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«Come mi sento? Come uno che ha appena messo da parte il primo tempo della sua carriera. Giocata e vissuta da ragazzo. Non tutto è andato bene, ho sprecato diverse occasioni. Ma la partita non è finita... Ho ancora un secondo tempo davanti. Ora me lo gioco e vivo da uomo. Lo so che molti non credono alla mia rimonta. Ma ho il dovere di provarci. E la certezza di riuscirci»
È l’ultima occasione. Anzi l’ultimissima come ha detto Galliani.
«Ho una promessa da mantenere con me stesso, la mia famiglia, il Milan, Mihajlovic, Raiola e chi mi vuole bene... Riparto da zero. So che non posso più sbagliare niente, non posso pretendere nulla e devo riconquistare tutto. Mi metto a disposizione. Accetto ogni regola. Avrò spazio se lo meriterò.Ma non ho dimenticato come si gioca al calcio. Rientro pieno di energia, voglia di lavorare, entusiasmo. La mia partita non è ancora finita».
Fa effetto sentirla parlare... Quando è arrivata tutta questa maturità?
«Ho 25 anni, non sono più un bambino. E ho buttato via già troppe occasioni. E poi c’è la vita. Quella non la programmi. E quando ti presenta il conto all’improvviso, è li che cambi. Sono le situazioni che ti fanno maturare. Si tratti della gioia di capire cosa vuol dire essere padre o del dolore di perderlo, un padre».
Mario, cos’è il sorriso di una figlia?
«È una tenerezza infinita. Quando Pia sorride, il mondo che a volte sembra in bianco e nero torna ad essere a colori. Io sono innamorato pazzo di mia figlia. Quando è cominciato il rapporto con lei, è cambiato tutto. Ora poi mi riconosce, capisce ed è bellissimo... Cercherò di farla avvicinare a Milano, la voglio accanto a me, il più vicino possibile».
Come è nato questo clamoroso ritorno al Milan?
«All’improvviso. Mino (Raiola, ndr) mi ha avvertito sabato: “fai i bagagli e prendi un aereo privato, torni al Milan”. Non c’è stato bisogno di aerei privati, ne ho preso uno di linea e sono tornato...».
Sembrava non la volesse più nessuno...
«No, sapevo che avrei avuto un’altra squadra, perché non sono finito. Ma sono grato al Milan, perché, dico la verità, non mi aspettavo mi avrebbe ripreso, puntando ancora su di me. Tornare qui è un sogno che si realizza, è la seconda chance che tanti non hanno avuto. Il Milan me la sta dando e sono fortunato».
Cosa non ha funzionato a Liverpool?
«Mi prendo le mie colpe, ma anche il modulo scelto da Rodgers non era congeniale alle mie caratteristiche. All’inizio ho sbagliato alcuni gol facili, poi ho avuto meno occasioni per segnare, un po’ di sfortuna, infortuni... Un casino. Però non ho mai protestato, ho accettato le scelte del tecnico, mi sono comportato sempre da professionista. Mario uomo non sbuca adesso a Milanello, anche a Liverpool atteggiamenti e stile di vita sono stati normalissimi. Nell’ultimo anno non ci sono stati mai problemi nel mio privato. Potevo mettere su Instagram una foto al ristorante, ma questo non significava che non mi allenavo anche se non giocavo.»
In effetti sembra in buona forma.
«Mi sono allenato tanto, spesso doppie sedute anche da solo nell'ultimo mese con Borini e Jose Enrique: è stata dura, ma se non lo avessi fatto ieri dopo l’allenamento sarei morto. Perché quelli di Mihajlovic sono durissimi, ma io sto bene».
Come ha convinto Mihajlovic a puntare su di lei?
«Il mister mi conosce sin da quando ero ragazzo. Il problema non è mai stato la qualità, semmai il carattere. Si sentono sempre tante cose su di me, ogni aspetto viene amplificato, giustamente ha voluto guardarmi negli occhi, capire se avevo le motivazioni giuste. Mi ha ascoltato, senza farsi condizionare dai si dice, e già solo per questo lo ringrazio».
Cosa gli ha detto?
"Che ho capito i miei errori e che se mi avesse dato un'altra chances non lo avrei deluso. Che darò tutto quello che ho. Che sono un uomo adesso e problemi non ne creo. Che accetterò ogni sua decisione. Il mister è un leader, onesto, schietto, leale. Non bluffa. Ti parla guardandoti negli occhi, come piace a me. Guarda l'uomo non solo il calciatore. Si è esposto riprendendomi. Ho un grande debito verso lui".
