Ancelotti:"Grande Gattuso. Ora punta al quarto posto":

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Carlo Ancelott, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola, ha parlato per l'ennesima volta di Rino Gattuso. Ecco le dichiarazioni? Mi aspettavo che riuscisse a risollevare il Milan? Sinceramente ci speravo, ma non ne avevo la certezza. Quando si subentra in panchi*na ci sono sempre molte inco*gnite, molti dubbi, molti osta* coli da superare. Rino è stato bravo a dribblare le difficoltà a farsi seguire dai giocatori. Se riesci a essere credibile ai loro occhi, allora puoi ottenere qualsiasi risulta*to. Lo vedo co* me un autentico condottiero. Ha in pugno il gruppo, i ragazzi andrebbero nel fuoco per lui, e questo aspetto è determinan*te nel calcio e, in generale, nel* la vita. Gattuso è l’anima del Milan e i giocatori mettono a disposizione le loro conoscen*ze e le loro energie per arrivare al successo: è la strada giusta. Seguo tutte le partite del Milan, d’altronde sono un vecchio romantico, e quando vinciamo esulto anch’io come una volta. Non c’è una cosa in particolare che mi ha colpito di Gattuso al*lenatore, però l’altra sera mi aspettavo che la bandierina riuscisse ad aggiustarla con il nastro adesivo... Ecco, a ripen*sarci adesso, è l’unica mossa che non gli è riuscita: per il re*sto non ha sbagliato nulla. Ha impiegato poco tempo a creare l’alchimia giusta. A vol* te servono mesi, anni. Rino, in*vece, ci ha messo un mesetto, ma è stato avvantaggiato Dal fatto di aver fatto parte del Milan, di conoscere la sto*ria di questa società. Non c’è angolo di Milanello che abbia segreti per lui. Rino è stato un pilastro del mio Milan, che si rifaceva a una precisa filosofia di gioco e di gestione. Ora, con molta saggezza, sta cercando di riportare quei valori al cen*tro del progetto. Si va lontano soltanto se la società, la squa*dra e l’ambiente, inteso come pubblico, sono un blocco unico e camminano nella stessa dire*zione. Quando ci sono scollature, i risultati sul campo non arrivano. Si pensava che fosse solo uno tutta grinta? Se uno ha giocato come mediano e ha fatto della grinta il suo punto di forza, non è che da allenatore debba riproporre lo stesso cliché. Altrimenti uno
che ha fatto il portiere che co- sa fa: mette undici uomini in porta? Il calcio, purtroppo, vive di stereotipi e luoghi comuni. Gattuso ringhiava quando giocava, dunque deve ringhiare anche quando allena. Balle. Rino ha studiato, ha fatto la gavetta, ha sudato, ha conosciuto le amarezze e le difficoltà. E adesso, siccome ha il materiale umano che glielo consente, propone il calcio che piace a lui. Un calcio di possesso e sempre equilibrato. Biglia Calha Suso come Pirlo Seedorf e Kakà? Non esageriamo. I valori tecnici sono diversi ma la strada è la stessa. Rivedo i concetti del mio Milan. Poi ovvio gli interpreti sono diversi. Consigli? Sì, di ascoltare tutti, di ragionare su ciò che gli viene detto e poi di decidere da solo. E’ questa la forza di un allenatore: avere la capacità di fare una sintesi di quello che gli viene proposto. Consigli tattici? Li conosce già. Il vecchio detto “quando fa freddo, copriti” è sempre valido. Così come quel lo che sostiene che quando abbiamo il pallone noi, non ce l’hanno gli altri... Sembrano banalità, ma, se ci riflettete, sono i principi fondamentali del calcio. E forse non soltanto del calcio. Questo Milan come il mio albero di Natale? Qualche differenza c’è, perché Seedorf e Kakà erano diversi per caratteristiche rispetto a Calhanoglu e Suso. Però, di base, c’è il desiderio di infoltire il centrocampo e di lasciare un uomo avanzato a fare la battaglia con gli avversari. Poi gli inserimenti da dietro fanno la differenza. Ma avete visto Bonaventura contro la Samp? Perfetta l’entrata in area sul cross da destra e stupenda la stoccata finale! E Calabria? Ma quanto corre! Rino ha toccato le corde giuste. Si è fatto fatto accettare dai giocatori che adesso lo seguono. Biglia, se era bravo alla Lazio, non poteva essere diventato un brocco cambiando maglia, no? Rino lo ha stimolato, lo ha coccolato, gli ha dato suggerimenti, e ora si vede che la cura ha funzionato. E dietro la coppia Bonucci-Romagnoli si muove molto bene, in sincronia, con i tempi giusti. Quanti gol ha subito il Milan di Rino? Pochi, pochissimi. Qui sta la chiave: squadra compatta, blocco unico, tutti che si aiutano... Fa cinema a bordo campo? Rientra nel personaggio. E’ il suo carattere: se non vivesse le partite in quel modo, non sarebbe Gattuso. Ma questo fa parte del bello del calcio. Se a comportarsi così fosse un allenatore straniero, si direbbe che ha uno stile. Siccome è Gattuso, si dice che fa del cinema. Guardiamo la sostanza, che nel calcio è l’unica cosa che conta: Rino ha risollevato il Milan, dandogli un gioco e un’identità. Io sono felice per lui e per tutti i tifosi rossoneri. Tra i quali, se permettete, mi ci metto pure io. Ora c'è il rischio di illudersi troppo? Conoscendo Rino, è un peri- colo che non esiste. Lui è uno che non si accontenta mai. Anche quando giocava, pur non essendo particolarmente dota- to tecnicamente, ricercava la perfezione. E’ un martello. Prima con se stesso e poi con gli altri. Quante volte, in campo, urlava a Seedorf, a Kakà o a Inzaghi! Quante volte era lui a guidare il pressing! Credetemi, Rino è uno che non molla mai e, soprattutto, è uno che non dà nulla per scontato. Sono sicuro che dopo la vittoria sulla Samp si è messo subito a preparare la prossima partita. Sa che nel calcio se vinci sei un bravo ragazzo, e se perdi sei... Fate voi la rima, ma il concetto lo avete capito.. Il Milan può arrivare in Champions? Se continua su questi ritmi, sì. Però non mettiamo troppa pressione, ragioniamo partita per partita. Per conquistare la Champions bisogna che quelli davanti frenino. I rossoneri hanno il dovere di farsi trovare pronti nel caso in cui Roma, Lazio e Inter avessero qualche difficoltà. Visto da dove è partito, comunque, è già un grande risultato essere qui a parlare di Champions. Vi ricordate la depressione di qualche tempo fa. Corsa sull'Inter o sulle romane? Per il Milan arrivare davanti all’Inter sarebbe un grandissimo traguardo. Ma in questo momento vedo i nerazzurri molto in difficoltà e, se si vuole raggiungere la Champions, probabilmente bisogna programmare la rincorsa su Roma e Lazio. Un messaggio a Rino? Ci sentiamo spesso, per me è come un fratello. Abbiamo condiviso tanto. Tutto, direi. E i suoi successi, lo dico dal profondo del cuore, sono anche i miei. Adesso gli direi: accetta gli elogi che ti arrivano, ma dimenticateli in fretta. E ricordati che chi, oggi, ti fa i complimenti, domani è pronto a criticarti".
 

