Cassano senza vergogna: "Non mi ritiro, cercatemi entro settembre"

juventino

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Cassano senza vergogna: "Non mi ritiro, cercatemi entro settembre"

Antonio Cassano sembra non conoscere il significato della parola vergogna. Dopo l'incredibile rescissione col Verona il "giocatore" ha annunciato, in un'intervista a La Stampa, di non volersi ritirare. Alcuni estratti dell'intervista: "Nella mia vita di c…e ne ho fatte tante, ma non sono scemo. E soprattutto sono sempre stato coerente. Ritirarmi? Quando ho parlato col Verona non ho mai detto ‘mi ritiro’. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Infatti al momento della rescissione mi hanno proposto di inserire la clausola di risarcimento, nel caso trovassi un’altra squadra. E io ho accettato. La nostalgia di casa non c’entra. Di sicuro voglio continuare, ho più di qualche idea, ma non ho offerte."
 

Clarenzio

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Scemo è Balotelli, Cassano è un gran furbone parac*lo.
 

IDRIVE

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Il suo palmares recita due scudetti e due supercoppe. In dettaglio: uno scudetto spagnolo giocando sette (!) partite in totale e uno italiano con noi, essendo arrivato a gennaio.
Nelle due finali di supercoppa non è neanche entrato in campo.
E ancora stiamo parlando di questo quà?
 
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Antonio Cassano sembra non conoscere il significato della parola vergogna. Dopo l'incredibile rescissione col Verona il "giocatore" ha annunciato, in un'intervista a La Stampa, di non volersi ritirare. Alcuni estratti dell'intervista: "Nella mia vita di c…e ne ho fatte tante, ma non sono scemo. E soprattutto sono sempre stato coerente. Ritirarmi? Quando ho parlato col Verona non ho mai detto ‘mi ritiro’. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Infatti al momento della rescissione mi hanno proposto di inserire la clausola di risarcimento, nel caso trovassi un’altra squadra. E io ho accettato. La nostalgia di casa non c’entra. Di sicuro voglio continuare, ho più di qualche idea, ma non ho offerte."

:ghign: :ghign:
 

Djerry

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Mi pare chiaro che il suo obiettivo sia evitare di far fatica durante i carichi del ritiro, non riesce proprio mentalmente a pensare calcio con spirito di sacrificio.

E questo è un problema che si riflette anche nel discorso che faccio spesso coi difensori di colore nelle giovanili, palesemente più pronti e strutturati rispetto ai pari età normodotati: quando un allenatore degli Allievi prova a dire ad un Koulibaly o ad un Mangala 16enne di fare la diagonale o di rispettare le distanze dal compagno o addirittura di scappare indietro quando l'avversario ha la palla, questo ti guarda malissimo perché sa che solo con uno scatto, un salto o una spallata ha recuperato e recupererà sempre quel pallone, mandando al bar l'attaccante.

E quindi non fanno lo sforzo mentale per impostarsi sul piano tattico, arrivando regolarmente impreparati tra i professionisti e commettendo errori invasivi, dovendo poi sperare di incontrare nella propria strada il Sarri di turno che gli insegna di nuovo il mestiere.
Spesso si cade addirittura nella trappola del razzismo su questi temi (ha fatto un disastro Eranio tempo fa spiegandosi malissimo in Svizzera), ma in realtà ci sono precise ragioni somatiche e di campo.

Allo stesso modo i grandi talenti palla al piede che hanno sempre ottenuto tutto facilmente su un campo di calcio danno per sottintesa una sorta di onnipotenza tecnica che permette loro anche di trascurare l'aspetto atletico, fisico e tattico, perché tanto mettono la palla dove vogliono.
Non voglio scomodare Maradona nella stessa frase di Cassano, ma il senso è più o meno quello. Diciamo pure Sodinha, ma gli esempi sono tantissimi.