Galliani ha parlato di certi amori che ritornano... ma i ritorni al Milan sono stati spesso deludenti.
"Un motivo in più per invertire la tendenza. Devo dimostrare che non ha sbagliato. So che ci crede quanto ci credo io".
Berlusconi le ha teso una una mano, sebbene in passato l'abbia definita una mela marcia...
"Il si di Berlusconi è stata la sorpresa più grande di tutte. Non me lo sarei mai aspettato. Quella frase su di me è stata estrapolata da un contesto, non sono mai stato una mela marcia. Ero un ragazzino, ora troverà un uomo. E lo ripagherò della fiducia".
Neanche il tempo di essere annunciato e siti/giornali si sono sbizzarriti con le foto di lei alla guida della sua nuova macchina sportiva.
"Ogni motivo per parlare di me è buono. Mi piacciono le macchine sportive, ma non sono l'unico calciatore ad averne. Si scrive delle mie macchine sportive ma non della utilitaria con cui vado in chiesa con mia madre...e comunque a milanello andrò in Audi aziendale come tutti gli altri giocatori".
Con i media il rapporto non è mai stato facile. Mostrò la scritta "Why always me" dopo un derby di Manchester...
"Vorrei essere giudicato solo per quello che faccio in campo. So che non è possibile e devo accettarlo. Ma non pretendete che mi piaccia. Soprattutto quando su di me scrivono cose non vere. E mi chiedo come si faccia a bastonare qualcuno tutto l'anno e poi quando va in nazionale pretendere che faccia la differenza e ti faccia vincere."
Beh ma lei favorisce molto questo con tweet, foto, look stravaganti. E il Milan si è cautelato con specifiche clausole comportamentali ed estetiche nel suo contratto.
"Uso i social come tutte le persone della mia età. Se in passato mi sono fatto prendere la mano, ora starò più attento. Anche perché c'è un regolamento da seguire. Mi è stata chiesta maggiore sobrietà nel look, di seguire quello che è lo stile Milan e io mi adeguerò senza problemi. Ho un taglio di capelli da sempre, ma non lo esagererò. Porto questa medaglietta vistosa, è vero. Ma sa chi me l'ha regalata? (la porge al giornalista) Mia madre. Guardi cosa c'è scritto: "Professionalità, umiltà, impegno. Dovrei toglierla? Posso stare antipatico, ma non ho mai fatto del male a nessuno... se ho danneggiato qualcosa è stata la mia carriera."
A proposito di antipatia, negli stadi ricomincerà l'ostilità nei suoi confronti.. è preparato?
"Mi preoccuperò il giorno in cui non mi fischieranno... significa che non faccio più paura. Accetto i fischi, non mi creano problemi. Sa quando è stata l'unica volta che i tifosi mi hanno distratto? Giocavo a Verona e i tifosi avversari iniziarono a fare cori di incitamento nei miei confronti... ovviamente per sfottò. Beh, non me lo aspettavo e mi mandarono in confusione. Ma non cadrò più nelle provocazioni, rispetterò tutti, avversari, arbitri e tifoserie. Evitando proteste o gesti come zittire i tifosi. Non mancherò di rispetto a nessuno... ma è troppo desiderare di non essere insultato continuamente?"
E se partisse qualche solito odioso buuu?
"Il razzismo non va sopportato, va debellato. L'arbitro ha il dovere di sospendere la partita. Se non lo farà, io non lascerò il campo da solo, non dirò nulla, giocherò e basta. Ma poi in sala stampa farò un casino. Su questo non transigo. Ci vuole rispetto. Fanno buu per il colore della mia pelle quando sono un avversario e poi quando gioco in nazionale gli stessi mi chiedono di segnare? E' assurdo. Quest'anno ci sono gli europei, dovremmo essere tutti più uniti".
Quindi ci pensa all'europeo?
"Si, ci penso. Voglio fare bene col Milan e riconquistare la maglia azzurra. Ma ora devo solo pensare a lavorare. Un passo alla volta. Se ne metto insieme tanti, magari alla fine vado in Francia. Voglio giocare l'europeo e farò di tutto per riuscirci. Rivedermi con la maglia della nazionale era uno dei desideri di mio padre prima di morire. Lo devo anche a lui"
Dove può arrivare il Milan?
