Dalla Thailandia: "Mr Bee? Un bluff che tuttavia può riuscire."

marcus83

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io non credo che un personaggio Y o X sia capace di presentarsi ad arcore con tutti
i vertici fininvest burlandoli o illudendoli su fantomatici pseudo imprenditori interessati :aaargh:
non comprendo quale possa essere questo Bluff !!! stiamo parlando di garanzie bancarie stra-verificate
credere ad uno scenario cosi' grottesco va in antitesi su quello che abbiamo sempre riconosciuto
al berlusca , ovvero quello di essere un MAESTRO in questi affari ...

inoltre non trovo nulla di nuovo (bluff a parte) in quello che rappresenta la figura bee
ovvero un collettore di capitali (broker) ...
ps: con 10 imprenditori cinesi prepariamoci ad un grande milan ...
 
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Come riporta Carlo Festa sul suo blog, un banker ben introdotto negli ambienti finanziari thailandesi e tra i ricchi del paese, ma che vuole restare anonimo, fa luce sull'affare Bee-Milan.
..........................

Le soffiate che vengono dall'estremo oriente sono più appetitose di quelle nostrane.
Ma alla fine che cosa dice Festa?

Bee non ha i soldi: risaputo
Bee li sta cercando: ovvio e risaputo.
Bee forse li troverà: ovvio e consequenziale. Chi cerca trova. Oppure no.
I soldi sono cinesi: qui casca l'asino... Ma non c'era anche il "Re Bhumibol Adulyadej? (Festa)"
I soldi non sono di Berlusconi: "qui a Bangkok si sa...". Qui fa comodo non saperlo.
Controllo nel giro di 3 anni: " si dice qui a Bangkok". Si dice anche qui, anche se è una bufala...

Qui in Italia i Bankers ben introdotti sono più seri, non spettegolano sugli affari dei clienti.
Per quello ci sono i giornalAisti.
Facciamo festa, dai...
 

MaschioAlfa

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Se mr bee ha parlato x due ore e poi altre sei a discutere.. qualcosa di concreto ci deve pur essere.
Poi ci fosse stato solo Silvio magari avrebbero parlato di butlesque..
Ma Con la totale dirigenza fininvest , ci sia poco da scherzare.
 

Z A Z A'

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Come riporta Carlo Festa sul suo blog, un banker ben introdotto negli ambienti finanziari thailandesi e tra i ricchi del paese, ma che vuole restare anonimo, fa luce sull'affare Bee-Milan.
Ecco le sue parole: "Perché è un bluff? Perchè sta provando a vincere la partita senza aver ancora mostrato le sue carte. Ma sta conducendo bene finora la sua partita. Lui non ha soldi suoi, e’ benestante ma nel senso di qualche milione di euro.
Tuttavia non ha nemmeno una piccola parte dei 480M necessari. Li sta provando a raccogliere, sta avendo difficoltà, e alla fine potrebbe anche riuscirci, visto che come dico sta conducendo bene la sua partita. In ogni caso e’ riuscito nel suo obiettivo, cioè farsi una grande pubblicità”.

Perché dice che vuole farsi pubblicità?
“Bee è un giovane rampante, senza tanti soldi ma con molte idee, che ha ben chiare. Per capire bene la sua mentalità dovreste vivere qui in Thailandia. Questa nazione e’ come la vostra Italia negli anni '50. Ci sono tanti nuovi ricchi, gente che diventa benestante, vuole notorietà ed essere al centro dei gossip e vedere le proprie foto su riviste come Hello.
Ci sono ragazzi o ragazze di 20 anni che girano in Ferrari e Lamborghini oppure con Rolls Royce da 600mila euro. Sono i cosiddetti nuovi ricchi, in un Paese che mediamente e’ ancora povero. Oggi per fare un esempio su tutti i giornali qui c’era la foto di Bee, ed è proprio quello che voleva lui.”

Chi sono i nuovi ricchi a Bangkok?
“Sono i Cino-thailandesi o gli indiani-thailandesi. Due etnie molto diverse. Mr. Bee appartiene al primo filone. Vengono visti con un po’ di diffidenza dalle storiche famiglie imprenditoriali thailandesi, che invece vogliono l’anonimato e non compaiono mai. I veri ricchi come Singha o Chang Bear quasi nemmeno si conoscono. Quanti in Italia sanno che la Rinascente e’ thailandese? O negli Stati Uniti quanti sanno di Ying che ha comprato Dean De Luca per gioco per 250milioni e sta ora costruendo il palazzo più alto della Thailandia di 320 metri? I veri ricchi thailandesi non si mettono in mostra.”

