Berlusconi ha deciso: vende il Milan. Ci sono i cinesi di Evergrande

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DMZtheRockBear

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Lippi è un vecchio volpone. Ieri sera Pedullà affermava che ormai da mesi Berlusca e Lippi si sentono quasi quotidianamente. Comunque sia,di lui mi frega poco,non lo accoglierei con gioia smisurata,al contrario di un Maldini/Albertini.
 

MaggieCloun

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E' stata una giornata piena di notizie sul fronte cessione cessione. Ci accingiamo ad aprire un nuovo, ennesimo topic, per darvi notizie sempre aggiornate e facilmente consultabili. Il precedente topic, in pochissime ore, ha superato le 53 pagine.

Si continua da qui ( http://www.milanworld.net/berluscon...l-milan-ce-jack-ma-vt36305-53.html#post940837 ).

Ecco tutte le ultime news:

Corriere dello Sport (Campopiano): Berlusconi ha dato l'ok alla cessione del Milan. Il presidente rossonero, dopo tempo, si è deciso a mollare l'osso. E' il fondo Evergrande Real Estate a comprare il Milan! Si chiama Evergrande Real Estate Group e sotto la sua guida il Guangzhou ha vinto gli ultimi 5 titoli. Seguono aggiornamenti


Il proprietario di Evergrande Real Estate Group (del quale fa parte anche Jack Ma) è Xu Jiayin con un patrimonio di 10 miliardi di dollari secondo Forbes.



​Topic in aggiornamento continuo.

Mi avete fatto prendere un colpo :asd:, avevo salvato nei preferiti l'altra pagina entro e vedo discussione chiusa e faccio eccola la ora entro nell'altra per leggere che Berlusconi non vende fiuu, se veramente vuole vendere che faccia in fretta che con la storia di Bee mamma mia,io sono pessimista di natura però se il corriere di espone cosi e poi non vende si fa una mega figura vediamo.
 

Il Re dell'Est

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Corriere dello Sport (Furio Fedele): Silvio Berlusconi ha finalmente detto si alla cessione del Milan, accettando la proposta del fondo Evegrande (già proprietario del Guangzhou) e riconducibile a Robin Li e Jack Ma. Sul piatto 700-720M per ottenere subito il 70% (500M) e poi il 30% nel giro di un anno. Il presidente rossonero ha ceduto soprattutto alle richieste dei figli Marina e Piersilvio che hanno sottolineato come l'occasione sia fin troppo propizia, peraltro nel momento più difficile del suo trentennio.
Ieri l'unica dichiarazione ufficiale è stata in realtà una vera e propria benedizione firmata Piersilvio: "Mi auguro solo che il Milan trovi a breve una soluzione definitiva che riporti la squadra in un progetto che guarda al futuro. Altro non so e non posso dire".
I cinesi sono pronti a firmare il preliminare nel week end, a borse chiuse, e a fronte di una prima due diligence sono pronti a intervenire subito per progettare e allestire il nuovo Milan.

Sempre secondo il CorSport, i cinesi porteranno in "dote" come DT Marcello Lippi, una vera e propria leggenda in Cina che ha già avuto una esperienza proprio nel Guangzhou di proprietà del fondo che sta acquistando il Milan. Dunque quasi sicuramente Lippi sarà l'uomo italiano di fiducia che i cinesi porteranno subito nei quadri dirigenziali.

La Gazzetta dello Sport (Laudisa): Silvio è ancora tormentato dal dilemma: cedere o non cedere il Milan? ieri si è alzato il velo sui possibili acquirenti. Una strada porta a Jack Ma. Un'altra a Li Ka Shing, nome fatto negli ambienti milanesi che contano. Ma da Fininvest non filtrano commenti, anche per tener fede al patto di riservatezza. Secondo fonti internazionali tra gli acquirenti ci sarebbe sicuramente un gruppo nel campo dei media (che condurrebbe ad Alibaba o Whampoa).
Con ogni certezza l'AD Cannatelli la prossima settimana attenderanno le garanzie bancarie che supportino l'offerta di 700M, poi resteranno da compiere altri passaggi tecnici ma la strada ormai sembra tracciata e si prosegue serrati.

