Il Re dell'Est
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Cessione Milan, parla l'esperto: "Elliott solitamente vuole il 15%"
Il giornalista Pasquale Campopiano, con un articolo odierno, ha approfondito il discorso relativo alla struttura finanziaria che è stata costruita per rilevare il Milan. Stando al Sole24Ore si è appreso che Elliott finanzierà 180M per l'acquisto del Milan e altri 120M per la gestione del club. I primi 180M saranno soggetti ad un tasso di interesse pari all'11,5%, mentre i 120M destinati al Milan avranno un tasso di interesse pari a circa il 7,5%. Numeri, questi, che non sono piaciuti ai tifosi che hanno gridato allo scandalo.
Fonti londinese e americane affermano che "Elliott lavora nella massima segretezza quindi non avremo mai la conferma ufficiale del suo coinvolgimento in questa operazione".
L'advisor Marco Grandi, interpellato sulla vicenda, afferma che "quella del Milan è una special situation, cioè un prestito oneroso con tassi di interesse molto alti a fronte però di garanzie che possono essere, immagino, la cessione in futuro di quote del Milan o alcune ipoteche sul piano industriale. Solitamente per queste operazioni Elliott chiede interessi pari al 14/15% (es. M.United). Non sono banche, per questo utilizzano tassi così alti, e lo fanno solo quando sono sicuri di rientrare della cifra."
A sentire il Dott. Grandi, quindi, Elliott non sarebbe lo strozzino che tutti dipingono. L'esperto, poi, aggiunge che "lo scopo finale di questi fondi non è quello di entrare nel capitale sociale ma di riavere indietro i soldi con gli interessi pattuiti. Ciò detto, il Milan non potrà mai fallire perché se Elliott non dovesse ricevere i soldi dovuti e rilevasse le quote del club, lo ripulirebbe dai debiti per poi rivenderlo a terzi."
Successivamente, Grandi si sofferma sulla trattativa: "Rotschild, Elliott e Blue Skye li puoi coinvolgere in un prestito di simili dimensioni solo se l'architettura dell'operazione li invoglia a partecipare. Mi sembra chiaro che a un certo punto a Li siano mancati i fondi necessari a chiudere la trattativa e le banche cinesi, per via delle restrizioni, si sono chiamate fuori. Quindi sono entrati in scena Fassone e l'avvocato Agostinelli che hanno coinvolto Elliott e Blue Sky."
Veniamo dunque al tanto chiacchierato scorporo: "non possiamo escluderlo al 100% ma francamente sarebbe paradossale farlo con una trattativa così mediatica. Secondo me Berlusconi avrebbe dovuto farlo, nel caso, anni fa e in maniera più discreta. Piuttosto potrebbe profilarsi l'ipotesi peggiore, ossia che Yonghong Li non ripaghi il prestito, il Milan finisca nelle mani di Elliott che lo rivende a terzi. E in quel caso, ovviamente, potrebbe rientrare in gioco anche Berlusconi. Ma parliamo di scenari ad oggi molto remoti".
Chiusa sulla SEC, la CONSOB americana: "ogni tre mesi i fondi sono obbligati a lasciare traccia delle loro transazioni ma questo non avviene per le special situation come quella del Milan. In questo caso non c'è nessun obbligo di comunicazione."
A quel punto Campopiano scrive una mail direzione New York e all'altro capo gli rispondono: "non credo proprio che la disclosure con Elliot sia obbligatoria".
Il giornalista Pasquale Campopiano, con un articolo odierno, ha approfondito il discorso relativo alla struttura finanziaria che è stata costruita per rilevare il Milan. Stando al Sole24Ore si è appreso che Elliott finanzierà 180M per l'acquisto del Milan e altri 120M per la gestione del club. I primi 180M saranno soggetti ad un tasso di interesse pari all'11,5%, mentre i 120M destinati al Milan avranno un tasso di interesse pari a circa il 7,5%. Numeri, questi, che non sono piaciuti ai tifosi che hanno gridato allo scandalo.
Fonti londinese e americane affermano che "Elliott lavora nella massima segretezza quindi non avremo mai la conferma ufficiale del suo coinvolgimento in questa operazione".
L'advisor Marco Grandi, interpellato sulla vicenda, afferma che "quella del Milan è una special situation, cioè un prestito oneroso con tassi di interesse molto alti a fronte però di garanzie che possono essere, immagino, la cessione in futuro di quote del Milan o alcune ipoteche sul piano industriale. Solitamente per queste operazioni Elliott chiede interessi pari al 14/15% (es. M.United). Non sono banche, per questo utilizzano tassi così alti, e lo fanno solo quando sono sicuri di rientrare della cifra."
A sentire il Dott. Grandi, quindi, Elliott non sarebbe lo strozzino che tutti dipingono. L'esperto, poi, aggiunge che "lo scopo finale di questi fondi non è quello di entrare nel capitale sociale ma di riavere indietro i soldi con gli interessi pattuiti. Ciò detto, il Milan non potrà mai fallire perché se Elliott non dovesse ricevere i soldi dovuti e rilevasse le quote del club, lo ripulirebbe dai debiti per poi rivenderlo a terzi."
Successivamente, Grandi si sofferma sulla trattativa: "Rotschild, Elliott e Blue Skye li puoi coinvolgere in un prestito di simili dimensioni solo se l'architettura dell'operazione li invoglia a partecipare. Mi sembra chiaro che a un certo punto a Li siano mancati i fondi necessari a chiudere la trattativa e le banche cinesi, per via delle restrizioni, si sono chiamate fuori. Quindi sono entrati in scena Fassone e l'avvocato Agostinelli che hanno coinvolto Elliott e Blue Sky."
Veniamo dunque al tanto chiacchierato scorporo: "non possiamo escluderlo al 100% ma francamente sarebbe paradossale farlo con una trattativa così mediatica. Secondo me Berlusconi avrebbe dovuto farlo, nel caso, anni fa e in maniera più discreta. Piuttosto potrebbe profilarsi l'ipotesi peggiore, ossia che Yonghong Li non ripaghi il prestito, il Milan finisca nelle mani di Elliott che lo rivende a terzi. E in quel caso, ovviamente, potrebbe rientrare in gioco anche Berlusconi. Ma parliamo di scenari ad oggi molto remoti".
Chiusa sulla SEC, la CONSOB americana: "ogni tre mesi i fondi sono obbligati a lasciare traccia delle loro transazioni ma questo non avviene per le special situation come quella del Milan. In questo caso non c'è nessun obbligo di comunicazione."
A quel punto Campopiano scrive una mail direzione New York e all'altro capo gli rispondono: "non credo proprio che la disclosure con Elliot sia obbligatoria".
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