Caldara:"Ripagherò la fiducia di Maldini e dei tifosi".

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Mattia Caldara intervistato dalla GDS in edicola:"Come sto? Sempre meglio. Sono qui da un mese e mezzo e ho cominciato a fare lavori sul campo: corsette, conduzioni ed esercizi di stabilità. Tra pochi giorni avrò un controllo, poi farò una breve vacanza a Mykonos in at-tesa di tornare a Milanello. La mia giornata tipo a Villa Stuart? Dormo in un hotel qui vicino. Mi sveglio alle 8 e poi faccio fisioterapia dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30 alternando campo, piscina e palestra. Sono qui con la mia fidanzata Nicole e nel weekend di solito vengono i miei genitori, Stefano e Laura. Senza il loro supporto sarebbe stato tutto più difficile. Fino a dieci giorni fa avevo ancora fastidio, adesso invece cerco di godermi un po’ Roma. Sono stato anche all’udienza generale con il Papa. E la carbonara mette a rischio il primato della pizza nei miei gusti... Ma la cosa più importante è rispettare il programma. Finora è andato tutto bene. Le prime due settimane dopo l’operazione sono state difficili a livello mentale oltre che fisi- co. Ma il peggio è passato: altri due o tre mesi e ricomincio da dove avevo lasciato. Ho ipotizzato una data per il rientro, ma la tengo per me. Anno buttato, quanto domande mi sono fatto? Tante. Questo periodo mi è servito a capire me stesso, i miei piccoli difetti caratteriali. Ho riflettuto molto. Non ho giocato, ma sono cresciuto come uomo. E ho capito cosa mi mancava a livello fisico: il secondo infortunio, quello al ginocchio, è stata una fatalità (scontro con Borini in allenamento, ndr), ma il primo (lesione parziale del tendine achilleo e lesione della giunzione mio-tendinea del muscolo gemello mediale del polpaccio destro, ndr) fu in parte dovuto alla mancanza di elasticità e ho lavorato molto per risolvere questo problema. Momenti di sconforto e pianto? Un paio di volte, da solo. Ho scoperto che aiuta. Mi sono mancati il Milan e la Nazionale. Siamo all’inizio di un nuovo ciclo azzurro, l’Italia ha avuto un cambio di rotta importante e sta ottenendo buoni risultati. Mancini convoca chi lo merita e io voglio dimostrare di poter stare nel gruppo. Temp che qualcuno si sia dimenticato di me? Dopo un anno così sarebbe normale. Toccherà a me ricordare chi sono ancora. Come ho vissuto il trasferimento dalla Juve al Milan? Furono giorni frenetici, ho saputo tutto un paio di giorni prima della conclusione. Stavo ancora cercando di inserirmi nella Juve e all’improvviso cambiò tutto. Non fu facile affrontare quel momento. I tifosi del Milan mi accolsero benissimo e mi dispiace molto non aver ancora ripagato la loro fiducia. Io sono molto timido, ma mi sono trovato subito bene. Chiedo scusa per quest’anno disgraziato. Pensi che da bambino sognavo di fare gli scalini di San Siro e di vedere lo stadio pieno: mi è successo una sola volta. Il rapporto con Maldini? Paolo mi ha sempre parlato tanto e ogni volta sento la sua fiducia. Avere davanti uno che ha fatto la storia del Milan è un grande stimolo. Mi ha chiamato anche dopo l’infortunio, è sempre molto presente. La 33 non ha portato bene, la lascerò a Krunic? Sì, penso di cambiare numero, non so ancora quale prenderò".
 

