entità degli investimenti (si parla di 400 milioni di euro);
2) calibratura degli investimenti negli anni;
3) stabilire delle clausole penali in caso di inadempienze;
4) ruolo di Berlusconi nella governance successiva alla cessione del 70% delle quote di Ac Milan e durata dell'incarico di presidente onorario.

Al termine degli incontri, nella giornata di venerdì, Galatioto volerà poi a Londra dove incontrerà i rappresentanti degli istituti di credito, che dovranno fornire le garanzie bancarie da mostrare ai manager Fininvest, prima della possibile chiusura dell'affare.


Anche Pietro Guadagno, articolista de "Il Corriere dello Sport", sostiene che i punti oggetto degli incontri saranno a) la garanzia di investimenti ingenti e pluriennali, b) il ruolo di Berlusconi nella futura governance societaria.
Informazioni credibili, considerate le più volte annunciate richieste di Berlusconi (e di Fininvest) sul punto delle garanzie degli investimenti pluriennali. Aggiungeremmo solo alcune considerazioni: la stabilità del nucleo di investitori è tratto caratteristico dell'hedge fund, che è un fondo di investimenti chiuso, in cui la selezione dell'investitore avviene per adesione ad un programma di investimenti molto preciso ed in funzione del tempo della sua realizzazione, con impegni di permanenza nel fondo molto rigidi attraverso la previsione della possibilità di realizzazione solo attraverso l'uscita dal fondo, con rendicontazione serrata del management sugli esiti dell'investimento, ma senza divisione intermedia di utili o cedole. Lì la stabilità degli investimenti è assicurata dallo scopo condiviso nel programma di adesione sottoscritto all'ingresso nel fondo (non a caso, questo fondo speculativo è generalmente ad appannaggio di cassettisti con grandi possibilità patrimoniali). Piuttosto, non è controllabile la decisione del fondo di permanere, ed in qual misura, nella società veicolo, che, da quanto riferito dalle fonti giornalistiche più accreditate, dovrebbe essere controllata dal fondo per acquisire il famoso 70 per cento del club. In quest'ambito, nulla vieterebbe al controllante di cedere il controllo di questa società, si è detto quotata in Borsa, anche un istante dopo il suo collocamento per una legittima esigenza speculativa. E' dunque probabile che Fininvest, e Berlusconi, abbiano posto esigenze di garantire la permanenza del fondo cinese nella società veicolo, e dunque nel Milan, per più anni, e dunque proponendo, ipotizziamo, patti di blocco del flottante azionario al di sotto di una certa soglia, di sbarramento ad OPA, di opzione di riacquisto, di emissione di obbligazioni convertibili in luogo di azioni per il rastrellamento di capitale, ed altre eventualità. Piacciano o non piacciano, queste sono le condizioni di Fininvest, e di Berlusconi, per concludere un affare già definito nei suoi elementi essenziali. Soddisfatte queste condizioni, l'AD di Fininvest è già autorizzato dalla proprietà ad apporre la sua firma sul contratto di compravendita di quote. Evidentemente nel consorzio non c'è accordo sulla accettazione di queste condizioni: Galatioto e Landolphi sono in Italia per risolvere il problema, magando limando qualche "clausola" per renderla meno impegnativa e cogente per il consorzio stesso. Dettagli tecnici che sono tuttavia dentro l'affare, definiti i quali si può procedere. Decisivo è ovviamente Berlusconi come azionista di maggioranza di Fininvest, ma il suo consenso è stato già acquisito laddove Fininvest ha già dato il suo consenso. In queste fattispecie a formazione progressiva, il consenso è "spalmato" in più atti negoziali sui vari punti dell'accordo, e l'accordo quadro che le parti si sono date è che il dissenso su un oggetto blocca il consenso precedentemente dato, ma che non c'è un si definitivo e complessivo sull'affare, da cui possa dipendere l'efficacia degli accordi già raggiunti sui precedenti punti di intesa (non a caso oggetto di specifici memorandum, o verbali, di intesa). Raggiunto l'accordo sugli ultimi punti in sospeso, l'intesa è automaticamente totale e le parti programmano allora la stipulazione. Siamo ormai a pochi metri dal traguardo, ma gli ultimi metri devono comunque essere percorsi: le parti, tutte, sono già piegate sul manubrio per la volata. Attendiamole dunque al traguardo. :)
 

Luca_Taz

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Casnop l'ho riletto 4 volte il tuo post,è talmente pieno di cose tecniche a me sconosciute che nn hai idea di quanto mi sia piaciuto! lo rileggo ancora perchè mi sto convincendo che il flottante azionario,L'OPA ecc siano termini che uso quotidianamente...
Complimenti sinceri,davvero!
 

MaschioAlfa

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Casnop.... Vai a fare il giornalista sportivo.
Seiuna spanna sopra gli altri che si spacciano x dei professionisti.