Sia chiaro che non ci sono regole, ovviamente sono solo possibili tendenze e c'è poi cultura e cultura tra le varie persone, però se Cassano è diventato e rimasto "solo" un Cassano, non è perché è scemo e basta nella sua ignoranza di Bari vecchia, ma anche per un banale motivo di campo, più o meno inconscio, che non gli ha mai fatto scattare qualcosa di diverso nella testa.
 

Jackdvmilan

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Antonio Cassano sembra non conoscere il significato della parola vergogna. Dopo l'incredibile rescissione col Verona il "giocatore" ha annunciato, in un'intervista a La Stampa, di non volersi ritirare. Alcuni estratti dell'intervista: "Nella mia vita di c…e ne ho fatte tante, ma non sono scemo. E soprattutto sono sempre stato coerente. Ritirarmi? Quando ho parlato col Verona non ho mai detto ‘mi ritiro’. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Infatti al momento della rescissione mi hanno proposto di inserire la clausola di risarcimento, nel caso trovassi un’altra squadra. E io ho accettato. La nostalgia di casa non c’entra. Di sicuro voglio continuare, ho più di qualche idea, ma non ho offerte."

Mi viene più di un dubbio
 
V

vanbasten

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Antonio Cassano sembra non conoscere il significato della parola vergogna. Dopo l'incredibile rescissione col Verona il "giocatore" ha annunciato, in un'intervista a La Stampa, di non volersi ritirare. Alcuni estratti dell'intervista: "Nella mia vita di c…e ne ho fatte tante, ma non sono scemo. E soprattutto sono sempre stato coerente. Ritirarmi? Quando ho parlato col Verona non ho mai detto ‘mi ritiro’. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Infatti al momento della rescissione mi hanno proposto di inserire la clausola di risarcimento, nel caso trovassi un’altra squadra. E io ho accettato. La nostalgia di casa non c’entra. Di sicuro voglio continuare, ho più di qualche idea, ma non ho offerte."

vatti a nascondere pagliaccio
 

Mr. Canà

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Mi pare chiaro che il suo obiettivo sia evitare di far fatica durante i carichi del ritiro, non riesce proprio mentalmente a pensare calcio con spirito di sacrificio.

E questo è un problema che si riflette anche nel discorso che faccio spesso coi difensori di colore nelle giovanili, palesemente più pronti e strutturati rispetto ai pari età normodotati: quando un allenatore degli Allievi prova a dire ad un Koulibaly o ad un Mangala 16enne di fare la diagonale o di rispettare le distanze dal compagno o addirittura di scappare indietro quando l'avversario ha la palla, questo ti guarda malissimo perché sa che solo con uno scatto, un salto o una spallata ha recuperato e recupererà sempre quel pallone, mandando al bar l'attaccante.

E quindi non fanno lo sforzo mentale per impostarsi sul piano tattico, arrivando regolarmente impreparati tra i professionisti e commettendo errori invasivi, dovendo poi sperare di incontrare nella propria strada il Sarri di turno che gli insegna di nuovo il mestiere.
Spesso si cade addirittura nella trappola del razzismo su questi temi (ha fatto un disastro Eranio tempo fa spiegandosi malissimo in Svizzera), ma in realtà ci sono precise ragioni somatiche e di campo.

Allo stesso modo i grandi talenti palla al piede che hanno sempre ottenuto tutto facilmente su un campo di calcio danno per sottintesa una sorta di onnipotenza tecnica che permette loro anche di trascurare l'aspetto atletico, fisico e tattico, perché tanto mettono la palla dove vogliono.
Non voglio scomodare Maradona nella stessa frase di Cassano, ma il senso è più o meno quello. Diciamo pure Sodinha, ma gli esempi sono tantissimi.

Sia chiaro che non ci sono regole, ovviamente sono solo possibili tendenze e c'è poi cultura e cultura tra le varie persone, però se Cassano è diventato e rimasto "solo" un Cassano, non è perché è scemo e basta nella sua ignoranza di Bari vecchia, ma anche per un banale motivo di campo, più o meno inconscio, che non gli ha mai fatto scattare qualcosa di diverso nella testa.

Ottima analisi.
 
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