Mi pare che l'ho scritto sopra...
a me delle sue perversioni non frega nulla.
Io stesso se avessi determinati agi probabilmente farei molto schifo.
Ho letto il tuo lungo intervento. Dici tutte cose che potrebbero essere giuste.
Ma fanno parte di una "forma mentis" di puro stile montiano che ha la sua efficacia, ma non basta.
La politica non è solo e soltanto economia.
La politica deve corrispondere anche al benessere dei cittadini, all'organizzazione e all'efficienza di tutti i cardini che reggono uno stato.
Perché prima hai fatto l'esempio dei giovani che non fanno i lavori più umili, ma nessuno dice che è la disinformazione che genera questo.
Perché se io studio per 20 anni (dalla prima elementare alla fine dell'università o di un master) poi è naturale che non voglio fare lo spazzino. Ditemelo prima e al posto di studiare il moltiplicatore keynesiano, o di ripetere 2-3 volte l'esame di diritto pubblico mi leggo un libro di wittgenstein a tempo perso per arricchire la mente.
La politica è come primo passo economia, a livello pratico (intendiamoci bene, a livello pratico). Il resto è una conseguenza.
E' sacrosanto pensare al benessere dei cittadini, all'uguaglianza, ai diritti.
La parte non economica di questo è "facile". Fai le leggi a tutelare i diritti. Tutto sommato, qui l'economia non c'entra.
Ma parliamo di alcuni diritti fondamentali (non stiamo nemmeno ancora parlando di benessere, quello è addirittura un di più): istruzione, salute e sicurezza.
Le scuole si pagano, gli ospedali pure e le caserme anche. Senza l'economia sul piano pratico è già tutto imploso, parliamo del nulla. Il soldo è quello che fa girare tutto, può sembrare cinico ad alcuni, a me no.
Circa la questioni giovani.
E' proprio per questo che bisogna riformare pesantemente il settore dell'istruzione. Bisogna svezzare molto prima i ragazzi.
Io ho deciso a 19 cosa fare della mia vita, a livello professionale. Dopo 5 anni di università e 1 di lavoro, non ho la certezza di avere un futuro. MA, cosa fondamentale, sono conscio di tutti i rischi che corro, anzi ne ero già conscio a 19 anni, e nel mio piccolo ho passato diverso tempo a cercare alternative, o ad adattare la mia mentalità alla possibilità di dover cambiare radicalmente, per lavorare, tutte le mie qualità.
Ma questo ritratto non deve essere una cosa "speciale". Deve essere la normalità. La normalità non deve essere arrivare alla maturità senza sapere cosa fare. Non deve essere scegliere una facoltà poco convinti, senza pensare al mercato di sbocco, senza pensare a cosa può essere il dopo. Ho visto troppa gente, in questi ultimi anni, pensare all'università come un liceo 2.0.
In Germania, tanto per dire un paese a caso, vivono come se avessero 5 anni in più di media. E galoppano.