La GdS poi passa in rassegna i possibili due nuovi proprietari del Milan. Jack Ma, cui fa capo Alibaba, colosso dell'e commerce, ha un patrimonio personale di circa 23 mld di dollari, è comproprietario del Guangzhou e possiede anche un 20% del Sunning, la società che vorrebbe entrare nell'Inter. Per capirci, si tratta di quel personaggio che due settimane fa disse al Vinitaly: "Datemi il vino italiano e lo venderò a due miliardi di cinesi". Sbruffonate? Non proprio, visto che parliamo del 2° uomo più ricco della Cina.
L'altro profilo è Li Ka Shing, patrimonio personale di 30 mld di dollari, che controlla Hutcinhson Whampoa. E' l'uomo più ricco di Hong Kong ed è il n. 20 mondiale. Il soprannome nella sua città? Superman...

La Repubblica (Currò/Pagni): siamo ad una svolta storica. Se Berlusconi darà il via libera, il CDA si potrà riunire per ratificare il nulla osta esclusivo nei confronti della cordata composta da diversi imprenditori asiatici, cui fa capo Jack Ma. In caso di assenso da Arcore, potrebbero esserci due strade: accelerata già nella prossima settimana con chiusura tra fine maggio e metà giugno, oppure procedura più lenta se il demiurgo sarà restio a mollare la sua creatura. In ogni caso sta per cadere il velo su chi avrebbe presentato l'offerta di 500M e che contempla due opzioni: subito il 70% oppure almeno il 50% per poi salire in maggioranza assoluta entro un anno.
Gli imprenditori in questione (da 4 a 6, secondo le varie ricostruzioni) devono risponderne al governo di Pechino.
I patti di riservatezza fino ad ora hanno protetto i nomi degli investitori. Tuttavia ieri da Guangzhou è partita la clamorosa bomba: Jack Ma sarebbe interessato a rilevare le quote del Milan ed a coinvolgere lo stesso Lippi come DT.
Ma ha già esperienza nel mondo del calcio, visto che è comproprietario proprio del Guangzhou e non ha mai nascosto di ammirare Berlusconi per la sua inventiva e il coraggio imprenditoriale. Poco tempo fa è stato al Vinitaly. I no comment di Fininvest e Alibaba non hanno sciolto i dubbi. Si segnala poi il curioso intreccio tra Milan e Inter: Jack infatti possiede il 20% del Sunning che sta per entrare nell'Inter. Nessuno però ormai smentisce il dato di fondo: la svolta cinese è la soluzione individuata da tutti per risollevare il Milan.
Sempre Repubblica afferma che nel progetto di Jack Ma, lo stadio avrebbe un ruolo cruciale.

Corriere della Sera (Ravelli)
: i tecnici stanno mettendo a punto il dossier, ma il più è fatto.
Ora tocca a Berlusconi decidere se firmare la trattativa in esclusiva: un passo non decisivo (per- ché avrebbe poi comunque la possibilità di tirarsi indietro), però un impegno serio, con tanto di vincoli e penali, che fin qui Berlusconi non ha mai voluto assumersi. Non lo aveva fatto per esempio con Bee Tae- chaubol, il magnate thailande- se che un anno fa di questi giorni aveva monopolizzato la scena con la sua offerta monstre, lasciando i cinesi (che già si erano fatti avanti) in dispar- te. Ora è questa cordata, che comprende alcune finanziarie, in pole: spinge per acquisire un’ampia maggioranza, il 70%, per una valutazione del Milan di 650-700 milioni. Gran parte dei conti i cinesi li avevano già visti all’epoca, ma è partita una settimana fa una due diligence approfondita, tanto che tutti i contratti (sportivi e commerciali) sono stati consegnati.
I fari sono accesi sulla metà della prossima settimana: martedì e mercoledì Berlusconi po- trebbe prendere una decisione. Poi formalmente sarà il cda di Fininvest a dover ratificare. Ecco perché, se Berlusconi do- vesse dire il primo sì, le cose poi potrebbero succedere ab- bastanza velocemente: in un mese si arriverebbe alla firma del contratto preliminare. Che prevede la definizione di ogni dettaglio, governance compresa, perché i cinesi hanno già chiara una propria squadra. Ma chi sono i futuri possibili proprietari del Milan? Non c’è ancora visibilità totale sul con- sorzio perché fin qui Fininvest (che ha firmato un patto di riservatezza) ha trattato con l’advisor Sal Galatioto. In ambienti vicini però si smentisce l’interessamento di Alibaba, un colosso mai emerso in oltre un anno di trattativa, che al contrario sarebbe stato utile spendere per dare peso alla cordata.


