Berlusconi: "Voglio cedere il Milan in mani italiane e sicure".VIDEO

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Giangy

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Dopo la parola del saluto dal presidente del Milan ho capito tutto. Questa marionetta che sembra tirato con le filette dopo questo video mi ha distrutto completamente di botto la mia passione, tifo per il Milan. E finita per davvero questa volta! Sono schifato.
 

Coripra

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Berlusconi ha fatto quello che fanno tutte le aziende e le persone di spicco con uno staff praparato sui social network: ascoltare la voce della rete e rispondere uscendone il più pulito possibile.

La parte legata al compratore italiano è invece indirizzata al suo "target" di riferimento, quello "politico": la fascia delle persone di mezza età (quello è il "cluster", usando delle parole più markettare, a cui si rivolge).
4 persone su 5, italiane, della fascia 40-60, non necessariamente rossonere, non sarebbero felici di vedere il Milan venduto ai cinesi.

Meno male che sono over 60... :asd:
 

Super_Lollo

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Mi sono svegliato questa mattina convinto di essermi sognato tutto avendo visto il video del nano pazzo questa notte ... Purtroppo è tutto vero .

E FINITA
 
M

Milan7champions

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Oddio e' finita, il mondo implodera' a momenti, non mi resta che tifare per la prescrittere o la rubentinese, oddio moriremo tutti. A parte queste cose assurde, come ha scritto giustamente Sergihno e qualcun'altro non vedo nulla di strano in questo video propaganda,per il semplice motivo che cambia idea da un giorno all'altro. Poi parliamoci chiaro, chi sono questi cinesi folli che vogliono investire nel calcio italiano quando potrebbero farlo in quello inglese o tedesco e guadagnarci, qua in Italia ci rimettono solo soldi.Anch'io vorrei una proprieta' italiana ma chi e' lo stupido che ha tanti soldi da buttare,non parlatemi di Squinzi che ha un patrimonio di molto inferiore a Berlusconi e non combinerebbe nulla di buono, ci vorrebbero i Ferrero ma non vogliono entrarci per ovvi motivi. Il calcio italiano e' morto, perche' e' morta l'Italia una nazione fallita e di falliti, non a caso l'unica squadra seria e' la Juve che grazie ad una programmazione e ai finanziamenti statali degli Agnelli riescono a sopperire a questa crisi, altrimenti .... stessa fine di Milan e Inter
 

Il Re dell'Est

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CorSport (Furio Fedele): malgrado il video di ieri sera, da ambienti vicini alla Fininvest, si puntualizza che sotto traccia si continua a lavorare anche e soprattutto sul fronte straniero.

GdS (Pasotto): "Preferibilmente in mani italiane". Questa frase, pur non volendo interpretarla come una chiusura totale nei confronti della cordata cinese, fa nascere una serie di interrogativi. Ci sono eventuali acquirenti italiani in grado di pagare circa 700/800 milioni per il Milan? Ci può addirittura essere qualche trattativa segreta e già avanzata? Quanto saranno infastiditi gli investitori cinesi dopo queste frasi di Berlusconi? A quest’ultima domanda si può rispondere subito: sono molto infastiditi, e infastiditi è un eufemismo. Da fonti vicine alla Galatioto Sports Partner, ovvero l’advisor del consorzio cinese, filtra grande sorpresa e una certa frustrazione per le parole di Berlusconi e per come sta venendo gestita la trattativa. In pratica la controparte non riesce a capire a che gioco voglia giocare il presidente rossonero, nell’ambito di quello che da sponda cino-americana viene considerato un piano economico molto solido, con acquirenti altrettanto solidi e soprattutto noti a Fininvest. Anche perché – fanno notare – Sal Galatioto, che in carriera ha curato tantissime cessioni/acquisizioni di alto livello, non rischierebbe la reputazione affiancando investitori poco solidi.
Tutto questo non significa comunque che la trattativa sia saltata per aria. Almeno, non ancora.

Questi sono giorni fitti di contatti, sebbene alla luce delle dichiarazioni di Berlusconi e della reazione cino-americana, i punti di domanda siano diventati enormi. Sul tavolo c’è sempre la questione del dossier che dovrà contenere le garanzie bancarie degli investitori cinesi e ciò che continua a filtrare è uno scenario di attesa unito a una parola ricorrente: cautela. Estrema cautela perché il faldone, una volta completato, finirà sulla scrivania di Berlusconi, che deciderà se dargli seguito dando il via libera a un’esclusiva – non vincolante – con i cinesi per un mese. Di certo c’è che il Cda di Fininvest fino a ieri sera non era stato convocato. Al momento si può ipotizzare che Silvio non voglia abbandonare la scena da perdente, magari con un Milan fuori dalle coppe per il terzo anno consecutivo. E può darsi che sia più combattuto di quanto si pensi sulla cessione del club: la ragione, probabilmente, gli suggerisce di vendere, il cuore di tenere la società.

