Comunicato ufficiale di Maldini: "Non condivido l'area tecnica".

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Ma scusa hai letto il comunicato su facebook?

Dice che lui ha fatto parte di squadre che hanno fatto la storia del calcio e che per arrivare a quei risultati ci deve essere una grandissima sinergia tra tutte le componenti societarie, INVESTIMENTI IMPORTANTI e ruoli ben definiti.

Poi ripete il termine investimenti quando parla di Han Li, che avrebbe voluto discutere con lui sugli obiettivi e investimenti.

Riporto testualmente "Io ho fatto parte di Squadre che hanno fatto la storia del calcio e so che per arrivare a quei risultati ci deve essere una grandissima sinergia tra tutte le componenti societarie, investimenti importanti e ruoli ben definiti."

Su questo punto effettivamente può venire il dubbio che Maldini parli di investimenti perchè sa qualcosa che noi non sappiamo (anche se a naso dico che per me stava semplicemente elencando quelle che erano le caratteristiche del vecchio Milan di cui c'era bisogno nella nuova società), se non fosse che il punto successivo fuga i dubbi e spiega che di queste cose non hanno parlato.

Scrive infatti "ho espresso la volontà di sentire dal Sig. David Han Li, Direttore Esecutivo della Sino Europe Sports, che ho incontrato solo per pochi minuti, cosa si aspettassero da me; avrei voluto ascoltare dalla sua voce quali obiettivi si fossero prefissati e quali investimenti avessero intenzione di fare."

Il fatto che avrebbe voluto ascoltare i progetti di Han Li e che l'incontro che hanno avuto è stato così breve, indica fuori da ogni dubbio che dei soldi che metteranno Paolo non ne sa niente.
 

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Si capisce, è palese, che non lui non crede minimamente a questo progetto.

Preghiamo si sbagli.
 

Jackdvmilan

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Ragionamento tortuoso, quello di Maldini. Nei club di calcio normali, non quelli dominati da un plenipotenziario alla Galliani, l'amministratore delegato di una società per azioni presiede ad almeno tre strutture verticali dell'amministrazione: quella finanziaria, quella commerciale, e quella sportiva, alla cui direzione sono preposti rispettivamente un direttore finanziario, uno commerciale ed uno tecnico. Le deliberazioni dei tre uffici vengono condivise con l'amministratore delegato, che riporta la volontà della proprietà e dinanzi a questa risponde esclusivamente dell'operato delle varie direzioni. Ciò in linea generale per i club a proprietà dominante, a maggior ragione in quella plurisoggettiva, quando non addirittura parcellizzata o diffusa, come si annuncia quella futura del Milan, ove non vi sarà (non dovrebbe esservi) un socio dominante rispetto ad un altro, che coarti l'operato dell'AD da lui nominato. In club con questa struttura, la volontà sociale si fonda sulla condivisione di un piano industriale e sull'affidamento di questo all'AD come lead manager, con precise responsabilità e discrezionalità, la cui volontà è prevalente su quella di ogni altro organo sociale. Tale è (sarà) Fassone nel Milan, per precisa volontà dei nuovi soci. Come possa collimare con questo profilo quello, vagheggiato da Maldini, di un direttore tecnico che gestisce in piena autonomia il budget di mercato, senza rispondere del suo operato all'AD, rimane un fatto difficile da interpretare. Pensavamo che la battaglia di Paolo fosse quella di guadagnare alla sua importante funzione di direttore tecnico spazi di manovra e di discrezionalità quanto a scelte strategiche, politiche di mercato, budget gestibile, non quella di ipotizzare una rivoluzione copernicana di modelli di amministrazione del club che non potrebbero essere diversi da quelli che sono. Delusione e dispiacere, dunque, per quella che poteva essere la grande occasione di rentree di Maldini nel grande calcio. Ma per costui si conferma un destino di signorile distacco dalla trita quotidianità di un mondo che gli ha donato felicità e ricchezza, ma a cui ha sempre riservato un estetico ed aristocratico sentimento di rifiuto. Rispetto, ma si deve andare avanti senza di lui. :sisi:

:grande::grande:
 

Il Rosso e il Nero

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Paolo Maldini, attraverso un comunicato ufficiale, ha affermato di aver deciso di non accettare la proposta di Sino-Europe e di Fassone. L'ex capitano ha ribadito di non aver affrontato alcun discorso economico e di non voler fare l'AD in quanto conosce i suoi limiti. Tuttavia, a precisa domanda fatta a Fassone su chi avrebbe deciso in caso di disaccordo tra lui e Mirabelli, il capitano si è sentito rispondere dal nuovo AD: "decido io".
Maldini non condivide questa impostazione, secondo lui simile al doppio AD che tanto ha fatto male negli ultimi anni. Lui afferma di volersi occupare dell'area tecnica ma lascia intendere di volerlo fare in modo autonomo.
Nel ribadire che i cinesi sono liberi di scegliere i loro collaboratori, afferma che anche lui avrebbe fatto lo stesso.
Ma la sua integrità morale gli impedisce di accettare qualcosa di cui non è convinto.