Milano Finanza (Montanari): questa volta i cinesi fanno sul serio. Ed anche se non vi è ancora certezza sui nomi, ormai è assodato che una cordata cinese sta stringendo per l'acquisto della maggioranza del Milan. Anche se deve ancora arrivare il via libera da Berlusconi, fino ad ora sempre irremovibile.
Con la data room già conclusa, e senza che siano giunte offerte vincolanti anche perché Fininvest non ne vuole, l'opzione della cessione del 70-80% del Milan esiste ed è concreta. Al punto che già oggi, giorno dell’assemblea del Milan, l’argomento potrebbe essere all’ordine del giorno. Anche se è più probabile che alla fine l’ok, o la bocciatura, all’operazione verrà data ad Arcore.
Ma quanto sono disposti a met- tere sul piatto i cinesi? La base di partenza, nettamente inferio- re a quella della trattativa mai decollata con Bee Taechaubol (valorizzava il 100% del Mi- lan 1 miliardo), è rappresentata dai 500-550 milioni di valore dell’equity del club rossonero,
che ha chiuso il 2015 con ricavi per 221 milioni e una perdita di 89 milioni. A questa cifra vanno sommati i 240 milioni di debiti (188 milioni solo nei confronti di banche e società di factoring), per una valuta- zione complessiva di 740-790 milioni. Ma, secondo fonti di mercato vicine alla trattativa, il consorzio di imprenditori cinesi avrebbe già preso l’impegno di investire su base pluriennale tra 300 e 400 milioni. Quindi, complessivamente la spesa po- tenziale per rilevare il controllo del Milan potrà raggiungere 1,2 miliardi.
L’incognita resta quella legata ai tempi per il possibile closing. Se Silvio Berlusconi accetterà dal punto di vista economico l’offerta, compratori e advisor cercheranno di arrivare alla firma entro la data dell’avvio del calciomercato estivo per la stagione 2016-2017 e comunque prima di fine luglio. Ma non è così scontato che l’ex Cav benedica la vendita caldeggiata da tempo dai figli e in particolare da Marina.
Difatti c’è chi fa notare che l’imprenditore vorrebbe disfarsi del club uscendo da vincitore. Mentre altri uomini a lui vicini sostengono che, raggiunto il traguardo dei 30 anni di gestione, si possa, anzi si debba, passare la mano. Operativamente, è possibile che Fininvest resti inizialmente nel capitale con una quota di minoranza (20-30%), anche se l’intenzione della holding di Via Paleocapa è quello di usci- re definitivamente dal business del calcio e non ripetere il caso Inter-Thohir-Moratti.
 
