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Erdogan attacca l'Italia:"Pensate alla Mafia e non a mio figlio!"
Il premier turco Erdogan ha rilasciato delle dichiarazioni riguardanti il figlio Bilal, indagato dalla procura di Bologna per riciclaggio internazionale di denaro sporco ed altri fatti non ancora noti al pubblico.
Le parole di Erdogan:"L'Italia dovrebbe pensare alla mafia e non a mio figlio, da questa indagine potrebbero nascere delle incrinature per quanto riguarda il rapporto tra Italia e Turchia."
Non si è fatta attendere la replica di Matteo Renzi:"I magistrati e giudici rispondono alla legge ed alla costituzione italiana e non al presidente turco."
Anche l'associazione dei magistrati italiani ha emesso un breve comunicato per rispondere ad Erdogan:"Il presidente turco Erdogan piuttosto che annunciare possibili rischi nei rapporti con l'Italia e tentare di interferire, per ragioni personali, nell’operato della magistratura italiana, si occupi di ristabilire lo stato di diritto nel suo Paese, provvedendo a scarcerare immediatamente le migliaia di magistrati e le persone ingiustamente detenute in Turchia"
Il premier turco Erdogan ha rilasciato delle dichiarazioni riguardanti il figlio Bilal, indagato dalla procura di Bologna per riciclaggio internazionale di denaro sporco ed altri fatti non ancora noti al pubblico.
Le parole di Erdogan:"L'Italia dovrebbe pensare alla mafia e non a mio figlio, da questa indagine potrebbero nascere delle incrinature per quanto riguarda il rapporto tra Italia e Turchia."
Non si è fatta attendere la replica di Matteo Renzi:"I magistrati e giudici rispondono alla legge ed alla costituzione italiana e non al presidente turco."
Anche l'associazione dei magistrati italiani ha emesso un breve comunicato per rispondere ad Erdogan:"Il presidente turco Erdogan piuttosto che annunciare possibili rischi nei rapporti con l'Italia e tentare di interferire, per ragioni personali, nell’operato della magistratura italiana, si occupi di ristabilire lo stato di diritto nel suo Paese, provvedendo a scarcerare immediatamente le migliaia di magistrati e le persone ingiustamente detenute in Turchia"