Comunque il problema va proprio alla radice: pochi giorni fa, per dire, a Reggio nell’Emilia, un “fratello extracomunitario” prima ha palpeggiato il seno a una donna-poliziotto, poi, non contento, in segno di sfregio e sfida si è messo a masturbarsi. Arrestato dai colleghi della donna-poliziotto, poco dopo è stato rimesso in libertà dal giudice che non ha convalidato l’arresto motivando che «si trattava di un fatto di lieve entità» (!?)
Immaginiamo se una scena del genere si fosse svolta a Berlino, a Parigi, a Londra, a Vienna. Sapete, o pie “anime belle”, quali sarebbero state le conseguenze? Chiunque conosca i Codici Penali di quei Paesi e il modo in cui le leggi penali sono applicate, vi può confermare che la pena alla carcerazione avrebbe oscillato da quattro a sei anni di reclusione, data l’aggravante costituita dall’oltraggio a un membro delle forze dell’ordine che non rappresenta certo se stesso, nell’esercizio delle proprie funzioni, ma rappresenta lo Stato.
In Italia invece, palpeggiare il seno allo Stato e poi masturbarsi dinanzi a lui in segno di spregio, per i nostri magistrati «è un fatto di lieve entità» che non richiede la convalida dell’arresto effettuato dai colleghi della donna-poliziotto, oltraggiata come donna e come pubblico ufficiale delle forze di polizia della Repubblica Italiana, le quali si chiamano, tra l’altro e non certo a caso: Polizia di Stato.
Ma si potrebbe parlare anche di altri casi, dove un poliziotto viene incriminato per “eccesso di legittima difesa” per aver sparato ad un 22enne ecuadoriano che aveva appena accoltellato un collega.