Berlusconi alla Gazzetta:"30 anni da 10 e lode. E i prossimi 5..."

Registrato
13 Gennaio 2014
Messaggi
31,727
Reaction score
9,717
Se in estate non spenderà almeno una cinquantina di milioni per il mercato, tutte queste chiacchiere non serviranno a nulla.

Quoto col sangue.

Ma fino a prova contraria, prima di criticare aspettiamo a vediamo.

Nel caso, giù con gli insulti come se non ci fosse un domani :)
 

Aragorn

New member
Registrato
4 Luglio 2013
Messaggi
8,409
Reaction score
43

Aragorn

New member
Registrato
4 Luglio 2013
Messaggi
8,409
Reaction score
43
Ecco l'intervista integrale. Molti i temi toccati: dal futuro del Milan, a Mr Bee, fino al rapporto Barbara-Galliani e le pretese dell'altra figlia, Marina.

Presidente, che voto darebbe ai suoi 30 anni di Milan?
"Siamo partiti puntando al 10. Per com’è andata direi 10 e lode. Sono stati trent’anni magici. Abbiamo vinto più di tutti. Ci siamo conquistati 363 milioni di simpatizzanti nel mondo. E soprattutto il nostro amore per il Milan è stato ripagato e ci ha riempito il cuore di felicità".

Qual è stato il giorno più bello?
"Ce ne sono stati tanti. Certamente indimenticabile è la vittoria a Barcellona della prima Coppa Campioni, battendo 4-0 la Steaua Bucarest. Ricordo lo spettacolo indimenticabile del Camp Nou completamente tappezzato di bandiere rossonere. Sull’autostrada per la Spagna si crearono veri e propri ingorghi di auto e di pullman imbandierati. Fu l’intero popolo rossonero, non soltanto la squadra, a vincere la Coppa. Ma sono indimenticabili, per motivi diversi, anche le due finali di Atene".

Ce n’è uno, invece, che vorrebbe cancellare?
"La rimonta del Liverpool a Istanbul, quella incredibile finale di Champions perduta dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio per 3-0. L’abbiamo già cancellata con i due gol di Pippo nell’altra finale di Atene, due anni dopo, ancora contro il Liverpool. Invece ancora amara la finale di Champions del 1993. Eravamo arrivati a quell’incontro vincendo tutte le partite del torneo, 10 su 10, andata e ritorno. Perdemmo 1-0 la finale con il Marsiglia. Una partita stregata".

Se potesse tornare indietro, rifarebbe tutto o cambierebbe qualcosa?
"Non cambierei certo la missione data alla squadra. Quella di giocare per essere padroni del campo e del gioco, di vincere convincendo, con il bel gioco, l’entusiasmo, la passione e la lealtà nei confronti dei nostri avversari".

Qual è stata la decisione più importante che ha preso?
"Diventare responsabile del Milan e dargli l’obiettivo di diventare la squadra più vincente al mondo. Un obiettivo che a tutti sembrava impossibile".

Visto che ormai la vicenda è prescritta, può rivelare chi diede l’ordine di ritirare la squadra a Marsiglia?
"Non fu certo una mossa premeditata. Galliani mi spiegò poi come andarono le cose. Reagì d’impulso, da tifoso, senza malizia. Ricordo che abbiamo accettato la grave sanzione inflittaci dall’Uefa. Molti giornali scrissero dopo quella sera che il ciclo del Milan era finito. Invece era appena cominciato".

Il suo amico Confalonieri, in un’intervista al Corriere della Sera, ha paragonato Galliani a Moshe Dayan, «il nostro grande generale»: è d’accordo?
"Perché no?".

Qual è l’allenatore al quale è rimasto più legato?
"Sacchi mi ricorda i primi meravigliosi anni. Ma sono legato da una profonda amicizia anche ad Ancelotti e a Capello".

Quale campione vorrebbe rivedere in campo?
"Vorrei rivederli tutti, i nostri campioni. Da Van Basten che ha lasciato il calcio troppo presto a Baresi, il nostro Capitano, da Savicevic a Ronaldinho, da Maldini a Costacurta, a Tassotti, a Donadoni, a Massaro. Da Weah a Gullit, a Sheva, a Kakà… Non posso citarli tutti. Ma ho voluto bene a tutti e per molti di loro sono stato un fratello maggiore. Aggiungo, con orgoglio, che il mio Milan è l’unica squadra nella storia del calcio ad aver piazzato, per due volte (1988 e 1989, ndr), tre giocatori ai primi tre posti del Pallone d’oro".