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ps18ps

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La notizia migliore, dopo una giornata a guardare le bolle di sapone volare nel cielo. Migliore perché innanzitutto sana una apparente contraddizione che rischiava di minare la credibilità dell’ottimo lavoro giornalistico che sta facendo Campopiano di Corsport in questi giorni: come, cioè, fosse possibile che una negoziazione in stato così avanzato come quella relativa alla vendita del Milan avvenisse nei confronti di un soggetto apparentemente non identificato, circostanza contraria ad ogni prassi di affari di questo tipo, anche quando condotte da mandatari e advisors finanziari come lo studio di Sal Galatioto: in realtà, nessuna contraddizione, l’aspirante acquirente è, o dovrebbe essere, un fondo di investimento immobiliare come Evergrande Real Estate Group, quotato alla borsa di Hong Kong, con un board conosciuto e un CEO di assoluto valore, ma certamente soggetto che è partecipato per quote da una pluralità illimitata di altri soggetti nell’investimento non in capitale ma nei beni contrattati nel fondo, nella specie immobili, sicché alla identificazione del fondo, nota certamente a Fininvest sin dall’inizio delle negoziazioni, è seguita inevitabilmente quella della identificazione degli investitori, la loro reputazione ed affidabilità economica, nonché soprattutto la stima del fondo, ovvero del patrimonio oggetto della massa di investimenti. Le verifiche sono state positive da parte dei tecnici Fininvest e, da quanto si apprende, siamo vicini alle firme.
La notizia è la migliore anche dal punto di vista sportivo, perché il presunto acquirente del Milan è non solo capace economicamente ma con un rispettabile know-how di costruzione e gestione di club di calcio professionistico, con riguardo alla attuale proprietà del Guangzhou Evergrande Taobao, club che sta spopolando in Cina, con plurime vittorie consecutive del campionato nonché vittorie nella Champions League asiatica. Il tutto, con squadre composte da giocatori , anche di medio-alto livello, del calcio europeo, attratti a giocare in Cina con offerte di ingaggio al livello o addirittura di livello superiore a quello dei top club europei. E’ dunque naturale pensare che simili politiche gestionali vorranno introdurre nel Milan, nel senso di dotare il club di giocatori di alto profilo per rendere subito competitiva la squadra per le vittorie di titoli in campo nazionale ed europeo, naturalmente entro i limiti consentiti dal Fair Play Finanziario dell’UEFA, che tuttavia non ha impedito a club inglesi, spagnoli e al PSG di operare sul mercato in modo spregiudicato. Conteranno gli interventi diretti dei nuovi soci, ma anche quello di massicce sponsorizzazioni parallele del Milan, che è il modo usato da questi top club per far affluire grande liquidità alle casse sociali senza intaccare le rigide percentuali tra investimenti e perdite poste dai vincoli UEFA.
Non è solo ambizione sportiva, sia chiaro, questi imprenditori perseguono anche obiettivi economici: un alto valore del patrimonio calciatori tramite le vittorie accresce il valore commerciale del brand, e consente ipervalutazioni del capitale sociale che sono la premessa del successo di un ipotetico collocamento del titolo in Borsa. In un recentissimo articolo su Forbes, Mike Ozanian cita proprio il caso del Guangzhou Evergrande Taobao di un paio di anni fa, quando Alibaba di Jack Ma acquistò la metà della squadra di calcio al prezzo di 192 milioni di dollari, dando dunque al club una valutazione di 384 milioni di dollari. Poi, nel gennaio successivo, il Guangzhou Evergrande rastrellò la incredibile cifra di 132 milioni di dollari con la sola vendita del 5% delle azioni tramite una offerta pubblica di vendita di piccolissime quote (massimo tre azioni per sottoscrittore), portando dunque il valore del 100% del capitale sociale alla stratosferica cifra di 2,6 miliardi di dollari, superiore di oltre mezzo miliardo a quella stimata del capitale dei due principali club calcistici al mondo, il Real Madrid ed il Manchester United, e ciò nonostante numeri nettamente peggiori dei due top europei, quanto a fatturato ed utili operativi. Potenza del crowdfunding cinese, ideale in un Paese da 1,3 miliardi di euro di persone, in cui il calcio è diventato la nuova frontiera dei sogni e passioni del pubblico, di cui può misurarsi l’intensità proprio dalla straordinaria risposta al collocamento delle azioni del club di riferimento, pur in piccola parte di capitale e per piccoli tagli di quote.
Dunque, bene, ma prima aspettiamo le firme, per poi vedere nomi dei nuovi amministratori e piano industriale per il rilancio del club. Le idee saranno allora più chiare. Facciamo dunque partire il contro alla rovescia per la firma di questo benedetto preliminare, incrociando le dita. :)

complimenti ottima analisi!!! ecco io spero tanto che i nuovi proprietari non immettano solo soldi come dei mecenati ma investano nella società in modo da aumentare il fatturato e quindi poi poter andare avanti in maniere autonoma e non essere preda di perdita di interesse della nuova proprietà.
 