Repubblica (Currò): "Vorrei vendere agli italiani"... ma si stringe con i cinesi. Con un malinconico video su FB, la voce un po' strascicata, il patron rossonero ha ammesso la fine di un epoca, confermando di voler cedere alla cordata cinese ma correggendo in extremis il tiro affermando di preferire le mani italiane. Ma in verità l’accenno ai possibili soci italiani sembra quasi l’alibi definitivo per la cessione ai cinesi, guidati dall’immobiliare Evergrande e da Jack Ma, il fondatore del colosso dell’e-commerce Alibaba, che partecipa all’operazione a titolo personale. Si stanno limando i dettagli: una delegazione del consulente della cordata, l’italo-americano Salvatore Galatioto, ha incontrato gli uomini di Fininvest in preparazione al Cda della holding della famiglia Berlusconi, previsto per i primi giorni della prossima settimana: verrà dato il via libera alla trattativa in esclusiva che – entro un mese - porterà la maggioranza ai nuovi soci. La valutazione complessiva del club rimane decisamente alta: oltre 500 milioni, più i debiti (330 milioni).
Un ripensamento è possibile. Ma il popolo milanista non pare augurarselo, come emerge dalla maggioranza dei commenti immediati (2700 soltanto nella prima ora) al videomessaggio, che è apparso piuttosto malinconico (vedi la sua immagine con la maglia del Milan) e per certi versi lugubre.

CorSera (Ravelli): Berlusconi annuncia di voler cedere ma di preferire un italiano. Nessun riferimento alla cordata cinese che da oltre un anno (dai tempi in cui spopolava mr Bee Taechaubol) sta trattando con Fininvest e che vorrebbe acquisire il 70% delle quote del Milan. Anzi quel riferimento inaspettato alle «mani italiane». Dal momento che non si conoscono offerte di imprenditori italiani, quello di Berlusconi sembra un auspicio generico, che a ora non trova appigli con la realtà e che in teoria non dovrebbe influire sulla firma della trattativa in esclusiva con i cinesi (comunque non vincolante).
Ufficialmente, dunque, non cambia nulla.
Gli uomini Fininvest stanno predisponendo il famoso dossier sull’offerta da presentare a Berlusconi (ed è su questo che il presidente baserà la sua decisione) e cercano di raccogliere maggiori informazioni sulla composizione e sulle garanzie finanziarie della cordata cinese. Che però comincia a spazientirsi, convinta com’è di aver già abbondantemente fornito tutti i chiarimenti sull’identità dei potenziali compratori e di aver già fatto pervenire, attraverso gli advisor, tutte le prove della loro assoluta solidità finanziaria. Insomma, Fininvest e Berlusconi — è questo il senso dei ragionamenti «cinesi» — sanno benissimo chi siamo e che abbiamo i soldi; se ancora si sollevano tutti questi dubbi forse non c’è la volontà di vendere. Anche la pseudo apertura agli italiani non è stata apprezzata. Il che non significa che la trattativa registrerà per forza una frenata: la controparte è conscia del fatto che Berlusconi deve parlare ai tifosi e anche agli elettori. Però l’umore al tavolo non sarà dei migliori e l’esito a questo punto ancora più imprevedibile.
 
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Inquietante. Goffo il tentativo di respingere le contestazioni e provato , a mio parere, dalla rivolta dei tifosi. La volontà di vendere 'possibilmente' ad un imprenditore italiano equivale a perder/prender tempo perchè un italiano che paghi quanto lui chiede non esiste. Perchè non da via il milan ad un euro se VERAMENTE lo ama come dice?? Magari a ferrero ( non il presidente della samp, ovvio). Vorrei farvi notare un altro passaggio , per la precisione quando invita ad accettare il momento con più eleganza perchè il digiuno sarà passeggero. Non notate il collegamento con le frasi di galliani di giorni fa sui 'cicli' delle squadre??? Son arrivato alla conclusione che berlusconi abbia deciso di continuare. Con l'italmilan o con qualsiasi altra genialata. E con galliani. Per me è finita. Definitivamente.
 