Lei sogna sempre un grande Milan in corsa per lo scudetto e di nuovo in Champions: che cosa prova a vedere la squadra di oggi, così lontana dai suoi sogni?
"Forse non è così lontana come qualcuno pensa. Io sono stato impegnato su molti fronti con impegni difficili e anche dolorosi. Ma ora sono tornato in campo. Non lavoriamo solo per l’oggi. Stiamo ricostruendo una squadra per un nuovo ciclo con giovani promettenti e con molti fuoriclasse. Sono sicuro che ci riusciremo. In questi anni abbiamo vissuto 8 finali di Champions. Entro cinque anni dobbiamo arrivare a 10".

Donnarumma è il giovane più promettente, già seguito da molte squadre straniere: non teme che ve lo portino via?
"Donnarumma è uno dei tanti giovani del nostro vivaio e spero che rimanga con noi per altri vent’anni".

Sua figlia Barbara ha detto che bisogna essere onesti coi tifosi, parlando di Europa League. Galliani, invece, ha ribadito che l’obiettivo è la Champions: è la conferma che hanno visioni diverse?
"E’ la conferma che entrambi hanno a cuore il bene della squadra. Contraddicendo quello che l’età farebbe pensare, Barbara ragiona più da manager, Adriano più da tifoso. Hanno ragione entrambi, ed entrambi torto. E’ del tutto evidente che l’Europa League oggi è l’obiettivo alla nostra portata, ed è altrettanto evidente che non ci accontentiamo di questo. Nella mia vita, di imprenditore, uomo di stato, di uomo di sport ho sempre seguito una regola: pormi degli obbiettivi un po’ più alti di quelli che il normale buonsenso ritiene facilmente raggiungibili. E li ho sempre raggiunti".

Se il Milan non guadagnasse un posto per l’Europa, potrebbe bastare vincere la Coppa Italia per salvare la stagione?
"Non basterebbe. Ma alzare la Coppa Italia sarebbe importante. Vincere fa sempre bene, e comunque la Coppa Italia garantisce un posto in Europa".

E’ vero che prima di puntare su Mihajlovic aveva scartato la candidatura di Sarri?
"Quando si sceglie qualcuno, per definizione cadono le altre candidature. Anche quelle di cui si ha la massima stima, come nel caso di Sarri".

Seedorf, Inzaghi e ora Mihajlovic: non sono troppi tre allenatori in tre stagioni?
"In effetti preferisco quando in tre stagioni arrivano tre finali di Champions".

Trent’anni fa lei disse: «Il calcio è bello anche perché non bastano i soldi per fare uno squadrone». Purtroppo sembra una frase adatta a questo Milan…
"La penso come 30 anni fa. Ma qualche squadrone abbiamo già dimostrato di essere capaci di costruirlo. Certo, anche investendo molti soldi. Sono stati più di un miliardo e duecento milioni di euro i nostri investimenti sul Milan in questi trent’anni".

Che effetto le fa pensare che 30 anni fa prese il Milan al terzo posto, mentre oggi è soltanto sesto?
"Non si può vincere sempre. Io sono entrato nel Milan in uno dei periodi peggiori della sua storia. Nei 5 anni precedenti, due li aveva giocati in Serie B, e gli altri tre li aveva chiusi rispettivamente al 14o, al 6o e al 5o posto in Serie A. Oggi il fatto stesso che il Milan sia al sesto posto è una notizia. Sembra strano ai tifosi, visto che, in trent’anni, per venti volte abbiamo concluso il campionato nei primi tre posti. In tutto il mondo la parola Milan è sinonimo di grandi successi e, voglio ripeterlo, contiamo su 363 milioni di simpatizzanti".

Se a fine stagione la trattativa con Mister Bee non fosse ancora conclusa, cercherebbe di vendere ad altri le quote di minoranza?
"Il mio obiettivo è comunque il bene del Milan. Nel calcio moderno sono entrati soggetti dotati di risorse infinite e quindi è difficile rimanere competitivi al massimo livello. Per questo abbiamo ritenuto che l’apporto di energie e capitali freschi fosse necessario. Su questa base abbiamo una negoziazione in corso. Aspettiamo che si concluda".

E’ vero che sua figlia Marina spinge per farle vendere tutto il Milan?
"Non è assolutamente vero. Lei mi ripete sempre di seguire quello che mi dice il cuore e il mio cuore continua a battere forte per il Milan".

