Esperienza Erasmus

Dexter

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Io ci sto pensando seriamente anche perchè nelle graduatorie finirei fra i primi...Ma sinceramente non ne trovo l'utilità. Ok, è "un'esperienza" (!?), ma non mi vengono in mente altri "motivi" per partire. Specie per me che studio economia. Ammetto che mi piacerebbe provare, ma anche le mete a disposizione sono imbarazzanti...Avrei piacere di stare in UK ad esempio, le proposte invece sono Turchia, Polonia, Spagna, Ungheria........Cosa vado a fare? E' un lungo viaggio dove poter cazzeggiare, senza offesa..anche perchè forse tenterò anch'io.
 

de sica

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Può essere utile a chi fa lingue, altrimenti è uno spreco di tempo e soldi. Il fatto è che decenni fa un babbeo che finiva le magistrali facendosi bocciare dieci anni aveva automaticamente la licenza per insegnare alle elementari, ora siamo nella situazione opposta e andare in Erasmus imparando diecimila lingue non fornisce nessun certificato utile. Nel mondo di oggi è molto facile imparare ed ottenere conoscenze, ma è completamente inutile finché non c'è il pezzetto di carta corrispondente che permette di fare qualcosa.

Dipende come tu lo intendi. C'è chi fa il delirio e basta, chi viene per studiare seriamente, chi fa un un po' di entrambi. Spesso la gente che ha fatto l'erasmus o esperienza all'estero ha avuto molte più possibilità lavorative di chi rimane in Italia
 
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Intendo pensarci seriamente quando (e se) inizierò la magistrale, che mi farebbe accedere alla possibilità di andare in erasmus in Paesi extra-europei ed in particolare arabofoni, così da poter migliorare la lingua visto che la studio.
Il problema principale però è appunto che questi Paesi sono instabili...
 

Nicco

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Sta cosa che l'erba del vicino è sempre più verde non la capisco onestamente.

Non è stato detto esattamente questo, la tua è una visione ristretta.
Io credo che qualunque ragazzo/a erasmus straniera che venga in Italia reputi, alla fine della sua esperienza, straordinario il nostro paese.
Si parla infatti di vivere qualcosa di diverso, andare in un'altra città, spesso più grande e importante della propria, dove si parla un'altra lingua, si conosco culture e mentalità diverse, è un arricchimento indescrivibile, unito ad una libertà di cui molti studenti fino a quel momento non hanno magari potuto godere.
Poi è indubbio e lo devo concedere, che le strutture, l'organizzazione e i fondi universitari dei paesi europei che ci circondano non hanno niente a che vedere con i nostri. Magari possediamo qualche centro di eccellenza ma nella media siamo inferiori. Ma attenzione non sto parlando della didattica, quella si salva, quella per fortuna ce la insegnano ancora bene, i laureati italiani sono molto preparati (ti parlo in ambito scientifico, il mio). Quello che in Italia manca e che atterrando in un altro paese cogli subito è l'ispirazione, l'incentivazione, lo stimolo che una università straniera, a dispetto di una nostrana, suscita. E sono sicurissimo che il 90% delle persone che è partita e tornata o anche restata può condividere quello che ho scritto.

Quindi non resta che fare domanda.

p.s. Confidenza: io non sarò mai un "cervello in fuga", sono andato in germania, a berlino, mi è piaciuto tantissimo, ma la mia città, la mia gente, amo stare dove sono e mi auguro che in futuro i nostri centri universitari e di ricerca possano competere in tutto e per tutto con gli stranieri.
 
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