Veniamo all’operazione sul Milan. Che si dice a Bangkok?
“Qui negli ambienti finanziari thailandesi sono ben chiari i piani di Bee. Sta provando a mettere assieme una cordata di 10 soggetti, investitori privati e fondi. Tutti cinesi”.

Come mai ha avuto fiducia da Berlusconi?
“Beh, nella scorsa estate ha dato garanzia di 150M sui quasi 500 promessi. Da li Berlusconi gli ha dato fiducia per riuscire a raccogliere il resto”.

Come mai non ci e’ ancora riuscito?
“Ha influito soprattutto la svalutazione del remimbi e il crollo delle Borse cinesi. Alcuni investitori infatti hanno esitato”.

In Italia su alcuni giornali si fanno supposizioni che siano soldi di Berlusconi che rientrano oppure siano altri capitali di provenienza dubbia.
“Qui a Bangkok si sa che non sono soldi di Berlusconi. Non ha alcun senso per Berlusconi far rientrare in questo modo soldi che potrebbe avere a Singapore o Hong Kong”.

Cosa si dice della proroga concessa a Bee?
“Mr Bee ha tempo 45 giorni, fino al 30 novembre, per trovare i quasi 350M restanti. Ci sta provando con qualche grande fondo cinese”.

Ci riuscirà?
“Potrebbe riuscirci. Il suo e’ un bluff, ma può riuscirci con un po’ di fortuna”.

Ma che senso ha acquistare una minoranza per quasi 500 milioni?
“Nell’accordo, almeno è quello che si dice qui a Bangkok, c’e’ un’opzione per salire al controllo nel giro di 3 anni”.

Tutte cose che già si sapevano.
 

Casnop

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Come riporta Carlo Festa sul suo blog, un banker ben introdotto negli ambienti finanziari thailandesi e tra i ricchi del paese, ma che vuole restare anonimo, fa luce sull'affare Bee-Milan.
Ecco le sue parole: "Perché è un bluff? Perchè sta provando a vincere la partita senza aver ancora mostrato le sue carte. Ma sta conducendo bene finora la sua partita. Lui non ha soldi suoi, e’ benestante ma nel senso di qualche milione di euro.
Tuttavia non ha nemmeno una piccola parte dei 480M necessari. Li sta provando a raccogliere, sta avendo difficoltà, e alla fine potrebbe anche riuscirci, visto che come dico sta conducendo bene la sua partita. In ogni caso e’ riuscito nel suo obiettivo, cioè farsi una grande pubblicità”.

Perché dice che vuole farsi pubblicità?
“Bee è un giovane rampante, senza tanti soldi ma con molte idee, che ha ben chiare. Per capire bene la sua mentalità dovreste vivere qui in Thailandia. Questa nazione e’ come la vostra Italia negli anni '50. Ci sono tanti nuovi ricchi, gente che diventa benestante, vuole notorietà ed essere al centro dei gossip e vedere le proprie foto su riviste come Hello.
Ci sono ragazzi o ragazze di 20 anni che girano in Ferrari e Lamborghini oppure con Rolls Royce da 600mila euro. Sono i cosiddetti nuovi ricchi, in un Paese che mediamente e’ ancora povero. Oggi per fare un esempio su tutti i giornali qui c’era la foto di Bee, ed è proprio quello che voleva lui.”

Chi sono i nuovi ricchi a Bangkok?
“Sono i Cino-thailandesi o gli indiani-thailandesi. Due etnie molto diverse. Mr. Bee appartiene al primo filone. Vengono visti con un po’ di diffidenza dalle storiche famiglie imprenditoriali thailandesi, che invece vogliono l’anonimato e non compaiono mai. I veri ricchi come Singha o Chang Bear quasi nemmeno si conoscono. Quanti in Italia sanno che la Rinascente e’ thailandese? O negli Stati Uniti quanti sanno di Ying che ha comprato Dean De Luca per gioco per 250milioni e sta ora costruendo il palazzo più alto della Thailandia di 320 metri? I veri ricchi thailandesi non si mettono in mostra.”