L’altra sua figlia Barbara, invece, si era impegnata molto per il progetto del nuovo stadio: che cosa accadrà ora con San Siro?
"San Siro è la nostra gloriosa storia. Il legame affettivo, emotivo, con quel prato, quegli spalti, quella curva, è profondissimo per ogni milanista. Tuttavia il futuro sembra essere degli stadi di proprietà, secondo un modello che all’estero si va sempre più diffondendo e che per ora, in Italia, solo la Juve ha potuto realizzare. Quindi l’idea di Barbara era assolutamente quella giusta. Purtroppo si sono frapposte difficoltà che al momento non potevamo prevedere. Continueremo quindi a giocare a San Siro, fieri di stare nella “Scala del calcio”, senza tuttavia smettere di guardarci intorno".

I tifosi contestano a Galliani il peccato di nostalgia, pensando ai ritorni di Balotelli e Boateng, dopo i rinnovi dei contratti a De Jong e Mexes: con il senno di poi si è trattato di errori?
"Perché errori? Boateng è rientrato con una grande voglia di tornare a giocare, e finora ha fatto bene. Balotelli si sta rimettendo da seri problemi di salute. Se riuscirà a evitare gli errori del passato, potrà essere una risorsa. Credo valga la pena di provare".

Che regalo vorrebbe per i suoi 30 anni di Milan?
"Sabato, in occasione dell’anniversario, vorrei pranzare con la squadra a Milanello. Ne approfitterò per chiedere a Mihajlovic di vincere tutte le partite da qui alla fine".

Concludendo: sarà presidente del Milan a vita o fino a quando?
"Stiamo a vedere come andranno i prossimi 30 anni, e poi decideremo..."

up
 

Dumbaghi

Bannato
Registrato
27 Agosto 2012
Messaggi
23,425
Reaction score
68
Ecco l'intervista integrale. Molti i temi toccati: dal futuro del Milan, a Mr Bee, fino al rapporto Barbara-Galliani e le pretese dell'altra figlia, Marina.

Presidente, che voto darebbe ai suoi 30 anni di Milan?
"Siamo partiti puntando al 10. Per com’è andata direi 10 e lode. Sono stati trent’anni magici. Abbiamo vinto più di tutti. Ci siamo conquistati 363 milioni di simpatizzanti nel mondo. E soprattutto il nostro amore per il Milan è stato ripagato e ci ha riempito il cuore di felicità".

Qual è stato il giorno più bello?
"Ce ne sono stati tanti. Certamente indimenticabile è la vittoria a Barcellona della prima Coppa Campioni, battendo 4-0 la Steaua Bucarest. Ricordo lo spettacolo indimenticabile del Camp Nou completamente tappezzato di bandiere rossonere. Sull’autostrada per la Spagna si crearono veri e propri ingorghi di auto e di pullman imbandierati. Fu l’intero popolo rossonero, non soltanto la squadra, a vincere la Coppa. Ma sono indimenticabili, per motivi diversi, anche le due finali di Atene".

Ce n’è uno, invece, che vorrebbe cancellare?
"La rimonta del Liverpool a Istanbul, quella incredibile finale di Champions perduta dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio per 3-0. L’abbiamo già cancellata con i due gol di Pippo nell’altra finale di Atene, due anni dopo, ancora contro il Liverpool. Invece ancora amara la finale di Champions del 1993. Eravamo arrivati a quell’incontro vincendo tutte le partite del torneo, 10 su 10, andata e ritorno. Perdemmo 1-0 la finale con il Marsiglia. Una partita stregata".

Se potesse tornare indietro, rifarebbe tutto o cambierebbe qualcosa?
"Non cambierei certo la missione data alla squadra. Quella di giocare per essere padroni del campo e del gioco, di vincere convincendo, con il bel gioco, l’entusiasmo, la passione e la lealtà nei confronti dei nostri avversari".

Qual è stata la decisione più importante che ha preso?
"Diventare responsabile del Milan e dargli l’obiettivo di diventare la squadra più vincente al mondo. Un obiettivo che a tutti sembrava impossibile".

Visto che ormai la vicenda è prescritta, può rivelare chi diede l’ordine di ritirare la squadra a Marsiglia?
"Non fu certo una mossa premeditata. Galliani mi spiegò poi come andarono le cose. Reagì d’impulso, da tifoso, senza malizia. Ricordo che abbiamo accettato la grave sanzione inflittaci dall’Uefa. Molti giornali scrissero dopo quella sera che il ciclo del Milan era finito. Invece era appena cominciato".

Il suo amico Confalonieri, in un’intervista al Corriere della Sera, ha paragonato Galliani a Moshe Dayan, «il nostro grande generale»: è d’accordo?
"Perché no?".