"Spero e credo in alto. Siamo una bella squadra".
Alla terza giornata il derby. Cosa darebbe per segnare?
"Alt, non ci casco. Cerca il titolo ad effetto per la sua intervista? Mi spiace ma non glielo darò. Anche perché tutte le volte che l'ho detto ha portato una sfiga incredibile. Io ho una sfida da vincere molto più importante del derby e non dura una partita solo ma una stagione intera. Se poi trova un giocatore che non sarebbe felice di segnare in un derby mi avverta..."
C'è chi sostiene che lei non ami davvero il calcio, che sa giocarlo ma che non prova passioni. Per questo da l'idea di non divertirsi e di stare sempre in guerra col mondo.
"Ma scherza? Il calcio è la mia vita, da quando sono nato. Lo adoro. Mi sono allontanato dalla mia famiglia e dall'Italia per il pallone. Io amo giocare. E credetemi, non sono in guerra con nessuno. Chiedete ai miei compagni: nello spogliatoio sono quello che scherza di più. Quando in campo sono serio è perché sono concentrato, non incazzato".
La vedremo finalmente sorridere ed esultare dopo un goal?
"Me lo ha chiesto anche Mihajlovic. E' l'unica cosa che non mi sento di promettere perché non mi viene naturale. E' più forte di me. Ma ho festeggiato spesso, e la gioia c'è sempre, ve lo assicuro. Lasciatemi segnare il primo, poi vedremo..."
La Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 27 Agosto 2015, pubblica un'intervista esclusiva a Mario Balotelli, che si confessa e racconta tutto su se stesso, Berlusconi, Mihajlovic, la figlia Pia e gli Europei.
Neanche il tempo di essere annunciato e siti/giornali si sono sbizzarriti con le foto di lei alla guida della sua nuova macchina sportiva.
"Ogni motivo per parlare di me è buono. Mi piacciono le macchine sportive, ma non sono l'unico calciatore ad averne. Si scrive delle mie macchine sportive ma non della utilitaria con cui vado in chiesa con mia madre...e comunque a milanello andrò in Audi aziendale come tutti gli altri giocatori".
Con i media il rapporto non è mai stato facile. Mostrò la scritta "Why always me" dopo un derby di Manchester...
"Vorrei essere giudicato solo per quello che faccio in campo. So che non è possibile e devo accettarlo. Ma non pretendete che mi piaccia. Soprattutto quando su di me scrivono cose non vere. E mi chiedo come si faccia a bastonare qualcuno tutto l'anno e poi quando va in nazionale pretendere che faccia la differenza e ti faccia vincere."
Beh ma lei favorisce molto questo con tweet, foto, look stravaganti. E il Milan si è cautelato con specifiche clausole comportamentali ed estetiche nel suo contratto.
"Uso i social come tutte le persone della mia età. Se in passato mi sono fatto prendere la mano, ora starò più attento. Anche perché c'è un regolamento da seguire. Mi è stata chiesta maggiore sobrietà nel look, di seguire quello che è lo stile Milan e io mi adeguerò senza problemi. Ho un taglio di capelli da sempre, ma non lo esagererò. Porto questa medaglietta vistosa, è vero. Ma sa chi me l'ha regalata? (la porge al giornalista) Mia madre. Guardi cosa c'è scritto: "Professionalità, umiltà, impegno". Dovrei toglierla? Posso stare antipatico, ma non ho mai fatto del male a nessuno... se ho danneggiato qualcosa è stata la mia carriera."
A proposito di antipatia, negli stadi ricomincerà l'ostilità nei suoi confronti.. è preparato?
"Mi preoccuperò il giorno in cui non mi fischieranno... significa che non faccio più paura. Accetto i fischi, non mi creano problemi. Sa quando è stata l'unica volta che i tifosi mi hanno distratto? Giocavo a Verona e i tifosi avversari iniziarono a fare cori di incitamento nei miei confronti... ovviamente per sfottò. Beh, non me lo aspettavo e mi mandarono in confusione. Ma non cadrò più nelle provocazioni, rispetterò tutti, avversari, arbitri e tifoserie. Evitando proteste o gesti come zittire i tifosi. Non mancherò di rispetto a nessuno... ma è troppo desiderare di non essere insultato continuamente?"
E se partisse qualche solito odioso buuu?