Il Re dell'Est

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Corriere dello Sport (Furio Fedele): Silvio Berlusconi ha finalmente detto si alla cessione del Milan, accettando la proposta del fondo Evegrande (già proprietario del Guangzhou) e riconducibile a Robin Li e Jack Ma. Sul piatto 700-720M per ottenere subito il 70% (500M) e poi il 30% nel giro di un anno. Il presidente rossonero ha ceduto soprattutto alle richieste dei figli Marina e Piersilvio che hanno sottolineato come l'occasione sia fin troppo propizia, peraltro nel momento più difficile del suo trentennio.
Ieri l'unica dichiarazione ufficiale è stata in realtà una vera e propria benedizione firmata Piersilvio: "Mi auguro solo che il Milan trovi a breve una soluzione definitiva che riporti la squadra in un progetto che guarda al futuro. Altro non so e non posso dire".
I cinesi sono pronti a firmare il preliminare nel week end, a borse chiuse, e a fronte di una prima due diligence sono pronti a intervenire subito per progettare e allestire il nuovo Milan.

Sempre secondo il CorSport, i cinesi porteranno in "dote" come DT Marcello Lippi, una vera e propria leggenda in Cina che ha già avuto una esperienza proprio nel Guangzhou di proprietà del fondo che sta acquistando il Milan. Dunque quasi sicuramente Lippi sarà l'uomo italiano di fiducia che i cinesi porteranno subito nei quadri dirigenziali.

La Gazzetta dello Sport (Laudisa): Silvio è ancora tormentato dal dilemma: cedere o non cedere il Milan? ieri si è alzato il velo sui possibili acquirenti. Una strada porta a Jack Ma. Un'altra a Li Ka Shing, nome fatto negli ambienti milanesi che contano. Ma da Fininvest non filtrano commenti, anche per tener fede al patto di riservatezza. Secondo fonti internazionali tra gli acquirenti ci sarebbe sicuramente un gruppo nel campo dei media (che condurrebbe ad Alibaba o Whampoa).
Con ogni certezza l'AD Cannatelli la prossima settimana attenderanno le garanzie bancarie che supportino l'offerta di 700M, poi resteranno da compiere altri passaggi tecnici ma la strada ormai sembra tracciata e si prosegue serrati.

La GdS poi passa in rassegna i possibili due nuovi proprietari del Milan. Jack Ma, cui fa capo Alibaba, colosso dell'e commerce, ha un patrimonio personale di circa 23 mld di dollari, è comproprietario del Guangzhou e possiede anche un 20% del Sunning, la società che vorrebbe entrare nell'Inter. Per capirci, si tratta di quel personaggio che due settimane fa disse al Vinitaly: "Datemi il vino italiano e lo venderò a due miliardi di cinesi". Sbruffonate? Non proprio, visto che parliamo del 2° uomo più ricco della Cina.
L'altro profilo è Li Ka Shing, patrimonio personale di 30 mld di dollari, che controlla Hutcinhson Whampoa. E' l'uomo più ricco di Hong Kong ed è il n. 20 mondiale. Il soprannome nella sua città? Superman...