Qual è l’allenatore al quale è rimasto più legato?
"Sacchi mi ricorda i primi meravigliosi anni. Ma sono legato da una profonda amicizia anche ad Ancelotti e a Capello".

Quale campione vorrebbe rivedere in campo?
"Vorrei rivederli tutti, i nostri campioni. Da Van Basten che ha lasciato il calcio troppo presto a Baresi, il nostro Capitano, da Savicevic a Ronaldinho, da Maldini a Costacurta, a Tassotti, a Donadoni, a Massaro. Da Weah a Gullit, a Sheva, a Kakà… Non posso citarli tutti. Ma ho voluto bene a tutti e per molti di loro sono stato un fratello maggiore. Aggiungo, con orgoglio, che il mio Milan è l’unica squadra nella storia del calcio ad aver piazzato, per due volte (1988 e 1989, ndr), tre giocatori ai primi tre posti del Pallone d’oro".

Lei sogna sempre un grande Milan in corsa per lo scudetto e di nuovo in Champions: che cosa prova a vedere la squadra di oggi, così lontana dai suoi sogni?
"Forse non è così lontana come qualcuno pensa. Io sono stato impegnato su molti fronti con impegni difficili e anche dolorosi. Ma ora sono tornato in campo. Non lavoriamo solo per l’oggi. Stiamo ricostruendo una squadra per un nuovo ciclo con giovani promettenti e con molti fuoriclasse. Sono sicuro che ci riusciremo. In questi anni abbiamo vissuto 8 finali di Champions. Entro cinque anni dobbiamo arrivare a 10".

Donnarumma è il giovane più promettente, già seguito da molte squadre straniere: non teme che ve lo portino via?
"Donnarumma è uno dei tanti giovani del nostro vivaio e spero che rimanga con noi per altri vent’anni".

Sua figlia Barbara ha detto che bisogna essere onesti coi tifosi, parlando di Europa League. Galliani, invece, ha ribadito che l’obiettivo è la Champions: è la conferma che hanno visioni diverse?
"E’ la conferma che entrambi hanno a cuore il bene della squadra. Contraddicendo quello che l’età farebbe pensare, Barbara ragiona più da manager, Adriano più da tifoso. Hanno ragione entrambi, ed entrambi torto. E’ del tutto evidente che l’Europa League oggi è l’obiettivo alla nostra portata, ed è altrettanto evidente che non ci accontentiamo di questo. Nella mia vita, di imprenditore, uomo di stato, di uomo di sport ho sempre seguito una regola: pormi degli obbiettivi un po’ più alti di quelli che il normale buonsenso ritiene facilmente raggiungibili. E li ho sempre raggiunti".

Se il Milan non guadagnasse un posto per l’Europa, potrebbe bastare vincere la Coppa Italia per salvare la stagione?
"Non basterebbe. Ma alzare la Coppa Italia sarebbe importante. Vincere fa sempre bene, e comunque la Coppa Italia garantisce un posto in Europa".

E’ vero che prima di puntare su Mihajlovic aveva scartato la candidatura di Sarri?
"Quando si sceglie qualcuno, per definizione cadono le altre candidature. Anche quelle di cui si ha la massima stima, come nel caso di Sarri".

Seedorf, Inzaghi e ora Mihajlovic: non sono troppi tre allenatori in tre stagioni?
"In effetti preferisco quando in tre stagioni arrivano tre finali di Champions".

Trent’anni fa lei disse: «Il calcio è bello anche perché non bastano i soldi per fare uno squadrone». Purtroppo sembra una frase adatta a questo Milan…
"La penso come 30 anni fa. Ma qualche squadrone abbiamo già dimostrato di essere capaci di costruirlo. Certo, anche investendo molti soldi. Sono stati più di un miliardo e duecento milioni di euro i nostri investimenti sul Milan in questi trent’anni".

Che effetto le fa pensare che 30 anni fa prese il Milan al terzo posto, mentre oggi è soltanto sesto?
"Non si può vincere sempre. Io sono entrato nel Milan in uno dei periodi peggiori della sua storia. Nei 5 anni precedenti, due li aveva giocati in Serie B, e gli altri tre li aveva chiusi rispettivamente al 14o, al 6o e al 5o posto in Serie A. Oggi il fatto stesso che il Milan sia al sesto posto è una notizia. Sembra strano ai tifosi, visto che, in trent’anni, per venti volte abbiamo concluso il campionato nei primi tre posti. In tutto il mondo la parola Milan è sinonimo di grandi successi e, voglio ripeterlo, contiamo su 363 milioni di simpatizzanti".

