Berlusconi da il via libera: la cordata cinese lo ha convinto!

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TheZio

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Intanto sul tg5 hanno accennato sia al Milan sia all'Inter, dicendo che la trattativa sull'Inter è più "calda".

Gazzetta dello Sport in prima pagina: C'è il sì di Silvio, il milan finisce sul piatto. Società cinesi statali e private nel pool dei possibili compratori. Tempi stretti per dare via libera agli acquisti

Il Corriere dello Sport in prima pagina non accenna minimamente alla situazione del Milan, ma pubblica la svolta nella cessione dell'Inter.

Vabbe siamo al delirio,mi state dicendo che per loro (Sky-Bellinazzo) l'articolo dell'ANSA nonchè le ultime dichiarazioni di Berlusconi non sono mai esistite,ma sopratutto IL SUNING da solo è più potente di SETTE,S-E-T-T-E gruppi messi insieme?

Bene, bene così, che non ci diano credito, che ci sfottano pure.. benissimo..
Vi ricordate Kakà? Moggi diceva che con quel cognome non poteva giocare in A: Lucianone ripeticelo 7 volte che Kakà non era da serie A! Anzi da Champions League!
Poi (e questa è una frase che ho sentito molte volte e che ho ripetuto pure io) come dice il buon [MENTION=2284]kolao95[/MENTION]

Il 15 se succederà ciò che deve succedere..

#FinoAlleFirme #nerosurosso #SeSuccederàCiòCheDeveSuccedere
 

Milanforever26

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GdS: Il presidente rossonero ha concesso un primo gradimento: manca ancora un contatto diretto tra le parti ma le verifiche sul peso economico della cordata lo hanno convinto. Così ha dato il via libera a proseguire la trattativa: i nomi degli investitori cinesi restano ancora misteriosi ma ora si sa che a finanziare il fondo interessato all’acquisto ci sono più società, con componenti pubbliche e private, di cui almeno una quotata in borsa. L’ultimo nome ipotizzato è quello dei proprietari del club cinese Hebei Fortune, protagonisti nell’ultimo mercato di gennaio dell’acquisto di Gervinho dalla Roma per 18 milioni di euro: la proprietà è del fondo immobiliare Chine Fortune Land Development, specializzato nell’acquisizione di zone industriali e sviluppo urbano. Se la condizione del padrone rossonero era quella di individuare un successore che investisse nel Milan per farlo tornare protagonista «in Italia, in Europa e nel mondo» la condizione può esser tolta: il gruppo cinese è serio e soprattutto molto ricco. La certezza successiva che il presidente pretende di avere è che investano tanta ricchezza sulla squadra.
Andando avanti Berlusconi, insieme ai vertici Fininvest incaricati della trattativa, potranno concentrarsi su altre questioni tecniche: ricevere nuovi dettagli economici (il dossier completo sui membri del gruppo e i futuri progetti di investimento), stabilire la governance (Berlusconi sarebbe presidente onorario «come da loro richiesta per sfruttare il mio brand in Cina», mentre Gancikoff, che con Galatioto lavora da advisor per i cinesi, potrebbe entrare in qualità di a.d. della nuova società), avviare il progetto tecnico (Brocchi o un allenatore straniero? E con quali giocatori?).
. In questo modo la scadenza del promemoria di intesa siglato il 10 maggio scorso sarebbe salva: Silvio ha già espresso il suo gradimento a proseguire il negoziato. L’alternativa è che tutto resti com’è, con Berlusconi al comando e una squadra di baby azzurri guidati da Brocchi.