La Repubblica (Currò/Pagni): siamo ad una svolta storica. Se Berlusconi darà il via libera, il CDA si potrà riunire per ratificare il nulla osta esclusivo nei confronti della cordata composta da diversi imprenditori asiatici, cui fa capo Jack Ma. In caso di assenso da Arcore, potrebbero esserci due strade: accelerata già nella prossima settimana con chiusura tra fine maggio e metà giugno, oppure procedura più lenta se il demiurgo sarà restio a mollare la sua creatura. In ogni caso sta per cadere il velo su chi avrebbe presentato l'offerta di 500M e che contempla due opzioni: subito il 70% oppure almeno il 50% per poi salire in maggioranza assoluta entro un anno.
Gli imprenditori in questione (da 4 a 6, secondo le varie ricostruzioni) devono risponderne al governo di Pechino.
I patti di riservatezza fino ad ora hanno protetto i nomi degli investitori. Tuttavia ieri da Guangzhou è partita la clamorosa bomba: Jack Ma sarebbe interessato a rilevare le quote del Milan ed a coinvolgere lo stesso Lippi come DT.
Ma ha già esperienza nel mondo del calcio, visto che è comproprietario proprio del Guangzhou e non ha mai nascosto di ammirare Berlusconi per la sua inventiva e il coraggio imprenditoriale. Poco tempo fa è stato al Vinitaly. I no comment di Fininvest e Alibaba non hanno sciolto i dubbi. Si segnala poi il curioso intreccio tra Milan e Inter: Jack infatti possiede il 20% del Sunning che sta per entrare nell'Inter. Nessuno però ormai smentisce il dato di fondo: la svolta cinese è la soluzione individuata da tutti per risollevare il Milan.
Sempre Repubblica afferma che nel progetto di Jack Ma, lo stadio avrebbe un ruolo cruciale.

Corriere della Sera (Ravelli)
: i tecnici stanno mettendo a punto il dossier, ma il più è fatto.
Ora tocca a Berlusconi decidere se firmare la trattativa in esclusiva: un passo non decisivo (per- ché avrebbe poi comunque la possibilità di tirarsi indietro), però un impegno serio, con tanto di vincoli e penali, che fin qui Berlusconi non ha mai voluto assumersi. Non lo aveva fatto per esempio con Bee Tae- chaubol, il magnate thailande- se che un anno fa di questi giorni aveva monopolizzato la scena con la sua offerta monstre, lasciando i cinesi (che già si erano fatti avanti) in dispar- te. Ora è questa cordata, che comprende alcune finanziarie, in pole: spinge per acquisire un’ampia maggioranza, il 70%, per una valutazione del Milan di 650-700 milioni. Gran parte dei conti i cinesi li avevano già visti all’epoca, ma è partita una settimana fa una due diligence approfondita, tanto che tutti i contratti (sportivi e commerciali) sono stati consegnati.
I fari sono accesi sulla metà della prossima settimana: martedì e mercoledì Berlusconi po- trebbe prendere una decisione. Poi formalmente sarà il cda di Fininvest a dover ratificare. Ecco perché, se Berlusconi do- vesse dire il primo sì, le cose poi potrebbero succedere ab- bastanza velocemente: in un mese si arriverebbe alla firma del contratto preliminare. Che prevede la definizione di ogni dettaglio, governance compresa, perché i cinesi hanno già chiara una propria squadra. Ma chi sono i futuri possibili proprietari del Milan? Non c’è ancora visibilità totale sul con- sorzio perché fin qui Fininvest (che ha firmato un patto di riservatezza) ha trattato con l’advisor Sal Galatioto. In ambienti vicini però si smentisce l’interessamento di Alibaba, un colosso mai emerso in oltre un anno di trattativa, che al contrario sarebbe stato utile spendere per dare peso alla cordata.