Se a fine stagione la trattativa con Mister Bee non fosse ancora conclusa, cercherebbe di vendere ad altri le quote di minoranza?
"Il mio obiettivo è comunque il bene del Milan. Nel calcio moderno sono entrati soggetti dotati di risorse infinite e quindi è difficile rimanere competitivi al massimo livello. Per questo abbiamo ritenuto che l’apporto di energie e capitali freschi fosse necessario. Su questa base abbiamo una negoziazione in corso. Aspettiamo che si concluda".

E’ vero che sua figlia Marina spinge per farle vendere tutto il Milan?
"Non è assolutamente vero. Lei mi ripete sempre di seguire quello che mi dice il cuore e il mio cuore continua a battere forte per il Milan".

L’altra sua figlia Barbara, invece, si era impegnata molto per il progetto del nuovo stadio: che cosa accadrà ora con San Siro?
"San Siro è la nostra gloriosa storia. Il legame affettivo, emotivo, con quel prato, quegli spalti, quella curva, è profondissimo per ogni milanista. Tuttavia il futuro sembra essere degli stadi di proprietà, secondo un modello che all’estero si va sempre più diffondendo e che per ora, in Italia, solo la Juve ha potuto realizzare. Quindi l’idea di Barbara era assolutamente quella giusta. Purtroppo si sono frapposte difficoltà che al momento non potevamo prevedere. Continueremo quindi a giocare a San Siro, fieri di stare nella “Scala del calcio”, senza tuttavia smettere di guardarci intorno".

I tifosi contestano a Galliani il peccato di nostalgia, pensando ai ritorni di Balotelli e Boateng, dopo i rinnovi dei contratti a De Jong e Mexes: con il senno di poi si è trattato di errori?
"Perché errori? Boateng è rientrato con una grande voglia di tornare a giocare, e finora ha fatto bene. Balotelli si sta rimettendo da seri problemi di salute. Se riuscirà a evitare gli errori del passato, potrà essere una risorsa. Credo valga la pena di provare".

Che regalo vorrebbe per i suoi 30 anni di Milan?
"Sabato, in occasione dell’anniversario, vorrei pranzare con la squadra a Milanello. Ne approfitterò per chiedere a Mihajlovic di vincere tutte le partite da qui alla fine".

Concludendo: sarà presidente del Milan a vita o fino a quando?
"Stiamo a vedere come andranno i prossimi 30 anni, e poi decideremo..."


Quanto lo odio
 

corvorossonero

Senior Member
Registrato
16 Aprile 2015
Messaggi
14,741
Reaction score
1,427
Ecco l'intervista integrale. Molti i temi toccati: dal futuro del Milan, a Mr Bee, fino al rapporto Barbara-Galliani e le pretese dell'altra figlia, Marina.

Presidente, che voto darebbe ai suoi 30 anni di Milan?
"Siamo partiti puntando al 10. Per com’è andata direi 10 e lode. Sono stati trent’anni magici. Abbiamo vinto più di tutti. Ci siamo conquistati 363 milioni di simpatizzanti nel mondo. E soprattutto il nostro amore per il Milan è stato ripagato e ci ha riempito il cuore di felicità".

Qual è stato il giorno più bello?
"Ce ne sono stati tanti. Certamente indimenticabile è la vittoria a Barcellona della prima Coppa Campioni, battendo 4-0 la Steaua Bucarest. Ricordo lo spettacolo indimenticabile del Camp Nou completamente tappezzato di bandiere rossonere. Sull’autostrada per la Spagna si crearono veri e propri ingorghi di auto e di pullman imbandierati. Fu l’intero popolo rossonero, non soltanto la squadra, a vincere la Coppa. Ma sono indimenticabili, per motivi diversi, anche le due finali di Atene".

Ce n’è uno, invece, che vorrebbe cancellare?
"La rimonta del Liverpool a Istanbul, quella incredibile finale di Champions perduta dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio per 3-0. L’abbiamo già cancellata con i due gol di Pippo nell’altra finale di Atene, due anni dopo, ancora contro il Liverpool. Invece ancora amara la finale di Champions del 1993. Eravamo arrivati a quell’incontro vincendo tutte le partite del torneo, 10 su 10, andata e ritorno. Perdemmo 1-0 la finale con il Marsiglia. Una partita stregata".

