Berlusconi pensa al ribaltone in panchina

Sostituire subito Allegri?

  • Si

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  • No

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MilanForever

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Santini :WTF2:

Ieri a diretta stadio per quanto riguarda la terza ipotesi in realtà parlava di un Inzaghi + Ancelotti, con il primo come allenatore.
 

DexMorgan

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SE e davvero SE hanno intenzione di cambiare, per me vanno o con Costacurta o con Van Basten.

Nel ritorno di Carletto ci credo poco. A me piacerebbe, ma davvero tanto, Montella.
 

MaggieCloun

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montella NO, il ritorno di carletto mi andrebbe ma e praticamente impossibile
 

LuisNasarioR9

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io non dimentico quello che ha fatto Rijkaard, per me sarebbe la miglior scelta(poi magari mi sbaglierò): da giovanissimo Ct ha creato l'Olanda di Euro2000 (molto sfortunata secondo me, ma ottimo esempio di calcio totale nella miglior tradizione olandese, tanto che ai quarti vinse per 6-1,miglior risultato degli europei, contro la Jugoslavia di Mihajlovic in difesa) e ha creato e costruito il Barcellona dal 2003-04 in poi, di Eto'o Ronaldinho Deco Iniesta Messi e ha rigenerato Xavi dopo gli infortunii e tanto altro....
 
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io non dimentico quello che ha fatto Rijkaard, per me sarebbe la miglior scelta(poi magari mi sbaglierò): da giovanissimo Ct ha creato l'Olanda di Euro2000 (molto sfortunata secondo me, ma ottimo esempio di calcio totale nella miglior tradizione olandese, tanto che ai quarti vinse per 6-1,miglior risultato degli europei, contro la Jugoslavia di Mihajlovic in difesa) e ha creato e costruito il Barcellona dal 2003-04 in poi, di Eto'o Ronaldinho Deco Iniesta Messi e ha rigenerato Xavi dopo gli infortunii e tanto altro....

anche a me è sempre piaciuto rijkaard e sono sorpreso dalla sua parabola discendente come allenatore.Secondo me è sempre stato un ottimo tecnico e mi farebbe molto piacere se venisse rilanciato a grandi livelli
 

Blu71

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Da tuttomercatoweb
Milan, la panchina di Allegri e quel precedente di Zaccheroni...

10.09.2012 20.30 di Gaetano Mocciaro
Allegri come Zaccheroni, una situazione che a distanza di dodici anni sembra riproporsi, un copione già visto il cui finale potrebbe mettere in preallarme l'attuale tecnico rossonero. Il perché del paragone? Facciamo qualche passo indietro nel tempo: estate 1998, il Milan deve rifondare dopo le ceneri dell'era Tabarez, Sacchi-bis e Capello-bis: un undicesimo e un decimo posto, decisamente troppo per una squadra che pochi anni prima aveva strapazzato il Barcellona in Coppa dei Campioni. Si punta su un tecnico giovane, dalle fresche idee che ha portato una provinciale come l'Udinese per la prima volta in Europa, fautore del 3-4-3. Il dogma del 4-4-2 rossonero per una volta viene messo da parte, si costruisce la squadra con pedine funzionali al tecnico: arrivano quindi Helveg e Bierhoff, più onesti giocatori che si riveleranno sorprendenti come Sala e Guglielminpietro. Partita a fari spenti la squadra mantiene un ritmo da passista, mai in fuga ma con una costanza incredibile. Quest'ultimo aspetto farà la differenza quando la Lazio avrà il suo momento di amnesia sul finale di stagione, Zac mette la freccia e vince lo scudetto al primo colpo. L'anno successivo l'impresa non riesce, nonostante uno Shevchenko in più che però all'epoca dei fatti non era ancora il fenomeno che si rivelò. Il Milan arriva terzo, dietro Lazio e Juve e Zac si fa confermare, anche se il rapporto non è più come prima. Estate 2000, mercato praticamente immobile. Ci si aspettano rinforzi poiché siamo nel periodo di vacche grasse e i rossoneri appartengono al club delle "7 sorelli". Le altre 6 si rinforzano, A Zac solo nel finale arriva il "contentino" Redondo, per giunta infortunato. Un segnale poco incoraggiante. Il malcontento sulla difesa a 3 inizia ad aumentare, la proprietà vuole tornare al 4-4-2: i risultati in campo non aiutano, stavolta il Milan viaggia in zona Zoppa Uefa, il rapporto è sempre più logoro e si aspetta il pretesto per porre la parola fine è l'eliminazione contro il Deportivo La Coruna nella seconda fase a gironi di Champions. Arriva il benservito all'indomani e la coppia Cesare Maldini-Tassotti traghetterà la squadra fino a fine stagione, prima di consegnare in mano a Fatih Terim le chiavi.

Estate 2010, la gestione Leonardo è durata appena una stagione e lo scudetto ormai è un ricordo sempre più sbiadito. Dopo l'era degli ex milanisti la dirigenza, come fu per il 3-4-3 di Zac, fa un'eccezione chiamando dal Cagliari Massimiliano Allegri, un tecnico che la maglia del Milan l'ha indossata solo per una tournee post campionato. I sardi con lui hanno vissuto due stagioni tranquille, oltre le proprie possibilità con una difesa solida e valorizzando giovani che avevano faticato a imporsi (Astori, Lazzari, Matri). Al primo anno gli arriva un fenomeno (Ibrahimovic) un campione (Robinho) e qualche giovane interessante (Boateng, Papastathopoulos). I rossoneri inciampano solo alla seconda giornata, poi impiegano pochissimo a passare in testa alla classifica. E ci restano fino a fine stagione. Lo scudetto torna dopo 7 anni, Allegri è ovviamente stra-confermato. Stavolta i grossi nomi non arrivano, ma Allegri riesce a valorizzarli comunque, vedi Nocerino, inaspettato bomber della stagione. Lo scudetto stavolta sfugge, fra infortuni, gol di Muntari e autogol in partite alla portata (Fiorentina). Qualche dissapore inizia a vedersi: quarti di finale, Milan-Barcellona. Si nota come Berlusconi discuta animatamente con Galliani, evidente il suo dissenso sul modo di giocare della squadra. Non piace il modulo, non piace la filosofia di gioco. Allegri però resiste, in fondo il Milan nelle ultime due stagioni ha totalizzato più punti di tutti. Anno terzo, come ai tempi di Zac il mercato porta poco, soprattutto in proporzione a quanto si è perso. Può arrivare Zé Eduardo, Allegri non lo vuole e lo invita a fare un provino. Il brasiliano, offeso, rifiuta. La dirigenza a questo punto accontenta il tecnico, gli porta Bojan e De Jong. E a fine mercato Galliani parla di scudetto. Abbuonata la sconfitta con la Samp, pre-Bojan e De Jong, i rossoneri vincono a Bologna se pur non esaltando troppo. A breve la prova della verità, la Champions incombe e in un girone sulla carta alla portata è vietato fallire. Le 6 partite in coppa saranno il primo vero banco di prova per verificare quanto è salda la panchina di Allegri. A Zac costò caro uscire in un girone con Deportivo, Galatasaray e Paris SG pre-sceicchi.
 

GioNF

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Come già detto in precedenza: Montella.
Magari Pep Guardiola.
Un po' meno magari Mazzarri e Spalletti.
 

prebozzio

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Io ho fiducia in Allegri. Mi piace molto l'organizzazione che dà Montella alle sue squadre, ma vediamo come prosegue la stagione alla Fiorentina.
 
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