Jack Bonaventura, uno dei leader del Milan, parla in esclusiva ai microfoni di Premium Sport. Ecco le sue parole: "Con Sinisa ho un bel rapporto. Quando c'è da spronare la squadra sa essere cattivo: senza dubbio ha grandi qualità come persona e tatticamente cerca di darci la sua impronta. Il lavoro che stiamo facendo darà i suoi frutti: siamo uniti e nelle ultime partite abbiamo giocato bene, mettendo sotto squadre anche importanti. Ci vuole tempo, il mister è arrivato soltanto da pochi mesi. Il debutto in Serie A è stato incredibile, avevo 180 pulsazioni a riposo, ma poi in campo giocavo con tranquillità. Il ricordo più bello sono i due goal con l'Atalanta a San Siro contro l'Inter. Il mio trasferimento al Milan? E' stato surreale: dovevo venire a Milano per firmare con l'Inter, ma loro dovevano prima cedere un giocatore. Così si era fatta sera e sono stato convocato a Casa Milan da Galliani. E' stato il momento più emozionante della mia carriera, finalmente coronavo il sogno di giocare per una big dopo tanti anni in provincia. Ed è vero, al momento della firma mi sono emozionato. I tifosi mi considerano un leader? Mi sento importante, i tifosi guardano l'atteggiamento, il modo in cui un giocatore sta in campo e io sono così. Ma non lo faccio certo per attirare simpatie, semplicemente per aiutare la squadra. Per me non è importante essere considerato un leader, mi interessa solo dare il giusto esempio alla squadra. Nazionale? Mi sento pronto per giocare titolare, anche perché ormai è da un po' di anni che i miei rendimenti sono buoni. Voglio convincere il mister e diventare importante anche per la maglia azzurra, per la quale darei il massimo. I miei idoli? Da bambino mi piacevano tantissimo i numeri 10..."