Djici

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Mattia Caldara intervistato dalla GDS in edicola:"Come sto? Sempre meglio. Sono qui da un mese e mezzo e ho cominciato a fare lavori sul campo: corsette, conduzioni ed esercizi di stabilità. Tra pochi giorni avrò un controllo, poi farò una breve vacanza a Mykonos in at-tesa di tornare a Milanello. La mia giornata tipo a Villa Stuart? Dormo in un hotel qui vicino. Mi sveglio alle 8 e poi faccio fisioterapia dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30 alternando campo, piscina e palestra. Sono qui con la mia fidanzata Nicole e nel weekend di solito vengono i miei genitori, Stefano e Laura. Senza il loro supporto sarebbe stato tutto più difficile. Fino a dieci giorni fa avevo ancora fastidio, adesso invece cerco di godermi un po’ Roma. Sono stato anche all’udienza generale con il Papa. E la carbonara mette a rischio il primato della pizza nei miei gusti... Ma la cosa più importante è rispettare il programma. Finora è andato tutto bene. Le prime due settimane dopo l’operazione sono state difficili a livello mentale oltre che fisi- co. Ma il peggio è passato: altri due o tre mesi e ricomincio da dove avevo lasciato. Ho ipotizzato una data per il rientro, ma la tengo per me. Anno buttato, quanto domande mi sono fatto? Tante. Questo periodo mi è servito a capire me stesso, i miei piccoli difetti caratteriali. Ho riflettuto molto. Non ho giocato, ma sono cresciuto come uomo. E ho capito cosa mi mancava a livello fisico: il secondo infortunio, quello al ginocchio, è stata una fatalità (scontro con Borini in allenamento, ndr), ma il primo (lesione parziale del tendine achilleo e lesione della giunzione mio-tendinea del muscolo gemello mediale del polpaccio destro, ndr) fu in parte dovuto alla mancanza di elasticità e ho lavorato molto per risolvere questo problema. Momenti di sconforto e pianto? Un paio di volte, da solo. Ho scoperto che aiuta. Mi sono mancati il Milan e la Nazionale. Siamo all’inizio di un nuovo ciclo azzurro, l’Italia ha avuto un cambio di rotta importante e sta ottenendo buoni risultati. Mancini convoca chi lo merita e io voglio dimostrare di poter stare nel gruppo. Temp che qualcuno si sia dimenticato di me? Dopo un anno così sarebbe normale. Toccherà a me ricordare chi sono ancora. Come ho vissuto il trasferimento dalla Juve al Milan? Furono giorni frenetici, ho saputo tutto un paio di giorni prima della conclusione. Stavo ancora cercando di inserirmi nella Juve e all’improvviso cambiò tutto. Non fu facile affrontare quel momento. I tifosi del Milan mi accolsero benissimo e mi dispiace molto non aver ancora ripagato la loro fiducia. Io sono molto timido, ma mi sono trovato subito bene. Chiedo scusa per quest’anno disgraziato. Pensi che da bambino sognavo di fare gli scalini di San Siro e di vedere lo stadio pieno: mi è successo una sola volta. Il rapporto con Maldini? Paolo mi ha sempre parlato tanto e ogni volta sento la sua fiducia. Avere davanti uno che ha fatto la storia del Milan è un grande stimolo. Mi ha chiamato anche dopo l’infortunio, è sempre molto presente. La 33 non ha portato bene, la lascerò a Krunic? Sì, penso di cambiare numero, non so ancora quale prenderò".

Belle parole. Torna con calma ma sopratutto più forte di prima!
 

The P

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Mattia Caldara intervistato dalla GDS in edicola:"Come sto? Sempre meglio. Sono qui da un mese e mezzo e ho cominciato a fare lavori sul campo: corsette, conduzioni ed esercizi di stabilità. Tra pochi giorni avrò un controllo, poi farò una breve vacanza a Mykonos in at-tesa di tornare a Milanello. La mia giornata tipo a Villa Stuart? Dormo in un hotel qui vicino. Mi sveglio alle 8 e poi faccio fisioterapia dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30 alternando campo, piscina e palestra. Sono qui con la mia fidanzata Nicole e nel weekend di solito vengono i miei genitori, Stefano e Laura. Senza il loro supporto sarebbe stato tutto più difficile. Fino a dieci giorni fa avevo ancora fastidio, adesso invece cerco di godermi un po’ Roma. Sono stato anche all’udienza generale con il Papa. E la carbonara mette a rischio il primato della pizza nei miei gusti... Ma la cosa più importante è rispettare il programma. Finora è andato tutto bene. Le prime due settimane dopo l’operazione sono state difficili a livello mentale oltre che fisi- co. Ma il peggio è passato: altri due o tre mesi e ricomincio da dove avevo lasciato. Ho ipotizzato una data per il rientro, ma la tengo per me. Anno buttato, quanto domande mi sono fatto? Tante. Questo periodo mi è servito a capire me stesso, i miei piccoli difetti caratteriali. Ho riflettuto molto. Non ho giocato, ma sono cresciuto come uomo. E ho capito cosa mi mancava a livello fisico: il secondo infortunio, quello al ginocchio, è stata una fatalità (scontro con Borini in allenamento, ndr), ma il primo (lesione parziale del tendine achilleo e lesione della giunzione mio-tendinea del muscolo gemello mediale del polpaccio destro, ndr) fu in parte dovuto alla mancanza di elasticità e ho lavorato molto per risolvere questo problema. Momenti di sconforto e pianto? Un paio di volte, da solo. Ho scoperto che aiuta. Mi sono mancati il Milan e la Nazionale. Siamo all’inizio di un nuovo ciclo azzurro, l’Italia ha avuto un cambio di rotta importante e sta ottenendo buoni risultati. Mancini convoca chi lo merita e io voglio dimostrare di poter stare nel gruppo. Temp che qualcuno si sia dimenticato di me? Dopo un anno così sarebbe normale. Toccherà a me ricordare chi sono ancora. Come ho vissuto il trasferimento dalla Juve al Milan? Furono giorni frenetici, ho saputo tutto un paio di giorni prima della conclusione. Stavo ancora cercando di inserirmi nella Juve e all’improvviso cambiò tutto. Non fu facile affrontare quel momento. I tifosi del Milan mi accolsero benissimo e mi dispiace molto non aver ancora ripagato la loro fiducia. Io sono molto timido, ma mi sono trovato subito bene. Chiedo scusa per quest’anno disgraziato. Pensi che da bambino sognavo di fare gli scalini di San Siro e di vedere lo stadio pieno: mi è successo una sola volta. Il rapporto con Maldini? Paolo mi ha sempre parlato tanto e ogni volta sento la sua fiducia. Avere davanti uno che ha fatto la storia del Milan è un grande stimolo. Mi ha chiamato anche dopo l’infortunio, è sempre molto presente. La 33 non ha portato bene, la lascerò a Krunic? Sì, penso di cambiare numero, non so ancora quale prenderò".

