Editoriale MW: E' la situazione giusta per un progetto giovani?

prebozzio

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«Vorresti dirmi di grazia quale strada prendere per uscire di qui?»
«Dipende soprattutto da dove vuoi andare» disse il Gatto.
«Non mi importa molto...» disse Alice.
«Allora non importa che strada prendi» disse il Gatto.
«..purché arrivi in qualche posto» aggiunse Alice a mo' di spiegazione.
«Ah, per questo stai pure tranquilla» disse il Gatto «basta che non ti fermi prima.»
(Alice nel Paese delle Meraviglie)


Per decidere che strada prendere, devi prima sapere dove vuoi arrivare; altrimenti una strada vale l'altra, perché prima o poi tutte le strade portano da qualche parte.
Siamo nell'Inghilterra di metà Ottocento, lo scrittore è quel genio di Lewis Carrol e quello che parla è il Gatto che Alice incontra nel Paese delle Meraviglie. La filosofia espressa dall'arguto micetto è semplice e chiara, e ben si adatta alle riflessioni sul futuro milanista.

Un futuro che per me attualmente è impossibile da immaginare. Cessione societaria o no? Se sì, in che percentuale? A chi? E chi ci compra, perché lo fa? A quale scopo? E chi gestirà il Milan in questo caso? Se il Milan resterà tutto in mano alla famiglia Berlusconi, che succederà?
Le preoccupazioni di noi tifosi si condensano in un'unica semplice domanda: quale sarà la futura dimensione del Milan? Ci sono tante possibilità quante le sfumature (non cinquanta, tranquilli) che separano “top team” da “in lotta per la salvezza”.

Tornando al Gatto, direi che il Milan dal 2007 si è mosso esattamente come Alice: chi ci comanda non sapeva (e non sa) dove voleva arrivare, e quindi prendeva (e continua a prendere) strade a caso. Esclusa l'estate 2010, perché lì, dopo l'addio burrascoso di Leonardo e il vuoto lasciato da Mourinho, l'obiettivo chiaro e dichiarato era lo scudetto e fu costruita una rosa adatta allo scopo (con annessi disastri economici di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze, ma questa è un'altra storia).
Lasciando da parte la poesia, sono anni che si vivacchia o si naviga a vista.

Il tifoso milanista del 2015 è maturo e realista: sa che non c'è possibilità di grandissimi acquisti, ma pretende comunque progettualità. Un piano di rinascita basato su un nucleo di giovani da far crescere è quanto la maggioranza si auspica.
Lo speriamo per la società italiana, lo speriamo per il mondo del lavoro, della politica e dell'imprenditoria, e lo speriamo per il calcio.
L'idea che i giovani siano il futuro è anacronistica: il mondo del calcio, di ieri e di oggi, racconta tante storie di giovani che sono anche e soprattutto il presente.

Ma quanto il progetto giovani si adatta al Milan, e in particolare a questo Milan?

Per provare a rispondere a questa domanda ho fatto una semplice ricerca, andando a ripescare i giovani che hanno vestito la maglia rossonera nelle ultime stagioni.
Per essere più precisi: giocatori cresciuti nelle giovanili o arrivati al Milan tra i 17 i 23 anni a partire dalla stagione 2008/09 (ultimo anno Ancelotti). Sono in ordine di stagioni, e tra parentesi ci sono gli anni che avevano al momento della firma.

Gli acquisti: Mattioni (20), Cardacio (20), Viudez (18), Senderos (23), Zigoni (18), Adiyiah (19), Papastathopoulos (22), Bruno Montelongo (22), Boateng (23), Dìdac Vilà (21), El Shaarawy (18), Salamon (21), Niang (17), Bojan (22), Balotelli (22), Valoti (17), Gabriel (19), Carmona (18), Saponara (21), Suso (21), Destro (23), Van Ginkel (21)

Sviluppati dal nostro settore giovanile o acquistati prima di aver compiuto 17 anni: Di Gennaro, De Vito, Strasser, Verdi, Abate, Oduamadi, Cristante, De Sciglio, Calvano, Ganz, Petagna, Albertazzi.

Alcuni nomi sono agghiaccianti, e la stragrande maggioranza di questi calciatori (tutti?) non ha mantenuto le aspettative. Qualcuno è evidentemente un favore ai procuratori.
Quando si parla di giovani si usa non a caso il termine “scommessa”, perché non c'è mai la certezza dello sviluppo atteso. Lo stiamo vedendo in questo momento con il caso Niang, valorizzato da un sistema di gioco preciso e organizzato come quello del Genoa di Gasperini. E abbiamo tanta paura per De Sciglio ed El Shaarawy.

Scorrendo queste liste, solo una cosa mi viene da dire: progetto giovani? Sì, ma a due condizioni: che cambi chi li sceglie e che ci sia una situazione tecnica che permetta a questi ragazzi di crescere. Altrimenti, meglio di no.
 