cremone

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Inquietante. Goffo il tentativo di respingere le contestazioni e provato , a mio parere, dalla rivolta dei tifosi. La volontà di vendere 'possibilmente' ad un imprenditore italiano equivale a perder/prender tempo perchè un italiano che paghi quanto lui chiede non esiste. Perchè non da via il milan ad un euro se VERAMENTE lo ama come dice?? Magari a ferrero ( non il presidente della samp, ovvio). Vorrei farvi notare un altro passaggio , per la precisione quando invita ad accettare il momento con più eleganza perchè il digiuno sarà passeggero. Non notate il collegamento con le frasi di galliani di giorni fa sui 'cicli' delle squadre??? Son arrivato alla conclusione che berlusconi abbia deciso di continuare. Con l'italmilan o con qualsiasi altra genialata. E con galliani. Per me è finita. Definitivamente.

Ferrero non mi sembra interessato al calcio
 

ps18ps

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CorSport (Furio Fedele): malgrado il video di ieri sera, da ambienti vicini alla Fininvest, si puntualizza che sotto traccia si continua a lavorare anche e soprattutto sul fronte straniero.

GdS (Pasotto): "Preferibilmente in mani italiane". Questa frase, pur non volendo interpretarla come una chiusura totale nei confronti della cordata cinese, fa nascere una serie di interrogativi. Ci sono eventuali acquirenti italiani in grado di pagare circa 700/800 milioni per il Milan? Ci può addirittura essere qualche trattativa segreta e già avanzata? Quanto saranno infastiditi gli investitori cinesi dopo queste frasi di Berlusconi? A quest’ultima domanda si può rispondere subito: sono molto infastiditi, e infastiditi è un eufemismo. Da fonti vicine alla Galatioto Sports Partner, ovvero l’advisor del consorzio cinese, filtra grande sorpresa e una certa frustrazione per le parole di Berlusconi e per come sta venendo gestita la trattativa. In pratica la controparte non riesce a capire a che gioco voglia giocare il presidente rossonero, nell’ambito di quello che da sponda cino-americana viene considerato un piano economico molto solido, con acquirenti altrettanto solidi e soprattutto noti a Fininvest. Anche perché – fanno notare – Sal Galatioto, che in carriera ha curato tantissime cessioni/acquisizioni di alto livello, non rischierebbe la reputazione affiancando investitori poco solidi.
Tutto questo non significa comunque che la trattativa sia saltata per aria. Almeno, non ancora.

Questi sono giorni fitti di contatti, sebbene alla luce delle dichiarazioni di Berlusconi e della reazione cino-americana, i punti di domanda siano diventati enormi. Sul tavolo c’è sempre la questione del dossier che dovrà contenere le garanzie bancarie degli investitori cinesi e ciò che continua a filtrare è uno scenario di attesa unito a una parola ricorrente: cautela. Estrema cautela perché il faldone, una volta completato, finirà sulla scrivania di Berlusconi, che deciderà se dargli seguito dando il via libera a un’esclusiva – non vincolante – con i cinesi per un mese. Di certo c’è che il Cda di Fininvest fino a ieri sera non era stato convocato. Al momento si può ipotizzare che Silvio non voglia abbandonare la scena da perdente, magari con un Milan fuori dalle coppe per il terzo anno consecutivo. E può darsi che sia più combattuto di quanto si pensi sulla cessione del club: la ragione, probabilmente, gli suggerisce di vendere, il cuore di tenere la società.

Repubblica (Currò): "Vorrei vendere agli italiani"... ma si stringe con i cinesi. Con un malinconico video su FB, la voce un po' strascicata, il patron rossonero ha ammesso la fine di un epoca, confermando di voler cedere alla cordata cinese ma correggendo in extremis il tiro affermando di preferire le mani italiane. Ma in verità l’accenno ai possibili soci italiani sembra quasi l’alibi definitivo per la cessione ai cinesi, guidati dall’immobiliare Evergrande e da Jack Ma, il fondatore del colosso dell’e-commerce Alibaba, che partecipa all’operazione a titolo personale. Si stanno limando i dettagli: una delegazione del consulente della cordata, l’italo-americano Salvatore Galatioto, ha incontrato gli uomini di Fininvest in preparazione al Cda della holding della famiglia Berlusconi, previsto per i primi giorni della prossima settimana: verrà dato il via libera alla trattativa in esclusiva che – entro un mese - porterà la maggioranza ai nuovi soci. La valutazione complessiva del club rimane decisamente alta: oltre 500 milioni, più i debiti (330 milioni).
Un ripensamento è possibile. Ma il popolo milanista non pare augurarselo, come emerge dalla maggioranza dei commenti immediati (2700 soltanto nella prima ora) al videomessaggio, che è apparso piuttosto malinconico (vedi la sua immagine con la maglia del Milan) e per certi versi lugubre.