"Il razzismo non va sopportato, va debellato. L'arbitro ha il dovere di sospendere la partita. Se non lo farà, io non lascerò il campo da solo, non dirò nulla, giocherò e basta. Ma poi in sala stampa farò un casino. Su questo non transigo. Ci vuole rispetto. Fanno buu per il colore della mia pelle quando sono un avversario e poi quando gioco in nazionale gli stessi mi chiedono di segnare? E' assurdo. Quest'anno ci sono gli europei, dovremmo essere tutti più uniti".
Quindi ci pensa all'europeo?
"Si, ci penso. Voglio fare bene col Milan e riconquistare la maglia azzurra. Ma ora devo solo pensare a lavorare. Un passo alla volta. Se ne metto insieme tanti, magari alla fine vado in Francia. Voglio giocare l'europeo e farò di tutto per riuscirci. Rivedermi con la maglia della nazionale era uno dei desideri di mio padre prima di morire. Lo devo anche a lui"
Dove può arrivare il Milan?
"Spero e credo in alto. Siamo una bella squadra".
Alla terza giornata il derby. Cosa darebbe per segnare?
"Alt, non ci casco. Cerca il titolo ad effetto per la sua intervista? Mi spiace ma non glielo darò. Anche perché tutte le volte che l'ho detto ha portato una sfiga incredibile. Io ho una sfida da vincere molto più importante del derby e non dura una partita solo ma una stagione intera. Se poi trova un giocatore che non sarebbe felice di segnare in un derby mi avverta..."
C'è chi sostiene che lei non ami davvero il calcio, che sa giocarlo ma che non prova passioni. Per questo da l'idea di non divertirsi e di stare sempre in guerra col mondo.
"Ma scherza? Il calcio è la mia vita, da quando sono nato. Lo adoro. Mi sono allontanato dalla mia famiglia e dall'Italia per il pallone. Io amo giocare. E credetemi, non sono in guerra con nessuno. Chiedete ai miei compagni: nello spogliatoio sono quello che scherza di più. Quando in campo sono serio è perché sono concentrato, non incazzato".
La vedremo finalmente sorridere ed esultare dopo un goal?
"Me lo ha chiesto anche Mihajlovic. E' l'unica cosa che non mi sento di promettere perché non mi viene naturale. E' più forte di me. Ma ho festeggiato spesso, e la gioia c'è sempre, ve lo assicuro. Lasciatemi segnare il primo, poi vedremo..."
Balotelli giura:"Sono un altro".
Nelle prossime ore l'intervista completa
Ecco la prima pagina
È l’ultima occasione. Anzi l’ultimissima come ha detto Galliani.
«Ho una promessa da mantenere con me stesso, la mia famiglia, il Milan, Mihajlovic, Raiola e chi mi vuole bene... Riparto da zero. So che non posso più sbagliare niente, non posso pretendere nulla e devo riconquistare tutto. Mi metto a disposizione. Accetto ogni regola. Avrò spazio se lo meriterò.Ma non ho dimenticato come si gioca al calcio. Rientro pieno di energia, voglia di lavorare, entusiasmo. La mia partita non è ancora finita».
Fa effetto sentirla parlare... Quando è arrivata tutta questa maturità?
«Ho 25 anni, non sono più un bambino. E ho buttato via già troppe occasioni. E poi c’è la vita. Quella non la programmi. E quando ti presenta il conto all’improvviso, è li che cambi. Sono le situazioni che ti fanno maturare. Si tratti della gioia di capire cosa vuol dire essere padre o del dolore di perderlo, un padre».
Mario, cos’è il sorriso di una figlia?
«È una tenerezza infinita. Quando Pia sorride, il mondo che a volte sembra in bianco e nero torna ad essere a colori. Io sono innamorato pazzo di mia figlia. Quando è cominciato il rapporto con lei, è cambiato tutto. Ora poi mi riconosce, capisce ed è bellissimo... Cercherò di farla avvicinare a Milano, la voglio accanto a me, il più vicino possibile».
Come è nato questo clamoroso ritorno al Milan?
«All’improvviso. Mino (Raiola, ndr) mi ha avvertito sabato: “fai i bagagli e prendi un aereo privato, torni al Milan”. Non c’è stato bisogno di aerei privati, ne ho preso uno di linea e sono tornato...».
Sembrava non la volesse più nessuno...
«No, sapevo che avrei avuto un’altra squadra, perché non sono finito. Ma sono grato al Milan, perché, dico la verità, non mi aspettavo mi avrebbe ripreso, puntando ancora su di me. Tornare qui è un sogno che si realizza, è la seconda chance che tanti non hanno avuto. Il Milan me la sta dando e sono fortunato».
