Code all'apertura di Starbucks a Milano: l'opinione di Diego Fusaro.

Milanforever26

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Infatti ho specificato di ritenerla una grande opportunità economica, perchè crea posti di lavoro e dà linfa alle imprese locali fornitrici. Io sono assoultamente favorevole a Starbucks in Italia. Allo modo però non prendiamoci in giro...la gente non va perchè fanno il caffè tostato direttamente in loco o perchè prendono i dolcetti dal panificio della zona, ma lo fa perchè fa figo ed ormai di questi tempi conta solo apparire.

Farà figo forse qui da noi..all'estero ti garantisco che è un posto come un altro..mai visto gente farsi i selfie col bicchiere..
 

Eziomare

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"Pecoroni cosmopoliti", "caffè atlantista" :muhahah:, non male sto ragazzo, di una forbitezza quasi inusitata.
Mi pare un po' estremo il suo ragionamento, anche se concettualmente può essere condivisibile.
 

Milanforever26

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L'Italia non può esportare il proprio modello per il semplice fatto che l'idea di caffè al bancone bevuto in due minuti e via non attecchirebbe. Altre abitudini, altre culture. In compenso, esportiamo in tutto il mondo i prodotti delle nostre torrefazioni, altro che "presi per il ****".

Negli Stati Uniti cI sono in ogni media o grande città decine di coffehouses alternative a Starbucks, con wifi e prodotti qualitativamente superiori a prezzi più competitivi, prego informarsi.
Il segreto dell'espansione di Starbucks all'estero non risiede certo nella qualità, quanto proprio in una mal riposta idea di esclusività. Basti guardare la fauna che li popola, ripeto.
Per altro, in una nazione di grande consumo di caffè come l'Australia (e grande cultura nel campo, quindi), Starbucks ha fallito miseramente. In Russia non attecchiscono, perché il loro modello è già stato sviluppato da altri con prodotti più qualitativi. Qui da noi immagino avrà successo, grazie alla fascia di pecoroni nullafacenti che non vedono l'ora di passarci tre o quattro ore al giorno col Macbook aperto e le foto da postare su Instagram.

Mi pare tutto un preconcetto scusa..soprattutto sulla "fauna"..qui da noi forse sarà così (ma del resto a Milano...perché nei nostri baretti all'aperitivo chi ci sta?) ma all'estero io ho visto gente di ogni estrazione..
Sulla qualità dissento..anche ste famose coffehouses, forse tut i muovi per lavoro e sta alcuni giorni in un posto..io mi muovo solo per turismo, quando arrivo in una città non mi va di passare 2 ore su tripadvisor a cercare un posto dove fare colazione senza vedermi arrivare brodaglie, pancetta e uova, panini o pancake mollicci..so che lì hanno roba buona e ci vado a colpo sicuro...
Sul fatto degli italiani presi per il cul0 bhe...credo non serva nemmeno spiegare..

PS: ok il caffé non lo abbiamo esportato per la cultura (ma una cultura si può anche creare eh..)..e le pizze? E la pasta? E il pane?..
 

gabri65

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L'Italia non può esportare il proprio modello per il semplice fatto che l'idea di caffè al bancone bevuto in due minuti e via non attecchirebbe. Altre abitudini, altre culture. In compenso, esportiamo in tutto il mondo i prodotti delle nostre torrefazioni, altro che "presi per il ****".

Negli Stati Uniti cI sono in ogni media o grande città decine di coffehouses alternative a Starbucks, con wifi e prodotti qualitativamente superiori a prezzi più competitivi, prego informarsi.
Il segreto dell'espansione di Starbucks all'estero non risiede certo nella qualità, quanto proprio in una mal riposta idea di esclusività. Basti guardare la fauna che li popola, ripeto.
Per altro, in una nazione di grande consumo di caffè come l'Australia (e grande cultura nel campo, quindi), Starbucks ha fallito miseramente. In Russia non attecchiscono, perché il loro modello è già stato sviluppato da altri con prodotti più qualitativi. Qui da noi immagino avrà successo, grazie alla fascia di pecoroni nullafacenti che non vedono l'ora di passarci tre o quattro ore al giorno col Macbook aperto e le foto da postare su Instagram.

Già. Io non ci sono mai stato, e non ne faccio un discorso di qualità o di accessibilità. Quello che mi dà fastidio è il modello. Questo modello della grande catena globalizzata, appiattita su un cliché squallido. Porterà inevitabilmente svantaggi al piccolo bar, al piccolo fornaio, etc. Tutto in nome di una non ben definita idea di partecipazione ad una cerchia di illuminati che si ritrova lì, più sola che mai, perché fa parte del futuro, degli pseudo-social e ca**ate del genere. Come se entrare lì dentro ti promuovesse a una mentalità d'avanguardia che i comuni mortali ancora non hanno ben compreso.
 

Willy Wonka

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Io non ne usufruirò perché non mi piace la loro offerta, preferisco il classico caffè all'italiana, però non mi interessano molto queste polemiche. Hanno creato posti di lavoro e in un periodo così è grasso che cola, sigh. Detto questo mi dispiace solamente che abbiano sventrato un palazzo storico di Cordusio.
 
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Wildbone

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Lo Starbucks di Milano non è un classico Starbucks: è una torrefazione all'italiana, difatti non vendono nessun tipo di bevanda che vendono negli altri locali (compreso il frappuccino tanto di moda su Instagram). Vendono prodotti italiani, in un locale che è davvero meraviglioso.