CorSera (Ravelli): Berlusconi annuncia di voler cedere ma di preferire un italiano. Nessun riferimento alla cordata cinese che da oltre un anno (dai tempi in cui spopolava mr Bee Taechaubol) sta trattando con Fininvest e che vorrebbe acquisire il 70% delle quote del Milan. Anzi quel riferimento inaspettato alle «mani italiane». Dal momento che non si conoscono offerte di imprenditori italiani, quello di Berlusconi sembra un auspicio generico, che a ora non trova appigli con la realtà e che in teoria non dovrebbe influire sulla firma della trattativa in esclusiva con i cinesi (comunque non vincolante).
Ufficialmente, dunque, non cambia nulla.
Gli uomini Fininvest stanno predisponendo il famoso dossier sull’offerta da presentare a Berlusconi (ed è su questo che il presidente baserà la sua decisione) e cercano di raccogliere maggiori informazioni sulla composizione e sulle garanzie finanziarie della cordata cinese. Che però comincia a spazientirsi, convinta com’è di aver già abbondantemente fornito tutti i chiarimenti sull’identità dei potenziali compratori e di aver già fatto pervenire, attraverso gli advisor, tutte le prove della loro assoluta solidità finanziaria. Insomma, Fininvest e Berlusconi — è questo il senso dei ragionamenti «cinesi» — sanno benissimo chi siamo e che abbiamo i soldi; se ancora si sollevano tutti questi dubbi forse non c’è la volontà di vendere. Anche la pseudo apertura agli italiani non è stata apprezzata. Il che non significa che la trattativa registrerà per forza una frenata: la controparte è conscia del fatto che Berlusconi deve parlare ai tifosi e anche agli elettori. Però l’umore al tavolo non sarà dei migliori e l’esito a questo punto ancora più imprevedibile.

Insomma tutti sono concordi nel dire che Berlusconi stia cercando di uscirne bene e che la trattativa va avanti. Speriamo
 
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Ferrero non mi sembra interessato al calcio

Mi pare di aver sentito che tempo fa avesse manifestato interesse, ti parlo di quattro anni fa almeno. Era comunque solo un esempio, il discorso potrebbe valere per squinzi. Il milan oggi è davvero tecnicamente fallito come azienda, la richiesta economica del presidente è fuori mercato e taglia fuori ogni imprenditore italiano. In italia nessuno può pagare la cifra che berlusconi chiede. Come ho già scritto in un altro spazio, equivale ad andare in pescheria ed affermare che possibilmente si preferirebbe della carne?!!!
 
M

martinmilan

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CorSport (Furio Fedele): malgrado il video di ieri sera, da ambienti vicini alla Fininvest, si puntualizza che sotto traccia si continua a lavorare anche e soprattutto sul fronte straniero.

GdS (Pasotto): "Preferibilmente in mani italiane". Questa frase, pur non volendo interpretarla come una chiusura totale nei confronti della cordata cinese, fa nascere una serie di interrogativi. Ci sono eventuali acquirenti italiani in grado di pagare circa 700/800 milioni per il Milan? Ci può addirittura essere qualche trattativa segreta e già avanzata? Quanto saranno infastiditi gli investitori cinesi dopo queste frasi di Berlusconi? A quest’ultima domanda si può rispondere subito: sono molto infastiditi, e infastiditi è un eufemismo. Da fonti vicine alla Galatioto Sports Partner, ovvero l’advisor del consorzio cinese, filtra grande sorpresa e una certa frustrazione per le parole di Berlusconi e per come sta venendo gestita la trattativa. In pratica la controparte non riesce a capire a che gioco voglia giocare il presidente rossonero, nell’ambito di quello che da sponda cino-americana viene considerato un piano economico molto solido, con acquirenti altrettanto solidi e soprattutto noti a Fininvest. Anche perché – fanno notare – Sal Galatioto, che in carriera ha curato tantissime cessioni/acquisizioni di alto livello, non rischierebbe la reputazione affiancando investitori poco solidi.
Tutto questo non significa comunque che la trattativa sia saltata per aria. Almeno, non ancora.

