Berlusconi pensa al ribaltone in panchina

Sostituire subito Allegri?

  • Si

    Voti: 17 70.8%
  • No

    Voti: 7 29.2%

  • Votanti
    24

iceman.

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Dal 1940, roba da antologia, seconda guerra mondiale.

Credo non ci sia altro da aggiungere sulla pochezza sia della squadra e sia dell allenatore
 

patriots88

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Con napoli e juve alle porte cambiare allenatore sarebbe l ennesima scelta sbagliata

Tanto 99% contro napoli e juve perderemmo in ogni caso. Non avrebbe senso mettere subito nella ***** il nuovo allenatore
 
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Ora nel caso c'andasse di fondoschiena,pareggiando INCREDIBILMENTE contro il Napoli,non oso immaginare cosa possa succedere!
 

patriots88

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Ma cosa vuoi vincere con il Napoli.

Ma neanche se giocassero senza portiere riusciremmo a vincere su

Idem ovviamente con la Juve e probabilmente anche a Catania
 

Blu71

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Milan, per Allegri colpe e attenuanti

Per la prima volta nell’era Berlusconi si è vista una politica di mercato senza programmazione. Allegri ha puntato sul modulo col trequartista sperando che poi arrivassero gli innesti giusti

MILANO - Ieri Silvio Berlusconi ha provveduto a confermare la fiducia a Massimiliano Allegri facendo sapere che venerdì, prima della partenza della squadra per Napoli, calerà a Milanello. E’ il rito classico dei tempi difficili, il tocco magico che in altre occasioni ha prodotto risultati apprezzabili. Ma questa volta Berlusconi dovrà veramente superarsi perché il suo Milan, quest’anno, a parte rarissime occasioni, è stato quasi sempre al di sotto delle attese. Il Diavolo ha ormai fattezze addolcite, i denti del suo forcone non sono acuminati e persino il fuoco un tempo eterno si è spento all’improvviso come se una pattuglia di canadair avesse scaricato ettolitri d’acqua. Il Terzo Milan di Allegri ha regalato quasi esclusivamente delusioni perché i tifosi rossoneri non hanno avuto nemmeno il tempo di coltivare le illusioni. Una classifica così modesta è roba che rimanda a tempi antichi, dimenticati nel quarto di secolo berlusconiano. Non ci sono dubbi sul fatto che il tecnico abbia delle colpe ma quelle colpe le condivide con altri.

Di suo Allegri ci ha messo l’assenza di una idea di riferimento. Abituato a giocare in un certo modo (con il trequartista e le due punte) sin dai tempi di Cagliari, ha puntato su quell’amato copione senza cercare alternative, forse convinto che prima o poi sarebbero arrivati i giocatori giusti per continuare su quella strada. La “rosa” definitiva l’ha avuta solo negli ultimi giorni di mercato e questo ha complicato il suo compito. Ma del lavoro fatto in ritiro, seppur in condizioni non semplici, sul suo Milan non si intravedono tracce. L’estate, quella in cui alle squadre si dà una fisionomia tattica, è passata invano. Da un lato al tecnico non sono stati dati gli uomini giusti per sviluppare il gioco preferito, dall’altro il tecnico ha proseguito su una strada non più percorribile per mancanza di “materia prima”.

In questi primi due mesi della stagione, Allegri ha provato a trovare una soluzione: ha cambiato sistemi di gioco, alternato uomini, messo da parte giocatori decisivi nello scorso campionato con la riscoperta di altri che decisivi non erano stati. Ha continuato a insistere su Boateng che è la copia molto opaca del giocatore visto all’opera nella passata stagione. Con i limiti nuovi (tanti), sono emersi anche quelli vecchi che Ibrahimovic copriva con la sua gigantesca presenza. Pazzini doveva risolvere il problema del gol ma la squadra non sembra in grado di assisterlo, in più la difesa ha confermato che gente come Thiago Silva e Nesta in un colpo solo non sono sostituibili.

LE ATTENUANTI - Una squadra costruita negli ultimi nove giorni di mercato non può oggettivamente competere per lo scudetto. Si possono contestare a Massimiliano Allegri tutte le colpe possibili e immaginabili, ma la sostanza è che questa squadra poteva (e può ancora) ambire a una stagione dignitosa di transizione. A meno che a gennaio (ma la cosa appare decisamente problematica) non si colmino i vuoti prodotti dallo “smantellamento” della squadra dello scorso anno. Il mercato del Milan è più figlio delle cessioni (e degli addii per sopraggiunti limiti di età) che della programmazione. Allegri ha cercato di barcamenarsi con quel che il convento gli ha passato. Riconoscergli l’attenuante di una “rosa” costruita in maniera un po’ casuale, con le “occasioni” offerte dall’eBay del calcio nazionale e internazionale, appare molto più che doveroso. E così un mediano (de Jong) di buona qualità viene spacciato per un regista, un attaccante mai decisivo (Bojan) per un grande goleador. Il Milan è un’auto ricostruita con i ricambi di una decina di case diverse. Non sono mancati tanto gli acquisti (che al limite ci son pure stati) ma una linea strategica rivolta a organizzarli in una squadra organica e credibile. Questa è forse la novità più sorprendente perché nell’éra Berlusconi il Milan ha sempre programmato, non ha mai lasciato nulla al caso.

Ma questa volta ha trionfato la fretta. La fretta e la necessità di ringiovanire una “rosa” diventata un po’ troppo anziana. I sessantadue milioni incamerati con le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva erano linfa vitale per un bilancio economico che andava in qualche modo rimesso in equilibrio. Anche a scapito dell’equilibrio agonistico. Di botto il Milan ha perso la colonna vertebrale della squadra: i centrali difensivi (Nesta e Thiago Silva), il regista (Van Bommel), vecchi leoni che hanno regalato coppe, scudetti e anni felici (Pippo Inzaghi, Zambrotta, Seedorf, Gattuso) e, alla fine anche l’unico uomo di fantasia (Cassano) sopravvissuto a questo primo “ripulisti”. E’ così strano che in una situazione del genere un tecnico sia andato in crisi? Il Milan non può abdicare al suo ruolo di Grande ma per non abdicare ha bisogno di risorse tecniche adeguate, risorse che in questo momento scarseggiano.

Cds
 
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