Milano Finanza (Montanari): questa volta i cinesi fanno sul serio. Ed anche se non vi è ancora certezza sui nomi, ormai è assodato che una cordata cinese sta stringendo per l'acquisto della maggioranza del Milan. Anche se deve ancora arrivare il via libera da Berlusconi, fino ad ora sempre irremovibile.
Con la data room già conclusa, e senza che siano giunte offerte vincolanti anche perché Fininvest non ne vuole, l'opzione della cessione del 70-80% del Milan esiste ed è concreta. Al punto che già oggi, giorno dell’assemblea del Milan, l’argomento potrebbe essere all’ordine del giorno. Anche se è più probabile che alla fine l’ok, o la bocciatura, all’operazione verrà data ad Arcore.
Ma quanto sono disposti a met- tere sul piatto i cinesi? La base di partenza, nettamente inferio- re a quella della trattativa mai decollata con Bee Taechaubol (valorizzava il 100% del Mi- lan 1 miliardo), è rappresentata dai 500-550 milioni di valore dell’equity del club rossonero,
che ha chiuso il 2015 con ricavi per 221 milioni e una perdita di 89 milioni. A questa cifra vanno sommati i 240 milioni di debiti (188 milioni solo nei confronti di banche e società di factoring), per una valuta- zione complessiva di 740-790 milioni. Ma, secondo fonti di mercato vicine alla trattativa, il consorzio di imprenditori cinesi avrebbe già preso l’impegno di investire su base pluriennale tra 300 e 400 milioni. Quindi, complessivamente la spesa po- tenziale per rilevare il controllo del Milan potrà raggiungere 1,2 miliardi.
L’incognita resta quella legata ai tempi per il possibile closing. Se Silvio Berlusconi accetterà dal punto di vista economico l’offerta, compratori e advisor cercheranno di arrivare alla firma entro la data dell’avvio del calciomercato estivo per la stagione 2016-2017 e comunque prima di fine luglio. Ma non è così scontato che l’ex Cav benedica la vendita caldeggiata da tempo dai figli e in particolare da Marina.
Difatti c’è chi fa notare che l’imprenditore vorrebbe disfarsi del club uscendo da vincitore. Mentre altri uomini a lui vicini sostengono che, raggiunto il traguardo dei 30 anni di gestione, si possa, anzi si debba, passare la mano. Operativamente, è possibile che Fininvest resti inizialmente nel capitale con una quota di minoranza (20-30%), anche se l’intenzione della holding di Via Paleocapa è quello di usci- re definitivamente dal business del calcio e non ripetere il caso Inter-Thohir-Moratti.

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Eziomare

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C'e' lo stesso (comprensibile) entusiasmo di un anno fa, andiamoci cauti raga', un altro scotto non voglio subirlo.
Ho deciso di essere pessimista, chi non si aspetta nulla non puo' rimanere deluso, no?
 

Guglielmo90

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C'e' lo stesso (comprensibile) entusiasmo di un anno fa, andiamoci cauti raga', un altro scotto non voglio subirlo.
Ho deciso di essere pessimista, chi non si aspetta nulla non puo' rimanere deluso, no?

Idem, restiamo coi piedi per terra.
 

Super_Lollo

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Jack Ma acquistò la metà della squadra di calcio al prezzo di 192 milioni di dollari, dando dunque al club una valutazione di 384 milioni di dollari. Poi, nel gennaio successivo, il Guangzhou Evergrande rastrellò la incredibile cifra di 132 milioni di dollari con la sola vendita del 5% delle azioni tramite una offerta pubblica di vendita di piccolissime quote (massimo tre azioni per sottoscrittore), portando dunque il valore del 100% del capitale sociale alla stratosferica cifra di 2,6 miliardi di dollari, superiore di oltre mezzo miliardo a quella stimata del capitale dei due principali club calcistici al mondo, il Real Madrid ed il Manchester United, e ciò nonostante numeri nettamente peggiori dei due top europei, quanto a fatturato ed utili operativi. Potenza del crowdfunding cinese, ideale in un Paese da 1,3 miliardi di euro di persone, in cui il calcio è diventato la nuova frontiera dei sogni e passioni del pubblico, di cui può misurarsi l’intensità proprio dalla straordinaria risposta al collocamento delle azioni del club di riferimento, pur in piccola parte di capitale e per piccoli tagli di quote.

Io non escluderei che potrebbero fare anche per il Milan una cosa del genere .. sarebbe epocale , probabilmente diventeremmo la squadra con più liquidità sul pianeta .
 

Super_Lollo

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C'e' lo stesso (comprensibile) entusiasmo di un anno fa, andiamoci cauti raga', un altro scotto non voglio subirlo.
Ho deciso di essere pessimista, chi non si aspetta nulla non puo' rimanere deluso, no?

Ezio , io te lo dico chiaramente .. se ancora mi stanno prendendo in giro con me hanno chiuso... e non scherzo , se questa volta non vende e viene fuori che è una presa per il C io ho smesso di seguire il milan dopo 35 anni .
 
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