Cosa non ha funzionato a Liverpool?
«Mi prendo le mie colpe, ma anche il modulo scelto da Rodgers non era congeniale alle mie caratteristiche. All’inizio ho sbagliato alcuni gol facili, poi ho avuto meno occasioni per segnare, un po’ di sfortuna, infortuni... Un casino. Però non ho mai protestato, ho accettato le scelte del tecnico, mi sono comportato sempre da professionista. Mario uomo non sbuca adesso a Milanello, anche a Liverpool atteggiamenti e stile di vita sono stati normalissimi. Nell’ultimo anno non ci sono stati mai problemi nel mio privato. Potevo mettere su Instagram una foto al ristorante, ma questo non significava che non mi allenavo anche se non giocavo.»
In effetti sembra in buona forma.
«Mi sono allenato tanto, spesso doppie sedute anche da solo nell'ultimo mese con Borini e Jose Enrique: è stata dura, ma se non lo avessi fatto ieri dopo l’allenamento sarei morto. Perché quelli di Mihajlovic sono durissimi, ma io sto bene».
Come ha convinto Mihajlovic a puntare su di lei?
«Il mister mi conosce sin da quando ero ragazzo. Il problema non è mai stato la qualità, semmai il carattere. Si sentono sempre tante cose su di me, ogni aspetto viene amplificato, giustamente ha voluto guardarmi negli occhi, capire se avevo le motivazioni giuste. Mi ha ascoltato, senza farsi condizionare dai si dice, e già solo per questo lo ringrazio».
Cosa gli ha detto?
"Che ho capito i miei errori e che se mi avesse dato un'altra chances non lo avrei deluso. Che darò tutto quello che ho. Che sono un uomo adesso e problemi non ne creo. Che accetterò ogni sua decisione. Il mister è un leader, onesto, schietto, leale. Non bluffa. Ti parla guardandoti negli occhi, come piace a me. Guarda l'uomo non solo il calciatore. Si è esposto riprendendomi. Ho un grande debito verso lui".
Galliani ha parlato di certi amori che ritornano... ma i ritorni al Milan sono stati spesso deludenti.
"Un motivo in più per invertire la tendenza. Devo dimostrare che non ha sbagliato. So che ci crede quanto ci credo io".
Berlusconi le ha teso una una mano, sebbene in passato l'abbia definita una mela marcia...
"Il si di Berlusconi è stata la sorpresa più grande di tutte. Non me lo sarei mai aspettato. Quella frase su di me è stata estrapolata da un contesto, non sono mai stato una mela marcia. Ero un ragazzino, ora troverà un uomo. E lo ripagherò della fiducia".
Neanche il tempo di essere annunciato e siti/giornali si sono sbizzarriti con le foto di lei alla guida della sua nuova macchina sportiva.
"Ogni motivo per parlare di me è buono. Mi piacciono le macchine sportive, ma non sono l'unico calciatore ad averne. Si scrive delle mie macchine sportive ma non della utilitaria con cui vado in chiesa con mia madre...e comunque a milanello andrò in Audi aziendale come tutti gli altri giocatori".
Con i media il rapporto non è mai stato facile. Mostrò la scritta "Why always me" dopo un derby di Manchester...
"Vorrei essere giudicato solo per quello che faccio in campo. So che non è possibile e devo accettarlo. Ma non pretendete che mi piaccia. Soprattutto quando su di me scrivono cose non vere. E mi chiedo come si faccia a bastonare qualcuno tutto l'anno e poi quando va in nazionale pretendere che faccia la differenza e ti faccia vincere."
Beh ma lei favorisce molto questo con tweet, foto, look stravaganti. E il Milan si è cautelato con specifiche clausole comportamentali ed estetiche nel suo contratto.
"Uso i social come tutte le persone della mia età. Se in passato mi sono fatto prendere la mano, ora starò più attento. Anche perché c'è un regolamento da seguire. Mi è stata chiesta maggiore sobrietà nel look, di seguire quello che è lo stile Milan e io mi adeguerò senza problemi. Ho un taglio di capelli da sempre, ma non lo esagererò. Porto questa medaglietta vistosa, è vero. Ma sa chi me l'ha regalata? (la porge al giornalista) Mia madre. Guardi cosa c'è scritto: "Professionalità, umiltà, impegno. Dovrei toglierla? Posso stare antipatico, ma non ho mai fatto del male a nessuno... se ho danneggiato qualcosa è stata la mia carriera."