Chiaro, la fila c'è perché è cool ecc. Però la comparazione con i negozi "tradizionali" di Starbucks è campata davvero per aria.


P.S.

Il 90% del favoloso caffè italiano venduto in Italia fa schifo.
Così come fanno schifo il 90% dei bar italiani.
 

Milanforever26

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Già. Io non ci sono mai stato, e non ne faccio un discorso di qualità o di accessibilità. Quello che mi dà fastidio è il modello. Questo modello della grande catena globalizzata, appiattita su un cliché squallido. Porterà inevitabilmente svantaggi al piccolo bar, al piccolo fornaio, etc. Tutto in nome di una non ben definita idea di partecipazione ad una cerchia di illuminati che si ritrova lì, più sola che mai, perché fa parte del futuro, degli pseudo-social e ca**ate del genere. Come se entrare lì dentro ti promuovesse a una mentalità d'avanguardia che i comuni mortali ancora non hanno ben compreso.

Ragazzi ma moda cosa? Ma scusate sono 40 anni che esistono non è mica na moda nata coi social...
Ripeto, perché nei nostri baretti con l'aperitivo la gente ci va perché sono buoni quei cocktail porcheria tipo lo Spritz, o i prosecchi slavati a 5 euro mezzo calice? O ci va perché fa cool?
La coda fuori poi, immagino che all'inaugurazione di Cracco in galleria non ci fosse vero? Lì però mica era perché fa figo...
 

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Mi pare tutto un preconcetto scusa..soprattutto sulla "fauna"..qui da noi forse sarà così (ma del resto a Milano...perché nei nostri baretti all'aperitivo chi ci sta?) ma all'estero io ho visto gente di ogni estrazione..
Sulla qualità dissento..anche ste famose coffehouses, forse tut i muovi per lavoro e sta alcuni giorni in un posto..io mi muovo solo per turismo, quando arrivo in una città non mi va di passare 2 ore su tripadvisor a cercare un posto dove fare colazione senza vedermi arrivare brodaglie, pancetta e uova, panini o pancake mollicci..so che lì hanno roba buona e ci vado a colpo sicuro...
Sul fatto degli italiani presi per il cul0 bhe...credo non serva nemmeno spiegare..

PS: ok il caffé non lo abbiamo esportato per la cultura (ma una cultura si può anche creare eh..)..e le pizze? E la pasta? E il pane?..

Sai che hanno roba buona o garantisce o' padrino? A differenza di MacDonald lo Starbucks cambia radicalmente da zona a zona, c'è pure quello con muri separati per maschi e femmine! Poche costanti sono beverone, inservienti e guardie. Una volta hanno persino fatto intervenire black lives matter contro Starbucks!


Il caffè napoletano è un bluff. È solo terzo dopo quello torinese e triestino e molti bar sono andati avanti grazie a criteri come lealtà verso i protettori piuttosto che qualità.
 

gabri65

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Ragazzi ma moda cosa? Ma scusate sono 40 anni che esistono non è mica na moda nata coi social...
Ripeto, perché nei nostri baretti con l'aperitivo la gente ci va perché sono buoni quei cocktail porcheria tipo lo Spritz, o i prosecchi slavati a 5 euro mezzo calice? O ci va perché fa cool?
La coda fuori poi, immagino che all'inaugurazione di Cracco in galleria non ci fosse vero? Lì però mica era perché fa figo...

Non ho detto "moda", ho detto "modello", il che ti porta fuori strada. Sono due concetti completamenti differenti. Scusami se puntualizzo, ma la moda è un evento transitorio, che lascia il tempo che trova. Il secondo è un fatto strutturale, che porta a cambiamenti radicali nelle abitudini.

Il primo è sicuramente quello che sta accadendo con l'apertura dell'ambiente. Sicuramente dettato da curiosità, non me ne faccio un cruccio, anche se per me è incomprensibile come possa richiamare così tante persone. Perché non ci sono le solite code se apre un qualsiasi altro punto di ristoro? Ovviamente per le ragioni già ampiamente descritte da altri. Questa è la moda.

Quello che critico è il secondo concetto, cioè il fatto che stiamo progressivamente azzerando la nostra cultura in cambio di una assuefazione a, giustappunto, un modello americano, con multinazionali che invadono il territorio infestandolo con luoghi tutti conformi e livellati verso una mentalità standard che ci toglie tradizione e protezione delle nostre singolarità. Nulla da dire sul fatto che questi hanno investito in Italia, ma alla fine della storia non lo so chi ci ha guadagnato. Ne faccio un discorso culturale, non economico o di qualità. La nostra ricchezza è basata sulla piccola imprenditoria, sul piccolo bar, sulla creatività dei singoli. Non voglio fare filosofie di economie protezionistiche, ma nemmeno svendere a gratis le nostre tradizioni quotidiane per questi colossi senz'anima. Alla fine ci ritroveremo tutti a comprare su Amazzonne, tutti a mangiare da Macdonalde, tutti a prendere il caffè da Starbuccse ... sai che bello.
 

de sica

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Ditemi quello che vi pare, ma il caffè a Starbucks è una monnezza come poche. Possiamo disquisire sui thè, sulle cioccolate, sui loro dolci ipercalorici ma non sui caffè. Per favore eh
 
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