Al di là della fattibilità o meno della cosa, si tratta della classica risposta facile ad un quesito difficile, ovvero quel tipo di risposta che sul punto sembra rappresentare una facile soluzione a tutti i problemi, ma che in realtà spesso si rivela superficiale.
E' anche vero che in questi momento la maggior parte delle nostre società non è in grado di applicare soluzioni più intelligenti. Basta vedere il Milan, che dovrebbe essere un esempio per le altre. Dei risultati sul campo non interessa nulla a nessuno, tanto meno della crescita dei giovani italiani. Basta ci sia un guadagno economico e che fruttino gli affari con i procuratori amici.
In questo senso il sistema delle compoprietà, invece che aiutare la crescita dei nostri giovani, ha contribuito ad affossarla.
Altro problema è rappresentato dai vivai: è palese che il nostro sistema sia ormai obsoleto e che urga qualche modifica, sia nella composizione dei campionati, sia nella mentalità delle società e degli allenatori, che puntano al risultato più che alla crescita dei talenti.
In conclusione, penso che una soluzione come quella proposta, per quanto semplicistica e superficiale, possa essere utile a cambiare per qualche anno le prospettive dei club, che al momento non sembrano avere la voglia e le capacità di trovare soluzioni migliori.