A proposito di antipatia, negli stadi ricomincerà l'ostilità nei suoi confronti.. è preparato?
"Mi preoccuperò il giorno in cui non mi fischieranno... significa che non faccio più paura. Accetto i fischi, non mi creano problemi. Sa quando è stata l'unica volta che i tifosi mi hanno distratto? Giocavo a Verona e i tifosi avversari iniziarono a fare cori di incitamento nei miei confronti... ovviamente per sfottò. Beh, non me lo aspettavo e mi mandarono in confusione. Ma non cadrò più nelle provocazioni, rispetterò tutti, avversari, arbitri e tifoserie. Evitando proteste o gesti come zittire i tifosi. Non mancherò di rispetto a nessuno... ma è troppo desiderare di non essere insultato continuamente?"
E se partisse qualche solito odioso buuu?
"Il razzismo non va sopportato, va debellato. L'arbitro ha il dovere di sospendere la partita. Se non lo farà, io non lascerò il campo da solo, non dirò nulla, giocherò e basta. Ma poi in sala stampa farò un casino. Su questo non transigo. Ci vuole rispetto. Fanno buu per il colore della mia pelle quando sono un avversario e poi quando gioco in nazionale gli stessi mi chiedono di segnare? E' assurdo. Quest'anno ci sono gli europei, dovremmo essere tutti più uniti".
Quindi ci pensa all'europeo?
"Si, ci penso. Voglio fare bene col Milan e riconquistare la maglia azzurra. Ma ora devo solo pensare a lavorare. Un passo alla volta. Se ne metto insieme tanti, magari alla fine vado in Francia. Voglio giocare l'europeo e farò di tutto per riuscirci. Rivedermi con la maglia della nazionale era uno dei desideri di mio padre prima di morire. Lo devo anche a lui"
Dove può arrivare il Milan?
"Spero e credo in alto. Siamo una bella squadra".
Alla terza giornata il derby. Cosa darebbe per segnare?
"Alt, non ci casco. Cerca il titolo ad effetto per la sua intervista? Mi spiace ma non glielo darò. Anche perché tutte le volte che l'ho detto ha portato una sfiga incredibile. Io ho una sfida da vincere molto più importante del derby e non dura una partita solo ma una stagione intera. Se poi trova un giocatore che non sarebbe felice di segnare in un derby mi avverta..."
C'è chi sostiene che lei non ami davvero il calcio, che sa giocarlo ma che non prova passioni. Per questo da l'idea di non divertirsi e di stare sempre in guerra col mondo.
"Ma scherza? Il calcio è la mia vita, da quando sono nato. Lo adoro. Mi sono allontanato dalla mia famiglia e dall'Italia per il pallone. Io amo giocare. E credetemi, non sono in guerra con nessuno. Chiedete ai miei compagni: nello spogliatoio sono quello che scherza di più. Quando in campo sono serio è perché sono concentrato, non incazzato".
La vedremo finalmente sorridere ed esultare dopo un goal?
"Me lo ha chiesto anche Mihajlovic. E' l'unica cosa che non mi sento di promettere perché non mi viene naturale. E' più forte di me. Ma ho festeggiato spesso, e la gioia c'è sempre, ve lo assicuro. Lasciatemi segnare il primo, poi vedremo..."
La Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 27 Agosto 2015, pubblica un'intervista esclusiva a Mario Balotelli, che si confessa e racconta tutto su se stesso, Berlusconi, Mihajlovic, la figlia Pia e gli Europei.
Neanche il tempo di essere annunciato e siti/giornali si sono sbizzarriti con le foto di lei alla guida della sua nuova macchina sportiva.
"Ogni motivo per parlare di me è buono. Mi piacciono le macchine sportive, ma non sono l'unico calciatore ad averne. Si scrive delle mie macchine sportive ma non della utilitaria con cui vado in chiesa con mia madre...e comunque a milanello andrò in Audi aziendale come tutti gli altri giocatori".
Con i media il rapporto non è mai stato facile. Mostrò la scritta "Why always me" dopo un derby di Manchester...