Questi sono giorni fitti di contatti, sebbene alla luce delle dichiarazioni di Berlusconi e della reazione cino-americana, i punti di domanda siano diventati enormi. Sul tavolo c’è sempre la questione del dossier che dovrà contenere le garanzie bancarie degli investitori cinesi e ciò che continua a filtrare è uno scenario di attesa unito a una parola ricorrente: cautela. Estrema cautela perché il faldone, una volta completato, finirà sulla scrivania di Berlusconi, che deciderà se dargli seguito dando il via libera a un’esclusiva – non vincolante – con i cinesi per un mese. Di certo c’è che il Cda di Fininvest fino a ieri sera non era stato convocato. Al momento si può ipotizzare che Silvio non voglia abbandonare la scena da perdente, magari con un Milan fuori dalle coppe per il terzo anno consecutivo. E può darsi che sia più combattuto di quanto si pensi sulla cessione del club: la ragione, probabilmente, gli suggerisce di vendere, il cuore di tenere la società.

Repubblica (Currò): "Vorrei vendere agli italiani"... ma si stringe con i cinesi. Con un malinconico video su FB, la voce un po' strascicata, il patron rossonero ha ammesso la fine di un epoca, confermando di voler cedere alla cordata cinese ma correggendo in extremis il tiro affermando di preferire le mani italiane. Ma in verità l’accenno ai possibili soci italiani sembra quasi l’alibi definitivo per la cessione ai cinesi, guidati dall’immobiliare Evergrande e da Jack Ma, il fondatore del colosso dell’e-commerce Alibaba, che partecipa all’operazione a titolo personale. Si stanno limando i dettagli: una delegazione del consulente della cordata, l’italo-americano Salvatore Galatioto, ha incontrato gli uomini di Fininvest in preparazione al Cda della holding della famiglia Berlusconi, previsto per i primi giorni della prossima settimana: verrà dato il via libera alla trattativa in esclusiva che – entro un mese - porterà la maggioranza ai nuovi soci. La valutazione complessiva del club rimane decisamente alta: oltre 500 milioni, più i debiti (330 milioni).
Un ripensamento è possibile. Ma il popolo milanista non pare augurarselo, come emerge dalla maggioranza dei commenti immediati (2700 soltanto nella prima ora) al videomessaggio, che è apparso piuttosto malinconico (vedi la sua immagine con la maglia del Milan) e per certi versi lugubre.

CorSera (Ravelli): Berlusconi annuncia di voler cedere ma di preferire un italiano. Nessun riferimento alla cordata cinese che da oltre un anno (dai tempi in cui spopolava mr Bee Taechaubol) sta trattando con Fininvest e che vorrebbe acquisire il 70% delle quote del Milan. Anzi quel riferimento inaspettato alle «mani italiane». Dal momento che non si conoscono offerte di imprenditori italiani, quello di Berlusconi sembra un auspicio generico, che a ora non trova appigli con la realtà e che in teoria non dovrebbe influire sulla firma della trattativa in esclusiva con i cinesi (comunque non vincolante).
Ufficialmente, dunque, non cambia nulla.
Gli uomini Fininvest stanno predisponendo il famoso dossier sull’offerta da presentare a Berlusconi (ed è su questo che il presidente baserà la sua decisione) e cercano di raccogliere maggiori informazioni sulla composizione e sulle garanzie finanziarie della cordata cinese. Che però comincia a spazientirsi, convinta com’è di aver già abbondantemente fornito tutti i chiarimenti sull’identità dei potenziali compratori e di aver già fatto pervenire, attraverso gli advisor, tutte le prove della loro assoluta solidità finanziaria. Insomma, Fininvest e Berlusconi — è questo il senso dei ragionamenti «cinesi» — sanno benissimo chi siamo e che abbiamo i soldi; se ancora si sollevano tutti questi dubbi forse non c’è la volontà di vendere. Anche la pseudo apertura agli italiani non è stata apprezzata. Il che non significa che la trattativa registrerà per forza una frenata: la controparte è conscia del fatto che Berlusconi deve parlare ai tifosi e anche agli elettori. Però l’umore al tavolo non sarà dei migliori e l’esito a questo punto ancora più imprevedibile.
Importanti le parole della gazzetta che sono gli unici in contatto con Galatioto. Se la trattativa cade saranno i primi a saperlo.
 
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