Se potesse tornare indietro, rifarebbe tutto o cambierebbe qualcosa?
"Non cambierei certo la missione data alla squadra. Quella di giocare per essere padroni del campo e del gioco, di vincere convincendo, con il bel gioco, l’entusiasmo, la passione e la lealtà nei confronti dei nostri avversari".

Qual è stata la decisione più importante che ha preso?
"Diventare responsabile del Milan e dargli l’obiettivo di diventare la squadra più vincente al mondo. Un obiettivo che a tutti sembrava impossibile".

Visto che ormai la vicenda è prescritta, può rivelare chi diede l’ordine di ritirare la squadra a Marsiglia?
"Non fu certo una mossa premeditata. Galliani mi spiegò poi come andarono le cose. Reagì d’impulso, da tifoso, senza malizia. Ricordo che abbiamo accettato la grave sanzione inflittaci dall’Uefa. Molti giornali scrissero dopo quella sera che il ciclo del Milan era finito. Invece era appena cominciato".

Il suo amico Confalonieri, in un’intervista al Corriere della Sera, ha paragonato Galliani a Moshe Dayan, «il nostro grande generale»: è d’accordo?
"Perché no?".

Qual è l’allenatore al quale è rimasto più legato?
"Sacchi mi ricorda i primi meravigliosi anni. Ma sono legato da una profonda amicizia anche ad Ancelotti e a Capello".

Quale campione vorrebbe rivedere in campo?
"Vorrei rivederli tutti, i nostri campioni. Da Van Basten che ha lasciato il calcio troppo presto a Baresi, il nostro Capitano, da Savicevic a Ronaldinho, da Maldini a Costacurta, a Tassotti, a Donadoni, a Massaro. Da Weah a Gullit, a Sheva, a Kakà… Non posso citarli tutti. Ma ho voluto bene a tutti e per molti di loro sono stato un fratello maggiore. Aggiungo, con orgoglio, che il mio Milan è l’unica squadra nella storia del calcio ad aver piazzato, per due volte (1988 e 1989, ndr), tre giocatori ai primi tre posti del Pallone d’oro".

Lei sogna sempre un grande Milan in corsa per lo scudetto e di nuovo in Champions: che cosa prova a vedere la squadra di oggi, così lontana dai suoi sogni?
"Forse non è così lontana come qualcuno pensa. Io sono stato impegnato su molti fronti con impegni difficili e anche dolorosi. Ma ora sono tornato in campo. Non lavoriamo solo per l’oggi. Stiamo ricostruendo una squadra per un nuovo ciclo con giovani promettenti e con molti fuoriclasse. Sono sicuro che ci riusciremo. In questi anni abbiamo vissuto 8 finali di Champions. Entro cinque anni dobbiamo arrivare a 10".

Donnarumma è il giovane più promettente, già seguito da molte squadre straniere: non teme che ve lo portino via?
"Donnarumma è uno dei tanti giovani del nostro vivaio e spero che rimanga con noi per altri vent’anni".

Sua figlia Barbara ha detto che bisogna essere onesti coi tifosi, parlando di Europa League. Galliani, invece, ha ribadito che l’obiettivo è la Champions: è la conferma che hanno visioni diverse?
"E’ la conferma che entrambi hanno a cuore il bene della squadra. Contraddicendo quello che l’età farebbe pensare, Barbara ragiona più da manager, Adriano più da tifoso. Hanno ragione entrambi, ed entrambi torto. E’ del tutto evidente che l’Europa League oggi è l’obiettivo alla nostra portata, ed è altrettanto evidente che non ci accontentiamo di questo. Nella mia vita, di imprenditore, uomo di stato, di uomo di sport ho sempre seguito una regola: pormi degli obbiettivi un po’ più alti di quelli che il normale buonsenso ritiene facilmente raggiungibili. E li ho sempre raggiunti".

Se il Milan non guadagnasse un posto per l’Europa, potrebbe bastare vincere la Coppa Italia per salvare la stagione?
"Non basterebbe. Ma alzare la Coppa Italia sarebbe importante. Vincere fa sempre bene, e comunque la Coppa Italia garantisce un posto in Europa".

E’ vero che prima di puntare su Mihajlovic aveva scartato la candidatura di Sarri?
"Quando si sceglie qualcuno, per definizione cadono le altre candidature. Anche quelle di cui si ha la massima stima, come nel caso di Sarri".

Seedorf, Inzaghi e ora Mihajlovic: non sono troppi tre allenatori in tre stagioni?
"In effetti preferisco quando in tre stagioni arrivano tre finali di Champions".

