Vero. La storia insegna che una conflittualità latente tra allenatore e giocatori è il segnale del malfunzionamento della squadra. Non c'è intesa sui principi tecnici e morali per la conduzione del lavoro quotidiano in funzione della partita. In genere, al termine di questo processo si sceglie: o l'allenatore ed i suoi principi, o i giocatori ed i loro valori individuali per quali essi siano. Nel 1991 Berlusconi non esitò, scelse la squadra ed escluse il rigido Sacchi in favore del più flessibile Capello e fece una scelta felicissima. Stesso bivio con Capello nel 1996, e pari scelta si rivelò meno azzeccata. Ora non è così semplice come allora: il fallimento di così tanti allenatori in così breve lasso di tempo evidenzia le qualità negative di molti componenti dell'attuale gruppo di giocatori, ma probabilmente Sinisa non ha la reputazione necessaria per chiedere il "o me o loro", a cui gli eventi stanno probabilmente conducendo. Il tecnico fa comunque bene a provarci ora, a stagione appena iniziata, se pensa che la situazione sia recuperabile. Ma lo è?
Difficile rispondere.
La troppa severità può portare a un rifiuto e a comportamenti controproducenti. Si verifica anche sui posti di lavoro.
E' un dato di fatto.
La prima cosa che viene a mancare è lo spirito di gruppo: ognuno pensa a sé e non collabora con gli altri.
E in una squadra è distruttivo.
Come se ne esce?
Difficile che chi comanda cambi linea di comportamento, così come è difficile che lo facciano i sottoposti.
Sostituire questi è impensabile: i costi sarebbero enormi. D'altra parte sostituire il "capo", nello specifico, sarebbe altrettanto oneroso oltre che dannoso per la squadra e per l'immagine.
La soluzione può essere trovata di comune accordo, mettendosi intorno a un tavolo e discutendo il problema da persone intelligenti, il che esclude Galliani, ovviamente: ha già fatto i suoi danni schierandosi con l'allenatore e calcando ancora di più la mano.
L'ideale sarebbe di ragionare in presenza di una persona carismatica, che abbia la personalità per condurre da mediatore una pseudo-trattativa. In un'altra squadra potrebbe farlo il presidente, ma non credo che il nostro ne abbia il tempo e la voglia.
Intanto la situazione si incancrenisce...