CorSera: Un passo avanti. Importante, non decisivo. Comunque un passo avanti nella direzione della vendita della maggioranza del Milan, nonostante i tentennamenti, i dispiaceri, le prudenze dopo la figuraccia con mister Bee, l’attesa ancora necessaria perché la campagna elettorale ha le sue esigenze (e la maggioranza dei tifosi è favorevole alla vendita) e soprattutto perché ci sono altre mosse da compiere prima di vendere il 70% alla cordata cinese. Se negli ultimi quindici giorni, però, si è aspettato con ansia di conoscere nomi e peso dei partecipanti al consorzio, la lista è (in parte: mancano ancora le informazioni di dettaglio) arrivata nelle mani dei dirigenti di Fininvest e di conseguenza in quelle di Silvio Berlusconi che l’ha esaminata ieri nell’incontro di Arcore, alla presenza anche dei figli. Ebbene, il primo esame è stato superato: i cinesi sono seri e con disponibilità finanziarie importanti. Non costituisce un problema nemmeno la ripartizione delle quote. Berlusconi desiderava ci fosse un punto di riferimento con il quale trattare. Ci sarà. Per ora, assieme all’advisor americano Sal Galatioto, l’interlocutore principe è Nicholas Gancikoff che, se la trattativa andasse in porto, ci sono molte possibilità diventi l’ad del Milan del futuro. Tra i cinesi non ci sono i nomi eclatanti che tanto sono stati esibiti nelle ultime settimane, nessun Jack Ma o simili, ma questo non toglie niente alla loro solidità. Si riuniranno in un fondo, che sarà gestito da manager: non ci sarà dunque la figura del presidente—proprietario. Che Gancikoff abbia già assunto un ruolo preminente, oltre quello di semplice rappresentante, lo dimostra il fatto che ha già preso contatti e bloccato un allenatore. Chi? L’identikit lo ha tracciato Berlusconi.
Tra questi ci sono quelli di Unai Emery, già opzionato due stagioni fa quando poi il Milan scelse Inzaghi, e Manuel Pellegrini
, che avrebbe il vantaggio di essere subito libero. Ma serve aspettare il 15-20 giugno prima di arrivare alla scelta dell’allenatore. Il passaggio di ieri poteva essere decisivo in caso di pollice verso. Il primo sì invece porta al prossimo stadio. Berlusconi vuole altre rassicurazioni, soprattutto sulla qualità dei progetti di investimento per il rilancio della squadra.
Insomma non gli basta che i potenziali acquirenti abbiano i soldi, vuole anche sapere come intendono spenderli. Un modo per alzare ogni volta l’asticella delle richieste, così da trovare una scusa per non vendere? Questa volta sembra di no. Questa volta Berlusconi sembra intenzionato a far seguire altri passi a quello, importante, di ieri

Repubblica: Gli aspetti economici sono sostanzialmente definiti a eccezione di dettagli molto tecnici. Ora resta il “piano industriale”. Dopo l’incontro di ieri ad Arcore con i manager Fininvest che stanno seguendo da vicino il dossier della trattativa per la cessione del 70% del Milan alla cordata cinese, Silvio Berlusconi ha dato il via libera a un ulteriore passo avanti verso la vendita. L’ex premier è convinto della solidità finanziaria degli imprenditori asiatici coordinati da Sal Galatioto a New York e Nicholas Gancikoff in Italia. Questo esame non era mai stato superato dal precedente tentativo guidato da Mister Bee che si era arenato proprio sulla mancanza di adeguate garanzie. Ora Berlusconi vuole chiarire aspetti legati al progetto sportivo degli acquirenti: non solo l’entità degli investimenti per rafforzare la squadra negli anni a venire, ma anche la loro idea di club calcistico. Dopo aver dato per assodato che i soldi ci sono, serve una spiegazione sul modo di impiegarli. È un tema molto sensibile soprattutto in questa fase di campagna elettorale: l’argomento può essere maneggiato pubblicamente da Berlusconi per allontanare l’idea di un abbandono totale del Milan. In questo modo l’ex Cavaliere, che resterà presidente onorario per il periodo transitorio di 2-3 anni, può dimostrare attenzione alla società anche a vendita quasi avvenuta. Secondo alcune ricostruzioni, va ancora chiarita esattamente la composizione precisa della cordata: chi sono i 7-8 imprenditori che ne fanno parte. Questa situazione è legata al fatto che i nomi citati finora – Evergrande, Alibaba, Baidu – potrebbero comparire non in prima persona, ma con società controllate in percentuali più piccole. Ma quello che conta è la presenza alle spalle del pool di compratori di realtà molto significative del sistema economico cinese (queste aziende sono spesso legate da incroci azionari). Berlusconi ieri ha parlato di «un gruppo di aziende cinesi con partecipazione statale». La prossima tappa, che a questo punto potrebbe essere quella definitiva, è fissata intorno al 15-20 giugno, quindi in zona ballottaggi comunali.