Trent’anni fa lei disse: «Il calcio è bello anche perché non bastano i soldi per fare uno squadrone». Purtroppo sembra una frase adatta a questo Milan…
"La penso come 30 anni fa. Ma qualche squadrone abbiamo già dimostrato di essere capaci di costruirlo. Certo, anche investendo molti soldi. Sono stati più di un miliardo e duecento milioni di euro i nostri investimenti sul Milan in questi trent’anni".

Che effetto le fa pensare che 30 anni fa prese il Milan al terzo posto, mentre oggi è soltanto sesto?
"Non si può vincere sempre. Io sono entrato nel Milan in uno dei periodi peggiori della sua storia. Nei 5 anni precedenti, due li aveva giocati in Serie B, e gli altri tre li aveva chiusi rispettivamente al 14o, al 6o e al 5o posto in Serie A. Oggi il fatto stesso che il Milan sia al sesto posto è una notizia. Sembra strano ai tifosi, visto che, in trent’anni, per venti volte abbiamo concluso il campionato nei primi tre posti. In tutto il mondo la parola Milan è sinonimo di grandi successi e, voglio ripeterlo, contiamo su 363 milioni di simpatizzanti".

Se a fine stagione la trattativa con Mister Bee non fosse ancora conclusa, cercherebbe di vendere ad altri le quote di minoranza?
"Il mio obiettivo è comunque il bene del Milan. Nel calcio moderno sono entrati soggetti dotati di risorse infinite e quindi è difficile rimanere competitivi al massimo livello. Per questo abbiamo ritenuto che l’apporto di energie e capitali freschi fosse necessario. Su questa base abbiamo una negoziazione in corso. Aspettiamo che si concluda".

E’ vero che sua figlia Marina spinge per farle vendere tutto il Milan?
"Non è assolutamente vero. Lei mi ripete sempre di seguire quello che mi dice il cuore e il mio cuore continua a battere forte per il Milan".

L’altra sua figlia Barbara, invece, si era impegnata molto per il progetto del nuovo stadio: che cosa accadrà ora con San Siro?
"San Siro è la nostra gloriosa storia. Il legame affettivo, emotivo, con quel prato, quegli spalti, quella curva, è profondissimo per ogni milanista. Tuttavia il futuro sembra essere degli stadi di proprietà, secondo un modello che all’estero si va sempre più diffondendo e che per ora, in Italia, solo la Juve ha potuto realizzare. Quindi l’idea di Barbara era assolutamente quella giusta. Purtroppo si sono frapposte difficoltà che al momento non potevamo prevedere. Continueremo quindi a giocare a San Siro, fieri di stare nella “Scala del calcio”, senza tuttavia smettere di guardarci intorno".

I tifosi contestano a Galliani il peccato di nostalgia, pensando ai ritorni di Balotelli e Boateng, dopo i rinnovi dei contratti a De Jong e Mexes: con il senno di poi si è trattato di errori?
"Perché errori? Boateng è rientrato con una grande voglia di tornare a giocare, e finora ha fatto bene. Balotelli si sta rimettendo da seri problemi di salute. Se riuscirà a evitare gli errori del passato, potrà essere una risorsa. Credo valga la pena di provare".

Che regalo vorrebbe per i suoi 30 anni di Milan?
"Sabato, in occasione dell’anniversario, vorrei pranzare con la squadra a Milanello. Ne approfitterò per chiedere a Mihajlovic di vincere tutte le partite da qui alla fine".

Concludendo: sarà presidente del Milan a vita o fino a quando?
"Stiamo a vedere come andranno i prossimi 30 anni, e poi decideremo..."

Pazzesco come basti un'intervista dove fa i soliti proclami per far illudere tanti tifosi. Ragazzi, per cortesia, ancora dopo tutti questi anni non avete capito come ragiona? Sta prendendo per i fondelli, è chiaro e palese. Campagna elettorale is coming. Tra l'altro una squadra che vuol arrivare in finale di champions non spende 50 mln all'anno, ma 100!!! e non bastano mica. Una squadra che ha un progetto glorioso e vincente non cerca di vendere i suoi migliori giocatori, ma soprattutto il presidente di questa squadra non dice speriamo rimanga per altri vent'anni Donnarumma. Ma speriamo che??? se lo vuoi tenere rifiuti ogni offerta che ti arriva e stop. Un pò come ha fatto la juve con pogba in questi anni. Una squadra che vuole arrivare in champions, fa un mercato di rafforzamento in inverno e non di indebolimento. Non prende Sbalotelli o Tamarreng. Ma prendi dei giocatori forti o quantomeno giovani di grande talento e funzionali. Non vende la sua miglior riserva (Luiz Adriano) alla prima offerta buona; e cerca di intraprendere un percorso di crescita costante, basato su progetti in tutti gli ambiti, compreso lo stadio di proprietà. Posso continuare da qui fino all'infinito, ma cerchiamo di renderci conto che queste frasi ormai le sentiamo da tanti anni, e puntualmente vengono smentite dai fatti.
 