Veniamo all’operazione sul Milan. Che si dice a Bangkok?
“Qui negli ambienti finanziari thailandesi sono ben chiari i piani di Bee. Sta provando a mettere assieme una cordata di 10 soggetti, investitori privati e fondi. Tutti cinesi”.

Come mai ha avuto fiducia da Berlusconi?
“Beh, nella scorsa estate ha dato garanzia di 150M sui quasi 500 promessi. Da li Berlusconi gli ha dato fiducia per riuscire a raccogliere il resto”.

Come mai non ci e’ ancora riuscito?
“Ha influito soprattutto la svalutazione del remimbi e il crollo delle Borse cinesi. Alcuni investitori infatti hanno esitato”.

In Italia su alcuni giornali si fanno supposizioni che siano soldi di Berlusconi che rientrano oppure siano altri capitali di provenienza dubbia.
“Qui a Bangkok si sa che non sono soldi di Berlusconi. Non ha alcun senso per Berlusconi far rientrare in questo modo soldi che potrebbe avere a Singapore o Hong Kong”.

Cosa si dice della proroga concessa a Bee?
“Mr Bee ha tempo 45 giorni, fino al 30 novembre, per trovare i quasi 350M restanti. Ci sta provando con qualche grande fondo cinese”.

Ci riuscirà?
“Potrebbe riuscirci. Il suo e’ un bluff, ma può riuscirci con un po’ di fortuna”.

Ma che senso ha acquistare una minoranza per quasi 500 milioni?
“Nell’accordo, almeno è quello che si dice qui a Bangkok, c’e’ un’opzione per salire al controllo nel giro di 3 anni”.

Quanto avrebbe desiderato Berlusconi che, tra l'aprile ed il maggio scorsi, il signor Lee gli portasse buone notizie sulla disponibilità delle sue superstars a consorziarsi per finanziare l'acquisto, sino alla quota del 75%, del capitale sociale del Milan... Imprenditori veri e solidissimi, ciascuno dei quali con disponibilità economiche e capacità finanziarie tali da poter, ciascuno da solo, presentare una offerta credibile a Fininvest, con veduta su un piano finanziario che affrontasse punto per punto e risolvesse i nodi cruciali dello sviluppo futuro del club, squadra, stadio, borsa, branding. Lo immaginiamo, la notte del 3 maggio, pochi minuti dopo il congedo da Milano di Mr. Bee, con promessa di un nuovo appuntamento sotto la pressione della stampa e dei tifosi, chiamare ansiosamente i suoi interlocutori cinesi per aggiornarli dell'incontro con Taechaubol e sollecitarli a fare presto l'offerta per respingere sul nascere il corteggiamento, aggressivo e smodato, di questo giovane thailandese, con fare affettato e milioni del mistero come se piovessero, a pretendere il 100 per cento del capitale. Fossero arrivati dalla mano giusta, quei soldi, Berlusconi, col senno del poi, li avrebbe accettati, iniziando il percorso d'uscita da trent'anni di storia irripetibile. Ma l'offerta, modulata sulla domanda esagerata di 1 miliardo di euro per il cento per cento del capitale prima dei debiti, e sollecitata dall'avidità di Fininvest e dalla miope analisi degli uffici finanziari di via Paleocapa, è arrivata da un broker, privo di mezzi propri, che presenta garanzie bancarie solo su una parte della somma necessaria, che affida l'operazione a banche d'affari con verosimile capitale di debito ma non indica soci industriali bensì società finanziarie dal tipico profilo mordi-e-fuggi del Far East. Ed il piano industriale? Nuovo stadio, sua commercializzazione, conquista dei nuovi mercati televisivi, preparazione del collocamento in borsa? Luci che si spengono, discorsi che si affievoliscono, progetti che saltano. Il tutto, per giocarsi il biglietto di "qualcuno" che metta 480 milioni di euro per non avere il controllo di una società che probabilmente non vale più di 800 milioni. Ma la domanda è: perché ostinarsi a puntare su un qualcuno che, a fatica, riuscirà a portare 480 milioni di euro, ma su cui non sarà possibile contare se e quando dovrà parlarsi di uno stadio nuovo o ristrutturazione del vecchio, che nella migliore delle ipotesi richiederanno almeno altri 400 milioni, quello stadio che solo può garantire una leva finanziaria appropriata sulle azioni dopo il collocamento in borsa? "Solo", ci sia concesso, per quei 480 milioni di euro, sufficienti a pagare i creditori e concedersi una annualità di gestione del mercato per il potenziamento della squadra e nulla più? E la domanda di ritorno, la sua nemesi: come pensare di poter trovare investitori credibili che investano per non contare in un club che non ha i mezzi (stadio, diritti televisivi a cessione individuale) necessari e sufficienti per potenziare il proprio fatturato e rendere redditizio quell'investimento? Una coperta corta che cela forse l'intento nascosto di Fininvest: sistemare la propria posizione economico-finanziaria rispetto al Milan, prendere il residuo e scappare via, e muoia poi Sansone con tutti i filistei. Una buona notizia in fondo al tunnel, si direbbe, ma a che prezzo, allora? ::(:
 
