La sorte è una superstizione, una reazione diretta causata da qualcosa e la sua visione è soggettiva: uno stesso avvenimento può avere significati diversi da persona a persona, ha assunto diversi sensi comuni in società passate e può variare in diverse culture nello stesso presente.
Tutti i casi che citi non sono nulla di divino ma reazioni a circostanze e/o leggi di natura.
Se pensi che non credere nelle superstizioni significhi avere una visione limitata dell'esistenza buon per te. Quasi tutta la storia della filosofia è fatta da filosofi atei o agnostici. Scardinare quello che si basa su pensieri irrazionali e logiche errate non è mai stato avere una visione limitata.
Continui a fare giri di parole ma non rispondi al punto della questione.
La Fortuna esiste? SI (se uno mi dice no chiudo anche il discorso perché nega la realtà più ovvia)
Influenza la vita? SI
Io posso influenzare la mia Fortuna? Questo non lo sa nessuno..esistono molte teorie che a loro dire dimostrano che l'atteggiamento mentale influenza la fortuna..non so se sia vero
Ma soprattutto la domanda più importante, la Fortuna è casuale o determinata da qualcosa che non capiamo/comprendiamo?
Quindi su quale base uno può ritenere "fesso" chi spera o prega o ha fede? Soprattutto se quella persona anche solo trae un beneficio mentale dal suo stato di Fede..perché vive più fiducioso magari..
Ma soprattutto non abbiamo elementi per smentirlo
Inoltre stiamo attenti a spingere all'estremo concetti come la causalità tanto cara agli scienziati, perché se tutto è in conseguenza di qualcosa allora, all'estremo, potremo dire che il primo vagito di un bambino ne determina l'intera vita..con buona pace del libero arbitrio e tutto il resto.
Non capisco il senso di citare i filosofi, che spesso appunto hanno speso la vita interrogandosi su questioni legate all'io interiore dell'uomo e alla sua sperimentazione del divino, e a rispondere a domande come "cos'è davvero un uomo" che con la scienza non centrano nulla
Se poi per te invece tutto è semplice, misurabile e spiegabile e altrimenti non esiste ok, rispetto il tuo punto di vista..ma per me è limitato.
Ribadisco perché sia chiaro:
io ho massima stima per chi studia la scienza e spiega i fenomeni dell'esistenza e spero ne spieghino sempre di più.
Ma sono anche certo che alcune cose non potranno mai essere spiegate. Nessuno potrà mai dirci cosa c'è dopo la morte, ma non significa per forza che non ci sia nulla. Anche perché se noi vediamo la morte in prima persona e non come un fattore legato ad altri, capiamo che il nulla in cui precipiteremmo sarebbe un nulla cosmico, dato che l'esistenza per ognuno è un fattore individuale.
Sinceramente quella dimensione di Nulla credo sia incomprensibile per chiunque.