Quindi Maldini non tornerà al Milan. E' ufficiale.

Ma è ovvio, cosa si aspettava?
Non riesco a capire cosa non lo abbia convinto, se il ruolo prospettatogli o il progetto della nuova proprietà. Ma propenderei per la prima ipotesi. Rispetto ogni opinione, ma secondo me Fassone ha ragione, ci mancava di avere nuovamente una struttura a due teste
 

Serginho

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Totalmente dalla parte di Fassone. Meglio che non sia venuto con questa testa, non ha alcuna esperienza e pretende di avere l'ultima parola
 

Milanforever26

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Si capisce, è palese, che non lui non crede minimamente a questo progetto.

Preghiamo si sbagli.

Si capisce da dove scusa? Secondo me semplicemente lui ha una visione diversa di come deve essere la struttura dirigenziale, e non ha sentito la totale fiducia non avendo potuto parlare con Han Li..

Credo stiamo facendo troppo allarmismo, Paolo lo conosciamo è uno che non ha sfumature, in questo caso gli è stato prospettato un ruolo in cui avrebbe dovuto mediare costantemente e non è nella sua natura..legittimamente se ne è chiamato fuori..ciò non vuol dire che il progetto alla base sia scadente
 

Il Rosso e il Nero

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Ragionamento tortuoso, quello di Maldini. Nei club di calcio normali, non quelli dominati da un plenipotenziario alla Galliani, l'amministratore delegato di una società per azioni presiede ad almeno tre strutture verticali dell'amministrazione: quella finanziaria, quella commerciale, e quella sportiva, alla cui direzione sono preposti rispettivamente un direttore finanziario, uno commerciale ed uno tecnico. Le deliberazioni dei tre uffici vengono condivise con l'amministratore delegato, che riporta la volontà della proprietà e dinanzi a questa risponde esclusivamente dell'operato delle varie direzioni. Ciò in linea generale per i club a proprietà dominante, a maggior ragione in quella plurisoggettiva, quando non addirittura parcellizzata o diffusa, come si annuncia quella futura del Milan, ove non vi sarà (non dovrebbe esservi) un socio dominante rispetto ad un altro, che coarti l'operato dell'AD da lui nominato. In club con questa struttura, la volontà sociale si fonda sulla condivisione di un piano industriale e sull'affidamento di questo all'AD come lead manager, con precise responsabilità e discrezionalità, la cui volontà è prevalente su quella di ogni altro organo sociale. Tale è (sarà) Fassone nel Milan, per precisa volontà dei nuovi soci. Come possa collimare con questo profilo quello, vagheggiato da Maldini, di un direttore tecnico che gestisce in piena autonomia il budget di mercato, senza rispondere del suo operato all'AD, rimane un fatto difficile da interpretare. Pensavamo che la battaglia di Paolo fosse quella di guadagnare alla sua importante funzione di direttore tecnico spazi di manovra e di discrezionalità quanto a scelte strategiche, politiche di mercato, budget gestibile, non quella di ipotizzare una rivoluzione copernicana di modelli di amministrazione del club che non potrebbero essere diversi da quelli che sono. Delusione e dispiacere, dunque, per quella che poteva essere la grande occasione di rentree di Maldini nel grande calcio. Ma per costui si conferma un destino di signorile distacco dalla trita quotidianità di un mondo che gli ha donato felicità e ricchezza, ma a cui ha sempre riservato un estetico ed aristocratico sentimento di rifiuto. Rispetto, ma si deve andare avanti senza di lui. :sisi:

Perfetto
 
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In realtà tornava se i ruoli erano ben definiti e ovviamente il suo compito gli andava a genio...ma vabbè

Ha detto che non c'erano i presupposti per un team manager vincente.

In poche parole ha detto che la mafia degli ultimi anni sarà la stessa con Fassone al posto di Galliani.

Ricordiamo che Fassone e Galliani sono amicissimi....
 
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