Finale straordinario.
Attenzione Spoiler. Non leggete
Dexter doveva morire, ed è morto. Ma una morte fisica sarebbe stata troppo semplice, scontata e risolutiva. E' morto come serial killer, come padre, come fratello e come compagno/marito. Un fallimento completo, a 360 gradi. L'illusione del cambiamento è durata pochissimo: è nata con l'arrivo della psicologa ed è finita poco dopo la sua morte, ed anche questo è un significato simbolico, visto che si trattava di colei che aveva dato il via al mostro. La morte di Debra, dopo quella della psicologa, ha rappresentato la fine completa di tutto ció che lo teneva in bilico tra un passato da mostro ed un possibile futuro da padre e marito di famiglia senza più istinti omicidi. Ma quello non era, in realtà, un cambiamento vero e sentito. Era solo una maschera pirandelliana provvisoria che è caduta immediatamente con l'omicidio finale di Saxon. Altra "immagine forte" è rappresentata dall'ultimo giro in barca. Quella stessa barca simbolo del Dexter serial killer, mezzo che serviva per liberarsi dei corpi. E l'ultimo corpo del quale si è liberato è stato quello della persona a cui teneva di più, la sorella. Morale della favola (probabilmente creato ad hoc dagli autori anche per le critiche ricevute sul fatto di far passare un Serial Killer per eroe): Dexter non è stato un eroe e/o un giustiziere: è stato solo un sociopatico, incapace di provare emozioni, che nella vita ha fallito, si è rivelato maledetto per tutti i suoi affetti e che è stato costretto a simulare la propria morte per ricrearsi una vita senza affetti, senza famiglia, senza amici, con una nuova identità, con una nuova immagine (con la barba) e con un nuovo lavoro.