La notizia migliore, dopo una giornata a guardare le bolle di sapone volare nel cielo. Migliore perché innanzitutto sana una apparente contraddizione che rischiava di minare la credibilità dell’ottimo lavoro giornalistico che sta facendo Campopiano di Corsport in questi giorni: come, cioè, fosse possibile che una negoziazione in stato così avanzato come quella relativa alla vendita del Milan avvenisse nei confronti di un soggetto apparentemente non identificato, circostanza contraria ad ogni prassi di affari di questo tipo, anche quando condotte da mandatari e advisors finanziari come lo studio di Sal Galatioto: in realtà, nessuna contraddizione, l’aspirante acquirente è, o dovrebbe essere, un fondo di investimento immobiliare come Evergrande Real Estate Group, quotato alla borsa di Hong Kong, con un board conosciuto e un CEO di assoluto valore, ma certamente soggetto che è partecipato per quote da una pluralità illimitata di altri soggetti nell’investimento non in capitale ma nei beni contrattati nel fondo, nella specie immobili, sicché alla identificazione del fondo, nota certamente a Fininvest sin dall’inizio delle negoziazioni, è seguita inevitabilmente quella della identificazione degli investitori, la loro reputazione ed affidabilità economica, nonché soprattutto la stima del fondo, ovvero del patrimonio oggetto della massa di investimenti. Le verifiche sono state positive da parte dei tecnici Fininvest e, da quanto si apprende, siamo vicini alle firme.
La notizia è la migliore anche dal punto di vista sportivo, perché il presunto acquirente del Milan è non solo capace economicamente ma con un rispettabile know-how di costruzione e gestione di club di calcio professionistico, con riguardo alla attuale proprietà del Guangzhou Evergrande Taobao, club che sta spopolando in Cina, con plurime vittorie consecutive del campionato nonché vittorie nella Champions League asiatica. Il tutto, con squadre composte da giocatori , anche di medio-alto livello, del calcio europeo, attratti a giocare in Cina con offerte di ingaggio al livello o addirittura di livello superiore a quello dei top club europei. E’ dunque naturale pensare che simili politiche gestionali vorranno introdurre nel Milan, nel senso di dotare il club di giocatori di alto profilo per rendere subito competitiva la squadra per le vittorie di titoli in campo nazionale ed europeo, naturalmente entro i limiti consentiti dal Fair Play Finanziario dell’UEFA, che tuttavia non ha impedito a club inglesi, spagnoli e al PSG di operare sul mercato in modo spregiudicato. Conteranno gli interventi diretti dei nuovi soci, ma anche quello di massicce sponsorizzazioni parallele del Milan, che è il modo usato da questi top club per far affluire grande liquidità alle casse sociali senza intaccare le rigide percentuali tra investimenti e perdite poste dai vincoli UEFA.
Non è solo ambizione sportiva, sia chiaro, questi imprenditori perseguono anche obiettivi economici: un alto valore del patrimonio calciatori tramite le vittorie accresce il valore commerciale del brand, e consente ipervalutazioni del capitale sociale che sono la premessa del successo di un ipotetico collocamento del titolo in Borsa. In un recentissimo articolo su Forbes, Mike Ozanian cita proprio il caso del Guangzhou Evergrande Taobao di un paio di anni fa, quando Alibaba di Jack Ma acquistò la metà della squadra di calcio al prezzo di 192 milioni di dollari, dando dunque al club una valutazione di 384 milioni di dollari. Poi, nel gennaio successivo, il Guangzhou Evergrande rastrellò la incredibile cifra di 132 milioni di dollari con la sola vendita del 5% delle azioni tramite una offerta pubblica di vendita di piccolissime quote (massimo tre azioni per sottoscrittore), portando dunque il valore del 100% del capitale sociale alla stratosferica cifra di 2,6 miliardi di dollari, superiore di oltre mezzo miliardo a quella stimata del capitale dei due principali club calcistici al mondo, il Real Madrid ed il Manchester United, e ciò nonostante numeri nettamente peggiori dei due top europei, quanto a fatturato ed utili operativi. Potenza del crowdfunding cinese, ideale in un Paese da 1,3 miliardi di euro di persone, in cui il calcio è diventato la nuova frontiera dei sogni e passioni del pubblico, di cui può misurarsi l’intensità proprio dalla straordinaria risposta al collocamento delle azioni del club di riferimento, pur in piccola parte di capitale e per piccoli tagli di quote.
Dunque, bene, ma prima aspettiamo le firme, per poi vedere nomi dei nuovi amministratori e piano industriale per il rilancio del club. Le idee saranno allora più chiare. Facciamo dunque partire il contro alla rovescia per la firma di questo benedetto preliminare, incrociando le dita.