Tutti si concentrano sul venditore (Berlusconi) ma trascurano gli acquirenti. La domanda che ci dovremmo porre è la seguente: se domani mattina un ricchissimo sceicco chiamasse Berlusconi e gli offrisse un miliardo di euro per comprare il Milan e rilanciarlo a livelli altissimi con acquisti fenomenali e uno stadio meraviglioso Berlusconi accetterebbe? Io azzardo una risposta e dico che oggi, nel 2015 e con un bilancio come quello appena approvato, direbbe sì. Il problema è che uno sceicco non c’è né purtroppo si vede all’orizzonte. Gli acquirenti credibili e possibili attualmente sono due: cinesi e Mr.Bee.
Ora i cinesi sono preferibili da ogni punto di vista. Hanno patrimoni importanti, permetterebbero al Milan un’espansione commerciale senza precedenti, ci darebbe il supporto del governo cinese etc… Berlusconi li gradirebbe anche perché lo lascerebbero in cabina di comando. Solo che sebbene le intenzioni ci siano, i fatti per ora non si vedono. Il presidente cinese, il vice-presidente della camera di commercio italo-cinese (Fu), l’Apecf e lo stesso Berlusconi direttamente o indirettamente hanno chiamato in causa questa benedetta cordata di imprenditori cinesi. Si è cercato di stringere rapporti e favorire collaborazioni ma la realtà dei fatti è che i cinesi non si stanno muovendo sottotraccia, non si stanno muovendo punto. Non esiste che una società come il Milan e con un giro d’affari di 1 miliardo di euro venga venduta da un giorno all’altro senza che nessuno ne sappia niente. Ci sarebbero troppo persone coinvolte (studi legali, advisor finanziari etc…) perché nulla trapeli anche solo come rumour. Quindi evidentemente devono essere vere le voci che parlavano di imprenditori cinesi poco interessati al progetto. Al momento è così se poi qualche cosa dovesse cambiare tra qualche mese ora non si può sapere.
Dall’altra parte c’è Bee che è molto concreto, è seriamente appassionato, ha già formulato un’offerta e potrebbe partire immediatamente a gestire la società. Ma Bee ha alle spalle Doyen che non convince e potrebbe comprare il Milan con un leveraged buyout che è effettivamente molto rischioso. Berlusconi forse non vuole vendere ad un personaggio che non lo convince ed un progetto che gli sembra finanziariamente pericoloso. Quindi ora il dubbio non è se vendere o meno per questioni politiche o egocentriche ma se accettare l’offerta di Bee che ha paura possa essere un Thohir rossonero o tenere il Milan in attesa di fantomatici investitori futuri.
Nella sua testa (disturbata) forse sta pensando di investire personalmente così da rilanciare la squadra sul piano sportivo ed aspettare che Fondazione Fiera dica sì allo stadio. Così tra due anni potrebbe vendere un Milan in Champions e con uno stadio privato in costruzione e con sponsor già partecipi del progetto (vedi naming rights). Il prezzo sarebbe più alto e lui si riprenderebbe i soldi che ha messo ora. Solo che sarebbe un’operazione folle perché 50/60 milioni di euro non bastano a rilanciare la squadra e non danno certezze di arrivare terzi ed il progetto stadio in questo momento rischia seriamente di venire bocciato. Inoltre anche con un Milan campione d’Italia non è certo che gli acquirenti fioccherebbero. A bloccare eventuali interessati infatti non è il blasone decaduto dei rossoneri ma il prezzo troppo elevato d’acquisto (il PSG è stato comprato per 50 milioni…) e con questa strategia volta ad incrementare ulteriormente il prezzo di vendita il problema sarebbe paradossalmente peggiorato. Berlusconi deve solo arrendersi all’evidenza che da solo non può migliorare la situazione, soprattutto con la dirigenza attuale, e che probabilmente è meglio un salto nel vuoto che l’immobilismo assoluto. Anche perché non è detto che dopo Bee ne verrà uno migliore, anzi…(cinesi permettendo of course).