Clint Eastwood

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Vado dritto con la risposta alla domanda che da il titolo al tuo editoriale che per me è un categorico NO. Nella maniera piu' assoluta.
Non esistono progetti giovani compatibili con l'ambizione di riportare il Milan al livello delle prime d'Europa nel piu' breve tempo possibile, e cioè in 2/3 anni al massimo.
Coi progetti giovani non ci fai nulla.
Bisogna allestire una undici con almeno 2 campioni piu' 4/5 altri giocatori di alto profilo. Tra l'altro, come sappiamo bene, è la storia stessa di questo club a dirci inequivocabilmente come senza undici di altissimo livello non vinciamo nulla.
Niente potenziali giocatori forti quindi. Per rifondare il Milan servono giocatori già forti, già pronti. Serve gente che dia una certa garanzia di poter vincere.

Detto questo, spero che mi perdonerai se svio un po' dalle tue considerazioni, ma insomma io volevo sottolineare il troppo entusiasmo che mi sembra si respiri nelle discussioni aperte sul tema, e lo faccio qui. Bisogna a mio avviso andarci molto cauti sulla bontà di questa possibile operazione in termini di reale possibilità che questo gruppo cinese che fa capo a Mr. Pink ha, di permettere all'attuale Milan il suddetto salto di qualità, che poi è quello che ci interessa.
Al Milan serve prima di tutto una somma consistente per ripianare i debiti.
Dopodichè, non voglio esagerare, ma almeno 150/170 milioni belli pronti da mettere sul piatto per ricostruire la squadra nel modo in cui ho già detto sù.
E le cifre che ballerebbero per assicurarsi l'ingresso in societò, se confermate, non mi sembrano entusiasmanti. Quindi io aspetterei di sapere non solo se son vere le notizie rimbalzate in questi giorni (e sarà certamente cosi), ma soprattutto di conoscere i dettagli economici della eventuale operazione, cosi da far luce sulle reali intenzioni del nuovo socio o futuro proprietario nel breve periodo.
Quanti soldi metteranno costoro e quanti di questi saranno usati per allestire la nuova squadra è un aspetto fondamentale. Proprio per evitare, e qui torno alla mia opinione personale, di dover ricostruire la squadra affidandosi fondamentalmente su giovani scommesse.
 
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Bisogna avere un Top Player per reparto, precisamente: Portiere, Difensore centrale, Centrocampista e Attaccante, a questi tre bisogna aggiungere gente funzionale ad una topologia di gioco. Gente under 27 possibilmente
 

mefisto94

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Sono d'accordo un pò con entrambe le riflessioni espresse. Che si navighi a vista e ci si lasci travolgere dal corso degli eventi è innegabile (e i meriti sportivi hanno perso la supremazia rispetto a quelli personali e mediatici).

Sulla questione giovani fino a poco tempo fa pensavo che se uno fosse forte lo dimostrerebbe in qualsiasi caso. Ora mi sto rendendo conto che il contesto ha un'importanza della quale prima non mi accorgevo. Niang credo sia proprio un esempio paradigmatico in questo (non che sia diventato un fenomeno ma sembra un altro).
 

Milanforever26

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Coi "progetti giovani" non ha mai vinto nessuno non solo nel calcio ma nello sport in generale..progetto giovani è solo una bella espressione per camuffarne un'altra "ridimensionamento".

Se l'ambizione è tornare a competere in europa, e non dico dominare come 10 anni fa ma almeno stare stabilmente nelle prime 8, la società deve ritrovare la voglia di investire seriamente e con persone che sanno lavorare nel calcio di oggi (ciao ciao Fester)
Se invece l'idea è diventare una provinciale ben vengano i giovani, salvo poi vederli partire quando arriva il primo Benfica di turno con una decina di milioni in tasca..
 

Jino

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Anche i giovani sono forti o scarsi, i primi ben vengano, i secondi no. I primi costano, i secondi no. L'unico minimo comun denominatore delle scelte di questa società è: basta costi poco. Diventa quindi difficile ritrovarsi con giovani di prospettiva, giovani di talento.

Poi chiaro subentra il secondo concetto, non ci sono i presupposti ambientali e tecnico tattici per far si che un giovane al Milan cresca nel migliore dei modi. Non c'è una società/proprietà forte, non c'è uno staff tecnico supportato e preparato, non ci sono in campo leader che li tengano per mano.

Vi lancio una provocazione, che in realtà è una mia convinzione: Paul Pogba se avesse scelto il Milan invece della Juventus avrebbe avuto questa crescita e questo exploit? Io sono convintissimo di no, avrebbe fatto la fine di Sciglio ed El Shaarawy.
 
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per un progetto giovani occorrono : talent scout in grado di riconoscere il talento , cosa che non abbiamo , una società in grado di valorizzarli cosa che manca e una tifoseria dotata di molta pazienza
 

tifoso evorutto

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................Perin
Darmian ..Benatia..Tiago Silva...Antonelli
Pogba...Verratti....B. Valero
Bonaventura...Ibra....C. Anderson


Siamo sicuri che questa squadra avrebbe pesato di più a bilancio
considerando se gli acquisti fossero stati fatti con lungimirianza al momento giusto e i risultati, con relativi introiti, che avrebbe potuto portare?
 
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Siamo sicuri che questa squadra avrebbe pesato di più a bilancio
considerando se gli acquisti fossero stati fatti con lungimirianza al momento giusto e i risultati, con relativi introiti, che avrebbe potuto portare?

la parola lungimiranza non esiste sul vocabolario di galliani :fuma:
 

Van The Man

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Al Milan, nel calcio italiano, nell'Italia in senso generale, i progetti giovani non sono mai esistiti, nè esisteranno mai
 
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