Certo che anche di sfortuna ne abbiamo avuta... tra lui e Conti tra i nuovi, più Bonaventura tra i vecchi, abbiamo 3 titolari che hanno saltato rispettivamente 2 anni, 1 anno e 1 anno.
 
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Mattia Caldara intervistato dalla GDS in edicola:"Come sto? Sempre meglio. Sono qui da un mese e mezzo e ho cominciato a fare lavori sul campo: corsette, conduzioni ed esercizi di stabilità. Tra pochi giorni avrò un controllo, poi farò una breve vacanza a Mykonos in at-tesa di tornare a Milanello. La mia giornata tipo a Villa Stuart? Dormo in un hotel qui vicino. Mi sveglio alle 8 e poi faccio fisioterapia dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30 alternando campo, piscina e palestra. Sono qui con la mia fidanzata Nicole e nel weekend di solito vengono i miei genitori, Stefano e Laura. Senza il loro supporto sarebbe stato tutto più difficile. Fino a dieci giorni fa avevo ancora fastidio, adesso invece cerco di godermi un po’ Roma. Sono stato anche all’udienza generale con il Papa. E la carbonara mette a rischio il primato della pizza nei miei gusti... Ma la cosa più importante è rispettare il programma. Finora è andato tutto bene. Le prime due settimane dopo l’operazione sono state difficili a livello mentale oltre che fisi- co. Ma il peggio è passato: altri due o tre mesi e ricomincio da dove avevo lasciato. Ho ipotizzato una data per il rientro, ma la tengo per me. Anno buttato, quanto domande mi sono fatto? Tante. Questo periodo mi è servito a capire me stesso, i miei piccoli difetti caratteriali. Ho riflettuto molto. Non ho giocato, ma sono cresciuto come uomo. E ho capito cosa mi mancava a livello fisico: il secondo infortunio, quello al ginocchio, è stata una fatalità (scontro con Borini in allenamento, ndr), ma il primo (lesione parziale del tendine achilleo e lesione della giunzione mio-tendinea del muscolo gemello mediale del polpaccio destro, ndr) fu in parte dovuto alla mancanza di elasticità e ho lavorato molto per risolvere questo problema. Momenti di sconforto e pianto? Un paio di volte, da solo. Ho scoperto che aiuta. Mi sono mancati il Milan e la Nazionale. Siamo all’inizio di un nuovo ciclo azzurro, l’Italia ha avuto un cambio di rotta importante e sta ottenendo buoni risultati. Mancini convoca chi lo merita e io voglio dimostrare di poter stare nel gruppo. Temp che qualcuno si sia dimenticato di me? Dopo un anno così sarebbe normale. Toccherà a me ricordare chi sono ancora. Come ho vissuto il trasferimento dalla Juve al Milan? Furono giorni frenetici, ho saputo tutto un paio di giorni prima della conclusione. Stavo ancora cercando di inserirmi nella Juve e all’improvviso cambiò tutto. Non fu facile affrontare quel momento. I tifosi del Milan mi accolsero benissimo e mi dispiace molto non aver ancora ripagato la loro fiducia. Io sono molto timido, ma mi sono trovato subito bene. Chiedo scusa per quest’anno disgraziato. Pensi che da bambino sognavo di fare gli scalini di San Siro e di vedere lo stadio pieno: mi è successo una sola volta. Il rapporto con Maldini? Paolo mi ha sempre parlato tanto e ogni volta sento la sua fiducia. Avere davanti uno che ha fatto la storia del Milan è un grande stimolo. Mi ha chiamato anche dopo l’infortunio, è sempre molto presente. La 33 non ha portato bene, la lascerò a Krunic? Sì, penso di cambiare numero, non so ancora quale prenderò".

Forza Mattia!!
 
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