Mamma mia le calende greche, una commedia imbarazzante quella del nano...ma ci rendiamo conto che questo che come alternativa propone l'italcessimilan vuole sapere anche quanti peli hanno nel sedere sti cinesi prima di passare la mano?..ma anche non mettessero 150-200 milioni l'anno ma "solo" 80 ristrutturando però la società e costruendo lo stadio non sarebbe meglio secondo lui della sua idea rivoltante?
Ora sta sfruttando sto can can mediatico in modo vergognoso come sempre, anche se spero che ora gli chiedano anche come mai lui ci mette secoli e l'inter chiude in pochi giorni invece....

Vedrete che ci userà anche per essere in TV sabato che non potrebbe per il silenzio elettorale..
Attenzione alla giornata di lunedì, passate le elezioni sapremo se davvero va in porto tutto o se ci avrà stuprato per l'ennesima volta..
 

Il Genio

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TheZio

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Intanto sul tg5 hanno accennato sia al Milan sia all'Inter, dicendo che la trattativa sull'Inter è più "calda".

Gazzetta dello Sport in prima pagina: C'è il sì di Silvio, il milan finisce sul piatto. Società cinesi statali e private nel pool dei possibili compratori. Tempi stretti per dare via libera agli acquisti

Il Corriere dello Sport in prima pagina non accenna minimamente alla situazione del Milan, ma pubblica la svolta nella cessione dell'Inter.

Vabbe siamo al delirio,mi state dicendo che per loro (Sky-Bellinazzo) l'articolo dell'ANSA nonchè le ultime dichiarazioni di Berlusconi non sono mai esistite,ma sopratutto IL SUNING da solo è più potente di SETTE,S-E-T-T-E gruppi messi insieme?

GdS: Il presidente rossonero ha concesso un primo gradimento: manca ancora un contatto diretto tra le parti ma le verifiche sul peso economico della cordata lo hanno convinto. Così ha dato il via libera a proseguire la trattativa: i nomi degli investitori cinesi restano ancora misteriosi ma ora si sa che a finanziare il fondo interessato all’acquisto ci sono più società, con componenti pubbliche e private, di cui almeno una quotata in borsa. L’ultimo nome ipotizzato è quello dei proprietari del club cinese Hebei Fortune, protagonisti nell’ultimo mercato di gennaio dell’acquisto di Gervinho dalla Roma per 18 milioni di euro: la proprietà è del fondo immobiliare Chine Fortune Land Development, specializzato nell’acquisizione di zone industriali e sviluppo urbano. Se la condizione del padrone rossonero era quella di individuare un successore che investisse nel Milan per farlo tornare protagonista «in Italia, in Europa e nel mondo» la condizione può esser tolta: il gruppo cinese è serio e soprattutto molto ricco. La certezza successiva che il presidente pretende di avere è che investano tanta ricchezza sulla squadra.
Andando avanti Berlusconi, insieme ai vertici Fininvest incaricati della trattativa, potranno concentrarsi su altre questioni tecniche: ricevere nuovi dettagli economici (il dossier completo sui membri del gruppo e i futuri progetti di investimento), stabilire la governance (Berlusconi sarebbe presidente onorario «come da loro richiesta per sfruttare il mio brand in Cina», mentre Gancikoff, che con Galatioto lavora da advisor per i cinesi, potrebbe entrare in qualità di a.d. della nuova società), avviare il progetto tecnico (Brocchi o un allenatore straniero? E con quali giocatori?).
. In questo modo la scadenza del promemoria di intesa siglato il 10 maggio scorso sarebbe salva: Silvio ha già espresso il suo gradimento a proseguire il negoziato. L’alternativa è che tutto resti com’è, con Berlusconi al comando e una squadra di baby azzurri guidati da Brocchi.