A meno che tu non lo sia già..... :gallo:
 

wfiesso

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Informazioni credibili, considerate le più volte annunciate richieste di Berlusconi (e di Fininvest) sul punto delle garanzie degli investimenti pluriennali. Aggiungeremmo solo alcune considerazioni: la stabilità del nucleo di investitori è tratto caratteristico dell'hedge fund, che è un fondo di investimenti chiuso, in cui la selezione dell'investitore avviene per adesione ad un programma di investimenti molto preciso ed in funzione del tempo della sua realizzazione, con impegni di permanenza nel fondo molto rigidi attraverso la previsione della possibilità di realizzazione solo attraverso l'uscita dal fondo, con rendicontazione serrata del management sugli esiti dell'investimento, ma senza divisione intermedia di utili o cedole. Lì la stabilità degli investimenti è assicurata dallo scopo condiviso nel programma di adesione sottoscritto all'ingresso nel fondo (non a caso, questo fondo speculativo è generalmente ad appannaggio di cassettisti con grandi possibilità patrimoniali). Piuttosto, non è controllabile la decisione del fondo di permanere, ed in qual misura, nella società veicolo, che, da quanto riferito dalle fonti giornalistiche più accreditate, dovrebbe essere controllata dal fondo per acquisire il famoso 70 per cento del club. In quest'ambito, nulla vieterebbe al controllante di cedere il controllo di questa società, si è detto quotata in Borsa, anche un istante dopo il suo collocamento per una legittima esigenza speculativa. E' dunque probabile che Fininvest, e Berlusconi, abbiano posto esigenze di garantire la permanenza del fondo cinese nella società veicolo, e dunque nel Milan, per più anni, e dunque proponendo, ipotizziamo, patti di blocco del flottante azionario al di sotto di una certa soglia, di sbarramento ad OPA, di opzione di riacquisto, di emissione di obbligazioni convertibili in luogo di azioni per il rastrellamento di capitale, ed altre eventualità. Piacciano o non piacciano, queste sono le condizioni di Fininvest, e di Berlusconi, per concludere un affare già definito nei suoi elementi essenziali. Soddisfatte queste condizioni, l'AD di Fininvest è già autorizzato dalla proprietà ad apporre la sua firma sul contratto di compravendita di quote. Evidentemente nel consorzio non c'è accordo sulla accettazione di queste condizioni: Galatioto e Landolphi sono in Italia per risolvere il problema, magando limando qualche "clausola" per renderla meno impegnativa e cogente per il consorzio stesso. Dettagli tecnici che sono tuttavia dentro l'affare, definiti i quali si può procedere. Decisivo è ovviamente Berlusconi come azionista di maggioranza di Fininvest, ma il suo consenso è stato già acquisito laddove Fininvest ha già dato il suo consenso. In queste fattispecie a formazione progressiva, il consenso è "spalmato" in più atti negoziali sui vari punti dell'accordo, e l'accordo quadro che le parti si sono date è che il dissenso su un oggetto blocca il consenso precedentemente dato, ma che non c'è un si definitivo e complessivo sull'affare, da cui possa dipendere l'efficacia degli accordi già raggiunti sui precedenti punti di intesa (non a caso oggetto di specifici memorandum, o verbali, di intesa). Raggiunto l'accordo sugli ultimi punti in sospeso, l'intesa è automaticamente totale e le parti programmano allora la stipulazione. Siamo ormai a pochi metri dal traguardo, ma gli ultimi metri devono comunque essere percorsi: le parti, tutte, sono già piegate sul manubrio per la volata. Attendiamole dunque al traguardo. :)

L'umile fornaio che da le piste ai "professionisti" ... é un piacere leggerti, provo una stima immensa
 

Black

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ma la Gazzetta che fino ad ora ne ha sparate di tutto e di più è credibile? Festa e Campopiano non scrivono...
comunque io continuo a non capire come Fininvest (di Silvio nemmeno vale la pena parlare) possa essere così interessata agli investimenti futuri. In questi anni hanno tagliato ogni investimento e ora che vendono vogliono garanzie dai futuri proprietari? premetto che non sono un esperto di finanza, come vedo molti nel forum.
L'unica spiegazione che mi do è che in quel fondo di cui si parla ci debba entrare anche Fininvest o che comunque vogliano vedere rivalutato quel 30% che a loro resta per poi rivenderlo al valore più alto possibile.
 

Casnop

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ma la Gazzetta che fino ad ora ne ha sparate di tutto e di più è credibile? Festa e Campopiano non scrivono...
comunque io continuo a non capire come Fininvest (di Silvio nemmeno vale la pena parlare) possa essere così interessata agli investimenti futuri. In questi anni hanno tagliato ogni investimento e ora che vendono vogliono garanzie dai futuri proprietari? premetto che non sono un esperto di finanza, come vedo molti nel forum.
L'unica spiegazione che mi do è che in quel fondo di cui si parla ci debba entrare anche Fininvest o che comunque vogliano vedere rivalutato quel 30% che a loro resta per poi rivenderlo al valore più alto possibile.
Quella della partecipazione diretta di Fininvest al fondo era una ipotesi che era stata valutata, ed è tuttora plausibile, ma pare che sia stata esclusa. Il controllo sulla stabilità degli investimenti (peraltro confermato come condizione negoziale anche da Campopiano e Festa, sia pure con accenti diversi) è un modo come un altro per esercitare influenza nella gestione del club, specie se accompagnata da una presenza non decorativa di Berlusconi nel futuro organigramma del Milan. E' una condizione negoziale non impossibile, purché venga posta e trattata in modo ragionevole. E' chiaro che i futuri soci non gridano all'entusiasmo per queste condizioni che ingesserebbero oltre misura i loro programmi di investimento, ma tant'è, analizziamo ciò che ci viene riferito dalle fonti di informazione. Comunque, se vero, nulla che non possa essere rimediato attraverso una negoziazione onesta, amichevole e professionale, e che soprattutto non porti via molto tempo. :)
 
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