Una bestemmia economica.
Ne scrivevo proprio ieri: se nel mondo degli affari esistesse un meccanismo simile al fpf non avremmo grandi aziende. E spiego: per crescere un'azienda deve investire. Per investire deve indebitarsi o con le banche o col mercato finanziario (obbligazioni, quotazione in borsa, ecc.). Immaginate Google agli inizi dove era costantemente in perdita e fatturava pochissimo. Senza il sostegno di capitali presi a prestito avrebbe fallito in pochissimo tempo. Invece i fondatori grazie alle loro idee convinsero gli istituti di credito a dargli soldi per investire e crescere.
Pensare che un'azienda possa crescere e investire con i propri ricavi è una bestemmia economica, che non trova spazio in nessun manuale di economia aziendale.
A me pare che questo sistema faccia comodo a quella ristretta cerchia di club che in questo modo possono spartirsi i diritti tv derivanti soprattutto dalla champions. Ai quali le inglesi e Real e Barça aggiungono i diritti dei loro campionati. Insomma il fpf ha creato una barriera all'entrata che è penalizzante per quei club che vogliono investire e crescere favorendo chi ha già una posizione dominante. Proprio il contrario degli scopi che si prefiggeva.
Se all'epoca del primo Berlusconi ci fosse stato il fpf non avremmo potuto prendere Donadoni, Gullit, Van Basten e poi Rijkaard e tutti gli altri. Lo stesso sarebbe successo col Real del 2009 che in sol colpo prese CR7 e Kakà, per non parlare dei Galacticos che un club col fatturato di allora del Real sarebbe stato vietato.
Se si vogliono davvero eliminare le disparità e rendere concorrenziale la champions, salvaguardando la stabilità economica, l'unico modo è adottare il tetto agli ingaggi che vige in NBA.
Che poi il fpf venga usato da Elliott per lesinare sul Milan mi pare pacifico. Se davvero si vuol crescere anche con la tagliola del fpf i modi ci sarebbero. Basta trovarli come a loro tempo fecero il City ed il PSG. Che fregandosene del fpf in pochi anni hanno scalato le posizioni di vertice in Europa e nei loro campionati.
Ne scrivevo proprio ieri: se nel mondo degli affari esistesse un meccanismo simile al fpf non avremmo grandi aziende. E spiego: per crescere un'azienda deve investire. Per investire deve indebitarsi o con le banche o col mercato finanziario (obbligazioni, quotazione in borsa, ecc.). Immaginate Google agli inizi dove era costantemente in perdita e fatturava pochissimo. Senza il sostegno di capitali presi a prestito avrebbe fallito in pochissimo tempo. Invece i fondatori grazie alle loro idee convinsero gli istituti di credito a dargli soldi per investire e crescere.
Pensare che un'azienda possa crescere e investire con i propri ricavi è una bestemmia economica, che non trova spazio in nessun manuale di economia aziendale.
A me pare che questo sistema faccia comodo a quella ristretta cerchia di club che in questo modo possono spartirsi i diritti tv derivanti soprattutto dalla champions. Ai quali le inglesi e Real e Barça aggiungono i diritti dei loro campionati. Insomma il fpf ha creato una barriera all'entrata che è penalizzante per quei club che vogliono investire e crescere favorendo chi ha già una posizione dominante. Proprio il contrario degli scopi che si prefiggeva.
Se all'epoca del primo Berlusconi ci fosse stato il fpf non avremmo potuto prendere Donadoni, Gullit, Van Basten e poi Rijkaard e tutti gli altri. Lo stesso sarebbe successo col Real del 2009 che in sol colpo prese CR7 e Kakà, per non parlare dei Galacticos che un club col fatturato di allora del Real sarebbe stato vietato.
Se si vogliono davvero eliminare le disparità e rendere concorrenziale la champions, salvaguardando la stabilità economica, l'unico modo è adottare il tetto agli ingaggi che vige in NBA.
Che poi il fpf venga usato da Elliott per lesinare sul Milan mi pare pacifico. Se davvero si vuol crescere anche con la tagliola del fpf i modi ci sarebbero. Basta trovarli come a loro tempo fecero il City ed il PSG. Che fregandosene del fpf in pochi anni hanno scalato le posizioni di vertice in Europa e nei loro campionati.