Favino e il monologo pro migranti a Sanremo 2018. Video.

Clarenzio

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Tralasciando il contenuto del discorso l attore Favino ha dato un pezzo di bravura straordinario. È senza ombra di dubbio un eccelleza italiana.

Ps: sul contenuto non mi esprimo perché mi hanno stufato

Bravo? Sembra rumeno o albanese, volendo però interpretare l'africano (presumo, o al massimo il sudamericano).

Tristezza per i contenuti e per l'interpretazione da cani.

I grandi attori (Sordi o Mastroianni per esempio) erano fenomenali quando destreggiavano tutti i dialetti del Bel Paese, questo vale un Accorsi qualsiasi, quindi zero.
 

Ramza Beoulve

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Non vedo questo patetico festival da quando sono bambino, ma davo per scontato il predicozzo sui cosiddetti "migranti" (perché chiamarli con il loro nome, ovvero clandestini, non si può più) da parte del riccone radical chic di turno...

Gli unici stranieri che vede questo qui sono i filippini che gli spolverano casa e gli rifanno il letto...
 
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Uno dei punti essenziali è il linguaggio: migranti dà l'idea che cambiare paese sia naturale ma non è così.
Io ho 35 anni e ricordo benissimo che qualche anno fa erano "gli immigrati", non "i migranti".
Però immigrati significa "persone che volontariamente cambiano paese" e dunque possono essere anche respinte, mentre "migranti" significa persone che cambiano paese come se fosse naturale. Eppure l'homo sapiens è sedentario, non nomade, tranne rare eccezioni; e le frontiere sono inesistenti solo negli ideali: esistono e vanno fatte rispettare.

A ogni modo, l'obiettivo delle mie critiche non sono gli immigrati ma chi li vuole utilizzare:

A) come tori da monta che compensino la denatalità nazionale,
B) schiavi a costo quasi zero che costringano gli italiani ad accettare la decurtazione di diritti e retribuzioni.

Queste persone (intellettuali che forniscono le giustificazioni teoriche, politici che consentono dal punto di vista legislativo questa strategia e imprenditori che la sfruttano per abbassare i costi) sono i veri fascisti di oggi, non quattro nostalgici di Mussolini, cui viene data visibilità dai media solo per consentire ai partiti di governo di strillare al "fascismo di ritorno" pur di non parlare di lavoro e disoccupazione.

Dovessi mai averne il potere, li esilierei in Scandinavia: lì è il paradiso dei diritti di tutti. Ovviamente, divieto di rientro in patria se non da morti.
 

Pamparulez2

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Ha ragione, ecco perchè ha donato ad una onlus i suoi 300.000€ beccati per una settimana di lavoro. Bravo Favino, altro che le chiacchiere sterili, ci vogliono i fatti.
 

IDRIVE

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Uno dei punti essenziali è il linguaggio: migranti dà l'idea che cambiare paese sia naturale ma non è così.
Io ho 35 anni e ricordo benissimo che qualche anno fa erano "gli immigrati", non "i migranti".
Però immigrati significa "persone che volontariamente cambiano paese" e dunque possono essere anche respinte, mentre "migranti" significa persone che cambiano paese come se fosse naturale. Eppure l'homo sapiens è sedentario, non nomade, tranne rare eccezioni; e le frontiere sono inesistenti solo negli ideali: esistono e vanno fatte rispettare.

A ogni modo, l'obiettivo delle mie critiche non sono gli immigrati ma chi li vuole utilizzare:

A) come tori da monta che compensino la denatalità nazionale,
B) schiavi a costo quasi zero che costringano gli italiani ad accettare la decurtazione di diritti e retribuzioni.

Queste persone (intellettuali che forniscono le giustificazioni teoriche, politici che consentono dal punto di vista legislativo questa strategia e imprenditori che la sfruttano per abbassare i costi) sono i veri fascisti di oggi, non quattro nostalgici di Mussolini, cui viene data visibilità dai media solo per consentire ai partiti di governo di strillare al "fascismo di ritorno" pur di non parlare di lavoro e disoccupazione.

