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Ancora Conti a DAZN. Le dichiarazioni del terzino riportate dall’emittente
Sui giorni in ritiro: "Diciamo che non sono stati facili. È come stare in casa cinque giorni senza uscire. Però ci sono serviti, ci siamo compattati. Col Bologna era importante la vittoria. Nella stagione ci sono alti e bassi, ma qualche pareggio o sconfitta si sarebbero potuti evitare. Se a inizio anno, qualcuno ci avesse chiesto di firmare per arrivare a questo punto della stagione a giocarci ancora il quarto posto, qualcuno avrebbe firmato".
Sull’essersi 'giocato' il Milan dopo gli infortuni: "Si, ci ho pensato e ci penso tutt’ora. Quando non riesco a giocare come vorrei. Ero abituato a fare un certo tipo di prestazione e ora mi viene più difficile farlo. Credo sia normale pensare di non essere all’altezza, ma sto lavorando duro. Spesso mi chiedo che tipo di giocatore sarei potuto essere senza quei due infortuni. Me lo chiedo spesso e anche dopo le partite che faccio e analizzo le situazioni. Sono domande che mi porterò dietro per il resto della carriera, ma vanno accantonate e farsene una ragione”
Sul conoscere Maldini: “Fino a un paio di mesi fa facevo quasi fatica a parlare con lui. Lo guardi e vedi la storia, ma è una persona umilissima. Mi sono sentito parecchio in difficoltà quando l’ho conosciuto”
Sul provino con il Milan in passato: "Da piccolo ero stato preso sia dal Milan sia dall’Atalanta, ma mio papà ha scelto la Dea. Credo sia stata una decisione per la quale lo ringrazierò per sempre".
Sulla promessa in caso di Champions: “Se devo fare tanti chilometri a piedi, li faccio volentieri. Cosa vuoi che siano 50 chilometri a piedi”
Sui giorni in ritiro: "Diciamo che non sono stati facili. È come stare in casa cinque giorni senza uscire. Però ci sono serviti, ci siamo compattati. Col Bologna era importante la vittoria. Nella stagione ci sono alti e bassi, ma qualche pareggio o sconfitta si sarebbero potuti evitare. Se a inizio anno, qualcuno ci avesse chiesto di firmare per arrivare a questo punto della stagione a giocarci ancora il quarto posto, qualcuno avrebbe firmato".
Sull’essersi 'giocato' il Milan dopo gli infortuni: "Si, ci ho pensato e ci penso tutt’ora. Quando non riesco a giocare come vorrei. Ero abituato a fare un certo tipo di prestazione e ora mi viene più difficile farlo. Credo sia normale pensare di non essere all’altezza, ma sto lavorando duro. Spesso mi chiedo che tipo di giocatore sarei potuto essere senza quei due infortuni. Me lo chiedo spesso e anche dopo le partite che faccio e analizzo le situazioni. Sono domande che mi porterò dietro per il resto della carriera, ma vanno accantonate e farsene una ragione”
Sul conoscere Maldini: “Fino a un paio di mesi fa facevo quasi fatica a parlare con lui. Lo guardi e vedi la storia, ma è una persona umilissima. Mi sono sentito parecchio in difficoltà quando l’ho conosciuto”
Sul provino con il Milan in passato: "Da piccolo ero stato preso sia dal Milan sia dall’Atalanta, ma mio papà ha scelto la Dea. Credo sia stata una decisione per la quale lo ringrazierò per sempre".
Sulla promessa in caso di Champions: “Se devo fare tanti chilometri a piedi, li faccio volentieri. Cosa vuoi che siano 50 chilometri a piedi”