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Quanto avrebbe desiderato Berlusconi che, tra l'aprile ed il maggio scorsi, il signor Lee gli portasse buone notizie sulla disponibilità delle sue superstars a consorziarsi per finanziare l'acquisto, sino alla quota del 75%, del capitale sociale del Milan... Imprenditori veri e solidissimi, ciascuno dei quali con disponibilità economiche e capacità finanziarie tali da poter, ciascuno da solo, presentare una offerta credibile a Fininvest, con veduta su un piano finanziario che affrontasse punto per punto e risolvesse i nodi cruciali dello sviluppo futuro del club, squadra, stadio, borsa, branding. Lo immaginiamo, la notte del 3 maggio, pochi minuti dopo il congedo da Milano di Mr. Bee, con promessa di un nuovo appuntamento sotto la pressione della stampa e dei tifosi, chiamare ansiosamente i suoi interlocutori cinesi per aggiornarli dell'incontro con Taechaubol e sollecitarli a fare presto l'offerta per respingere sul nascere il corteggiamento, aggressivo e smodato, di questo giovane thailandese, con fare affettato e milioni del mistero come se piovessero a pretendere il 100 per cento del capitale. Fossero arrivati dalla mano giusta, quei soldi, Berlusconi, col senno del poi, li avrebbe accettati, iniziando il percorso verso la via d'uscita da trent'anni di storia irripetibile. Ma l'offerta, modulata sulla domanda esagerata di 1 miliardo di euro per il cento per cento del capitale prima dei debiti, e sollecitata dall'avidità di Fininvest e dalla miope analisi degli uffici finanziari di via Paleocapa, è arrivata da un broker, privo di mezzi propri, che presenta garanzie bancarie solo su una parte della somma necessaria, che affida l'operazione a banche d'affari con verosimile capitale di debito ma non indica soci industriali bensì società finanziarie dal tipico profilo mordi-e-fuggi del Far East. Ed il piano industriale? Nuovo stadio, sua commercializzazione, conquista dei nuovi mercati televisivi, preparazione del collocamento in borsa? Luci che si spengono, discorsi che si affievoliscono, progetti che saltano. Il tutto, per giocarsi il biglietto di "qualcuno" che metta 480 milioni di euro per non avere il controllo di una società che probabilmente non vale più di 800 milioni. Ma la domanda è: perché ostinarsi a puntare su un qualcuno che, a fatica, riuscirà a portare 480 milioni di euro, ma su cui non sarà possibile contare se e quando dovrà parlarsi di uno stadio nuovo o ristrutturazione del vecchio, che nella migliore delle ipotesi richiederanno almeno altri 400 milioni, quello stadio che solo può garantire una leva finanziaria appropriata sulle azioni dopo il collocamento in borsa? "Solo", ci sia concesso, per quei 480 milioni di euro, sufficienti a pagare i creditori e concedersi una annualità di gestione del mercato per il potenziamento della squadra e nulla più? E la domanda di ritorno, la sua nemesi: come pensare di poter trovare investitori credibili che investano per non contare in un club che non ha i mezzi (stadio, diritti televisivi a cessione individuale) necessari e sufficienti per potenziare il proprio fatturato e rendere redditizio quell'investimento? Una coperta corta che cela forse l'intento nascosto di Fininvest: sistemare la propria posizione economico-finanziaria rispetto al Milan, prendere il residuo e scappare via, e muoia poi Sansone con tutti i filistei. Una buona notizia in fondo al tunnel, si direbbe, ma a che prezzo, allora? ::(:

Molto condivisibile, ma...
Dubito che la scelta sia stata motivata da una preferenza di qualche decina di milioni in più.
A un certo punto la trattativa con i cinesi si è arenata, ma non è dato di sapere quale fosse l'offerta e se mai ci sia stata. Sulla trattativa con i cinesi si è detto di tutto, ma non si è mai sentito parlare di cifre. Possibile che, nelle more dell'incertezza dei cinesi, sia stata preferita un'offerta più rapida nelle decisioni e che questa rapidità sia venuta meno. Almeno finora.
Del resto il Milan è di proprietà di Fininvest ed è giusto che la scelta dell'acquirente competa al proprietario: chi rischia è lui, noi subiamo le decisioni, nel bene e nel male.
Se poi la scelta sia stata miope, lo dirà il futuro.
Stiamo a vedere...
 

IronJaguar

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Condivido sia il meraviglioso post di Casnop ma anche la precisazione sulla presunta offerta cinese di osvaldo.
Ad ogni modo comunque vada a finire questa storia mi sembra chiaro che i progetti in grande paventati a giugno siano come minimo ridimensionati: parlo soprattutto dello stadio e della gestione sportiva con quel famoso "I soldi non sono un problema" di Mr. Bee che si è rivelata una sparata degno dell'altro Mr. B.
Avremo (SE va in porto la cosa) liquidità nell'immediato per sistemare qualche conto e probabilmente qualche sponsorizzazione extra ma da qui ad un vero piano di espansione ci vorranno anni ed anni (andando bene, figuriamoci con i risultati sportivi attuali).
Il tutto con assetto societario tutto da verificare, nessuno ci porta 480 milioni per nulla. Ammesso che arrivino.
 

devils milano

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allora ragazzi cerchiamo di metterci in testa che Carlo Festa aveva cominciato a dire dal 10 maggio 2015 che di Bee erano sparite le tracce..e poi si è presentato sia ad agosto che a fine settembre...Festa è soggettivamente sospettoso/contrario a questa operazione..perchè invece oggettivamente ne sa quanto tutti noi,e non mi risulta sia mai stato invitato alle riunione di Fininvest..
e poi al 24 Ore si mettano d'accordo..se dovessimo prendere per buone le parole di Festa,tutti quelli di Fininvest sembrerebbero dei poveri illusi/fessi che si stanno facendo fregare da un millantatore..
se prendiamo per buone le parole del collega Bellinazzo,invece Bee ha trovato addirittura piu investitori di quelli che pensava, e la quota del 48 per cento gli starebbe stretta..( Repubblica sosteneva che salisse al 70 per cento )..e allora..
concludo, ricordando che il signor Festa scrive una bella fesseria quando dice che Bee è benestante ma non miliardario..ebbene poco tempo fa Forbes,non il Gazzettino Veneto,..aveva reso pubblico il suo patrimonio,che era pari a 1.2 miliardi di euro..non tale da permettersi il Milan certo,ma nemmeno da venditore ambulante come lo si vuol far passare..
 
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allora ragazzi cerchiamo di metterci in testa che Carlo Festa aveva cominciato a dire dal 10 maggio 2015 che di Bee erano sparite le tracce..e poi si è presentato sia ad agosto che a fine settembre...Festa è soggettivamente sospettoso/contrario a questa operazione..perchè invece oggettivamente ne sa quanto tutti noi,e non mi risulta sia mai stato invitato alle riunione di Fininvest..
e poi al 24 Ore si mettano d'accordo..se dovessimo prendere per buone le parole di Festa,tutti quelli di Fininvest sembrerebbero dei poveri illusi/fessi che si stanno facendo fregare da un millantatore..
se prendiamo per buone le parole del collega Bellinazzo,invece Bee ha trovato addirittura piu investitori di quelli che pensava, e la quota del 48 per cento gli starebbe stretta..( Repubblica sosteneva che salisse al 70 per cento )..e allora..
concludo, ricordando che il signor Festa scrive una bella fesseria quando dice che Bee è benestante ma non miliardario..ebbene poco tempo fa Forbes,non il Gazzettino Veneto,..aveva reso pubblico il suo patrimonio,che era pari a 1.2 miliardi di euro..non tale da permettersi il Milan certo,ma nemmeno da venditore ambulante come lo si vuol far passare..

Letto male...
Forbes ha valutato il patrimonio di Bee in 12 Milioni di Dollari.
 
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