Dovessi mai averne il potere, li esilierei in Scandinavia: lì è il paradiso dei diritti di tutti. Ovviamente, divieto di rientro in patria se non da morti.
Quoto soprattutto il finale e mi permetto di aggiungere ai due punti sollevati da te quello di essere un serbatoio di voti, una volta ottenuti, praticamente senza colpo ferire, gli stessi diritti degli italiani. Riguardo al fatto "migranti" "immigrati", il problema non si pone... sono "migranti" quando fa comodo a sinistri, Ong e Cooperative al seguito, quando governavano gli avversari politici erano tranquillamente "immigrati clandestini", come recitava il manifesto dell'epoca targato PD che è ricomparso nella rete in questi giorni.
 

FiglioDelDioOdino

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Uno dei punti essenziali è il linguaggio: migranti dà l'idea che cambiare paese sia naturale ma non è così.
Io ho 35 anni e ricordo benissimo che qualche anno fa erano "gli immigrati", non "i migranti".
Però immigrati significa "persone che volontariamente cambiano paese" e dunque possono essere anche respinte, mentre "migranti" significa persone che cambiano paese come se fosse naturale. Eppure l'homo sapiens è sedentario, non nomade, tranne rare eccezioni; e le frontiere sono inesistenti solo negli ideali: esistono e vanno fatte rispettare.

A ogni modo, l'obiettivo delle mie critiche non sono gli immigrati ma chi li vuole utilizzare:

A) come tori da monta che compensino la denatalità nazionale,
B) schiavi a costo quasi zero che costringano gli italiani ad accettare la decurtazione di diritti e retribuzioni.

Queste persone (intellettuali che forniscono le giustificazioni teoriche, politici che consentono dal punto di vista legislativo questa strategia e imprenditori che la sfruttano per abbassare i costi) sono i veri fascisti di oggi, non quattro nostalgici di Mussolini, cui viene data visibilità dai media solo per consentire ai partiti di governo di strillare al "fascismo di ritorno" pur di non parlare di lavoro e disoccupazione.

Dovessi mai averne il potere, li esilierei in Scandinavia: lì è il paradiso dei diritti di tutti. Ovviamente, divieto di rientro in patria se non da morti.

E' errato usare il termine 'fascista' in questo modo. Dovresti usare 'criminali' oppure 'traditori'. Mentre un fascista può benissimo essere una brava persona: non è un'offesa.
 

Aron

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Uno dei punti essenziali è il linguaggio: migranti dà l'idea che cambiare paese sia naturale ma non è così.
Io ho 35 anni e ricordo benissimo che qualche anno fa erano "gli immigrati", non "i migranti".
Però immigrati significa "persone che volontariamente cambiano paese" e dunque possono essere anche respinte, mentre "migranti" significa persone che cambiano paese come se fosse naturale. Eppure l'homo sapiens è sedentario, non nomade, tranne rare eccezioni; e le frontiere sono inesistenti solo negli ideali: esistono e vanno fatte rispettare.

A ogni modo, l'obiettivo delle mie critiche non sono gli immigrati ma chi li vuole utilizzare:

A) come tori da monta che compensino la denatalità nazionale,
B) schiavi a costo quasi zero che costringano gli italiani ad accettare la decurtazione di diritti e retribuzioni.

Queste persone (intellettuali che forniscono le giustificazioni teoriche, politici che consentono dal punto di vista legislativo questa strategia e imprenditori che la sfruttano per abbassare i costi) sono i veri fascisti di oggi, non quattro nostalgici di Mussolini, cui viene data visibilità dai media solo per consentire ai partiti di governo di strillare al "fascismo di ritorno" pur di non parlare di lavoro e disoccupazione.

Dovessi mai averne il potere, li esilierei in Scandinavia: lì è il paradiso dei diritti di tutti. Ovviamente, divieto di rientro in patria se non da morti.

Non erano neanche immigrati, erano clandestini

La parola "clandestino" è praticamente sparita. Googlate "migranti clandestini" e vedete cosa viene fuori
 
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