"Vorrei essere giudicato solo per quello che faccio in campo. So che non è possibile e devo accettarlo. Ma non pretendete che mi piaccia. Soprattutto quando su di me scrivono cose non vere. E mi chiedo come si faccia a bastonare qualcuno tutto l'anno e poi quando va in nazionale pretendere che faccia la differenza e ti faccia vincere."
Beh ma lei favorisce molto questo con tweet, foto, look stravaganti. E il Milan si è cautelato con specifiche clausole comportamentali ed estetiche nel suo contratto.
"Uso i social come tutte le persone della mia età. Se in passato mi sono fatto prendere la mano, ora starò più attento. Anche perché c'è un regolamento da seguire. Mi è stata chiesta maggiore sobrietà nel look, di seguire quello che è lo stile Milan e io mi adeguerò senza problemi. Ho un taglio di capelli da sempre, ma non lo esagererò. Porto questa medaglietta vistosa, è vero. Ma sa chi me l'ha regalata? (la porge al giornalista) Mia madre. Guardi cosa c'è scritto: "Professionalità, umiltà, impegno". Dovrei toglierla? Posso stare antipatico, ma non ho mai fatto del male a nessuno... se ho danneggiato qualcosa è stata la mia carriera."
A proposito di antipatia, negli stadi ricomincerà l'ostilità nei suoi confronti.. è preparato?
"Mi preoccuperò il giorno in cui non mi fischieranno... significa che non faccio più paura. Accetto i fischi, non mi creano problemi. Sa quando è stata l'unica volta che i tifosi mi hanno distratto? Giocavo a Verona e i tifosi avversari iniziarono a fare cori di incitamento nei miei confronti... ovviamente per sfottò. Beh, non me lo aspettavo e mi mandarono in confusione. Ma non cadrò più nelle provocazioni, rispetterò tutti, avversari, arbitri e tifoserie. Evitando proteste o gesti come zittire i tifosi. Non mancherò di rispetto a nessuno... ma è troppo desiderare di non essere insultato continuamente?"
E se partisse qualche solito odioso buuu?
"Il razzismo non va sopportato, va debellato. L'arbitro ha il dovere di sospendere la partita. Se non lo farà, io non lascerò il campo da solo, non dirò nulla, giocherò e basta. Ma poi in sala stampa farò un casino. Su questo non transigo. Ci vuole rispetto. Fanno buu per il colore della mia pelle quando sono un avversario e poi quando gioco in nazionale gli stessi mi chiedono di segnare? E' assurdo. Quest'anno ci sono gli europei, dovremmo essere tutti più uniti".
Quindi ci pensa all'europeo?
"Si, ci penso. Voglio fare bene col Milan e riconquistare la maglia azzurra. Ma ora devo solo pensare a lavorare. Un passo alla volta. Se ne metto insieme tanti, magari alla fine vado in Francia. Voglio giocare l'europeo e farò di tutto per riuscirci. Rivedermi con la maglia della nazionale era uno dei desideri di mio padre prima di morire. Lo devo anche a lui"
Dove può arrivare il Milan?
"Spero e credo in alto. Siamo una bella squadra".
Alla terza giornata il derby. Cosa darebbe per segnare?
"Alt, non ci casco. Cerca il titolo ad effetto per la sua intervista? Mi spiace ma non glielo darò. Anche perché tutte le volte che l'ho detto ha portato una sfiga incredibile. Io ho una sfida da vincere molto più importante del derby e non dura una partita solo ma una stagione intera. Se poi trova un giocatore che non sarebbe felice di segnare in un derby mi avverta..."
C'è chi sostiene che lei non ami davvero il calcio, che sa giocarlo ma che non prova passioni. Per questo da l'idea di non divertirsi e di stare sempre in guerra col mondo.
"Ma scherza? Il calcio è la mia vita, da quando sono nato. Lo adoro. Mi sono allontanato dalla mia famiglia e dall'Italia per il pallone. Io amo giocare. E credetemi, non sono in guerra con nessuno. Chiedete ai miei compagni: nello spogliatoio sono quello che scherza di più. Quando in campo sono serio è perché sono concentrato, non incazzato".
La vedremo finalmente sorridere ed esultare dopo un goal?
"Me lo ha chiesto anche Mihajlovic. E' l'unica cosa che non mi sento di promettere perché non mi viene naturale. E' più forte di me. Ma ho festeggiato spesso, e la gioia c'è sempre, ve lo assicuro. Lasciatemi segnare il primo, poi vedremo..."
Balotelli giura:"Sono un altro".
Nelle prossime ore l'intervista completa
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