Lo abbiamo detto in passato: fossimo in lui, ce la giocheremmo a Milanello, mordendo il freno e tentando di contendere il posto a qualcuno dei potenziali titolari. E proveremmo a farlo puntando sui ruoli di mezzala di regia o di inserimento, più congeniali alle sue caratteristiche. Locatelli quest'anno, dal basso dei suoi teneri diciotto anni, si è caricato, forza maggiore, una croce più grande di lui, la conduzione della regia della squadra dal centro di un centrocampo di un 433, dopo l'inatteso, grave infortunio di Montolivo, in un contesto di squadra molto indefinito, ed in una stagione complessa come quella che sta per chiudersi: ovvero, quanto di peggio possa umanamente richiedersi ad un giovane esordiente. Lo ha fatto con molto impegno e dignità, con buoni risulrati, ma alla lunga pagando lo stress emotivo legato alla impreparazione ad un ruolo di responsabilità probabilmente non sentito dal giocatore. Locatelli veramente può essere la mezzala di regia che cerchiamo, il giocatore che rimescola il gioco, fa uscire il pallone verso gli esterni, lo conduce lui stesso, si inserisce con buoni tempi in attacco per andare a segnare. I suoi gol con Sassuolo e Juventus, splendidi, sono figli di questa vocazione, che il ruolo di regista basso ha invece penalizzato. Lui deve giocare non bloccato dietro, stare dentro il campo, avvicinarsi all'area, e sfruttare al meglio quel tiro da lontano che è il suo marchio di fabbrica. Così, è davvero notevole. L'esperienza fortissima di questo anno lo avrà fatto maturare di colpo, e fattogli acquisire quella consapevolezza di sé che lo aiuterà nei normali miglioramenti sul campo, e di ciò si accorgerà già nei primi giorni di allenamento della prossima stagione, quando tutto avrà un sapore nuovo e diverso. Sarebbe un peccato non provarlo, con l'ambizione di tornare a sentire presto il campo. Fossimo in lui, rimarremmo.