CorSera: Un passo avanti. Importante, non decisivo. Comunque un passo avanti nella direzione della vendita della maggioranza del Milan, nonostante i tentennamenti, i dispiaceri, le prudenze dopo la figuraccia con mister Bee, l’attesa ancora necessaria perché la campagna elettorale ha le sue esigenze (e la maggioranza dei tifosi è favorevole alla vendita) e soprattutto perché ci sono altre mosse da compiere prima di vendere il 70% alla cordata cinese. Se negli ultimi quindici giorni, però, si è aspettato con ansia di conoscere nomi e peso dei partecipanti al consorzio, la lista è (in parte: mancano ancora le informazioni di dettaglio) arrivata nelle mani dei dirigenti di Fininvest e di conseguenza in quelle di Silvio Berlusconi che l’ha esaminata ieri nell’incontro di Arcore, alla presenza anche dei figli. Ebbene, il primo esame è stato superato: i cinesi sono seri e con disponibilità finanziarie importanti. Non costituisce un problema nemmeno la ripartizione delle quote. Berlusconi desiderava ci fosse un punto di riferimento con il quale trattare. Ci sarà. Per ora, assieme all’advisor americano Sal Galatioto, l’interlocutore principe è Nicholas Gancikoff che, se la trattativa andasse in porto, ci sono molte possibilità diventi l’ad del Milan del futuro. Tra i cinesi non ci sono i nomi eclatanti che tanto sono stati esibiti nelle ultime settimane, nessun Jack Ma o simili, ma questo non toglie niente alla loro solidità. Si riuniranno in un fondo, che sarà gestito da manager: non ci sarà dunque la figura del presidente—proprietario. Che Gancikoff abbia già assunto un ruolo preminente, oltre quello di semplice rappresentante, lo dimostra il fatto che ha già preso contatti e bloccato un allenatore. Chi? L’identikit lo ha tracciato Berlusconi.
Tra questi ci sono quelli di Unai Emery, già opzionato due stagioni fa quando poi il Milan scelse Inzaghi, e Manuel Pellegrini
, che avrebbe il vantaggio di essere subito libero. Ma serve aspettare il 15-20 giugno prima di arrivare alla scelta dell’allenatore. Il passaggio di ieri poteva essere decisivo in caso di pollice verso. Il primo sì invece porta al prossimo stadio. Berlusconi vuole altre rassicurazioni, soprattutto sulla qualità dei progetti di investimento per il rilancio della squadra.
Insomma non gli basta che i potenziali acquirenti abbiano i soldi, vuole anche sapere come intendono spenderli. Un modo per alzare ogni volta l’asticella delle richieste, così da trovare una scusa per non vendere? Questa volta sembra di no. Questa volta Berlusconi sembra intenzionato a far seguire altri passi a quello, importante, di ieri

Repubblica: Gli aspetti economici sono sostanzialmente definiti a eccezione di dettagli molto tecnici. Ora resta il “piano industriale”. Dopo l’incontro di ieri ad Arcore con i manager Fininvest che stanno seguendo da vicino il dossier della trattativa per la cessione del 70% del Milan alla cordata cinese, Silvio Berlusconi ha dato il via libera a un ulteriore passo avanti verso la vendita. L’ex premier è convinto della solidità finanziaria degli imprenditori asiatici coordinati da Sal Galatioto a New York e Nicholas Gancikoff in Italia. Questo esame non era mai stato superato dal precedente tentativo guidato da Mister Bee che si era arenato proprio sulla mancanza di adeguate garanzie. Ora Berlusconi vuole chiarire aspetti legati al progetto sportivo degli acquirenti: non solo l’entità degli investimenti per rafforzare la squadra negli anni a venire, ma anche la loro idea di club calcistico. Dopo aver dato per assodato che i soldi ci sono, serve una spiegazione sul modo di impiegarli. È un tema molto sensibile soprattutto in questa fase di campagna elettorale: l’argomento può essere maneggiato pubblicamente da Berlusconi per allontanare l’idea di un abbandono totale del Milan. In questo modo l’ex Cavaliere, che resterà presidente onorario per il periodo transitorio di 2-3 anni, può dimostrare attenzione alla società anche a vendita quasi avvenuta. Secondo alcune ricostruzioni, va ancora chiarita esattamente la composizione precisa della cordata: chi sono i 7-8 imprenditori che ne fanno parte. Questa situazione è legata al fatto che i nomi citati finora – Evergrande, Alibaba, Baidu – potrebbero comparire non in prima persona, ma con società controllate in percentuali più piccole. Ma quello che conta è la presenza alle spalle del pool di compratori di realtà molto significative del sistema economico cinese (queste aziende sono spesso legate da incroci azionari). Berlusconi ieri ha parlato di «un gruppo di aziende cinesi con partecipazione statale». La prossima tappa, che a questo punto potrebbe essere quella definitiva, è fissata intorno al 15-20 giugno, quindi in zona ballottaggi comunali.

Il CorSera mi sembra abbia idee un pò confuse... :wacko:
Forse ha più senso ciò che riporta Repubblica
 
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