ps18ps

New member
Registrato
7 Aprile 2015
Messaggi
1,426
Reaction score
1
Pazzesco come basti un'intervista dove fa i soliti proclami per far illudere tanti tifosi. Ragazzi, per cortesia, ancora dopo tutti questi anni non avete capito come ragiona? Sta prendendo per i fondelli, è chiaro e palese. Campagna elettorale is coming. Tra l'altro una squadra che vuol arrivare in finale di champions non spende 50 mln all'anno, ma 100!!! e non bastano mica. Una squadra che ha un progetto glorioso e vincente non cerca di vendere i suoi migliori giocatori, ma soprattutto il presidente di questa squadra non dice speriamo rimanga per altri vent'anni Donnarumma. Ma speriamo che??? se lo vuoi tenere rifiuti ogni offerta che ti arriva e stop. Un pò come ha fatto la juve con pogba in questi anni. Una squadra che vuole arrivare in champions, fa un mercato di rafforzamento in inverno e non di indebolimento. Non prende Sbalotelli o Tamarreng. Ma prendi dei giocatori forti o quantomeno giovani di grande talento e funzionali. Non vende la sua miglior riserva (Luiz Adriano) alla prima offerta buona; e cerca di intraprendere un percorso di crescita costante, basato su progetti in tutti gli ambiti, compreso lo stadio di proprietà. Posso continuare da qui fino all'infinito, ma cerchiamo di renderci conto che queste frasi ormai le sentiamo da tanti anni, e puntualmente vengono smentite dai fatti.

concordo su tutto... applausi:applauso::applauso::applauso:
 
Registrato
13 Gennaio 2014
Messaggi
31,727
Reaction score
9,717
Pazzesco come basti un'intervista dove fa i soliti proclami per far illudere tanti tifosi. Ragazzi, per cortesia, ancora dopo tutti questi anni non avete capito come ragiona? Sta prendendo per i fondelli, è chiaro e palese. Campagna elettorale is coming. Tra l'altro una squadra che vuol arrivare in finale di champions non spende 50 mln all'anno, ma 100!!! e non bastano mica. Una squadra che ha un progetto glorioso e vincente non cerca di vendere i suoi migliori giocatori, ma soprattutto il presidente di questa squadra non dice speriamo rimanga per altri vent'anni Donnarumma. Ma speriamo che??? se lo vuoi tenere rifiuti ogni offerta che ti arriva e stop. Un pò come ha fatto la juve con pogba in questi anni. Una squadra che vuole arrivare in champions, fa un mercato di rafforzamento in inverno e non di indebolimento. Non prende Sbalotelli o Tamarreng. Ma prendi dei giocatori forti o quantomeno giovani di grande talento e funzionali. Non vende la sua miglior riserva (Luiz Adriano) alla prima offerta buona; e cerca di intraprendere un percorso di crescita costante, basato su progetti in tutti gli ambiti, compreso lo stadio di proprietà. Posso continuare da qui fino all'infinito, ma cerchiamo di renderci conto che queste frasi ormai le sentiamo da tanti anni, e puntualmente vengono smentite dai fatti.

Io non son affatto illuso, infatti ho specificato apposta: aspettiamo e vediamo.

Anche perchè altro non possiamo fare.
 

Super_Lollo

Senior Member
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
40,173
Reaction score
3,259
#SempreCampagnaElettorale

CHE S-C-H-I-F-O , ma veramente qualcuno di voi crede alle balle di questo personaggio ?
 

corvorossonero

Senior Member
Registrato
16 Aprile 2015
Messaggi
14,741
Reaction score
1,427
Io non son affatto illuso, infatti ho specificato apposta: aspettiamo e vediamo.

Anche perchè altro non possiamo fare.

Ancora aspettiamo e vediamo?? ma non ti sono bastati i proclami Non venderò mai Kakà? oppure Thiago e Ibra rimangono , grazie presidente?? e puntualmente 1 settimana dopo venduti!! Progetto sui giovani, e poi vanno a prendere Menez, Essien, Pazzini ecc ecc? boh rimango allibito da tanto autolesionismo.
 
Alto
head>