Milanforever26

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Adesso il registro è cambiato ma Rino deve sempre sapere che è una trappola.

Hanno visto che sminuendolo lo hanno caricato, adesso provano a vedere se con gli elogi si ammorbidisce...Rino resta te stesso!!

PS: finalmente una bella intervista di Carletto dopo anni di prese in giro
 

Gekyn

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Carlo Ancelott, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola, ha parlato per l'ennesima volta di Rino Gattuso. Ecco le dichiarazioni? Mi aspettavo che riuscisse a risollevare il Milan? Sinceramente ci speravo, ma non ne avevo la certezza. Quando si subentra in panchi*na ci sono sempre molte inco*gnite, molti dubbi, molti osta* coli da superare. Rino è stato bravo a dribblare le difficoltà a farsi seguire dai giocatori. Se riesci a essere credibile ai loro occhi, allora puoi ottenere qualsiasi risulta*to. Lo vedo co* me un autentico condottiero. Ha in pugno il gruppo, i ragazzi andrebbero nel fuoco per lui, e questo aspetto è determinan*te nel calcio e, in generale, nel* la vita. Gattuso è l’anima del Milan e i giocatori mettono a disposizione le loro conoscen*ze e le loro energie per arrivare al successo: è la strada giusta. Seguo tutte le partite del Milan, d’altronde sono un vecchio romantico, e quando vinciamo esulto anch’io come una volta. Non c’è una cosa in particolare che mi ha colpito di Gattuso al*lenatore, però l’altra sera mi aspettavo che la bandierina riuscisse ad aggiustarla con il nastro adesivo... Ecco, a ripen*sarci adesso, è l’unica mossa che non gli è riuscita: per il re*sto non ha sbagliato nulla. Ha impiegato poco tempo a creare l’alchimia giusta. A vol* te servono mesi, anni. Rino, in*vece, ci ha messo un mesetto, ma è stato avvantaggiato Dal fatto di aver fatto parte del Milan, di conoscere la sto*ria di questa società. Non c’è angolo di Milanello che abbia segreti per lui. Rino è stato un pilastro del mio Milan, che si rifaceva a una precisa filosofia di gioco e di gestione. Ora, con molta saggezza, sta cercando di riportare quei valori al cen*tro del progetto. Si va lontano soltanto se la società, la squa*dra e l’ambiente, inteso come pubblico, sono un blocco unico e camminano nella stessa dire*zione. Quando ci sono scollature, i risultati sul campo non arrivano. Si pensava che fosse solo uno tutta grinta? Se uno ha giocato come mediano e ha fatto della grinta il suo punto di forza, non è che da allenatore debba riproporre lo stesso cliché. Altrimenti uno
che ha fatto il portiere che co- sa fa: mette undici uomini in porta? Il calcio, purtroppo, vive di stereotipi e luoghi comuni. Gattuso ringhiava quando giocava, dunque deve ringhiare anche quando allena. Balle. Rino ha studiato, ha fatto la gavetta, ha sudato, ha conosciuto le amarezze e le difficoltà. E adesso, siccome ha il materiale umano che glielo consente, propone il calcio che piace a lui. Un calcio di possesso e sempre equilibrato. Biglia Calha Suso come Pirlo Seedorf e Kakà? Non esageriamo. I valori tecnici sono diversi ma la strada è la stessa. Rivedo i concetti del mio Milan. Poi ovvio gli interpreti sono diversi. Consigli? Sì, di ascoltare tutti, di ragionare su ciò che gli viene detto e poi di decidere da solo. E’ questa la forza di un allenatore: avere la capacità di fare una sintesi di quello che gli viene proposto. Consigli tattici? Li conosce già. Il vecchio detto “quando fa freddo, copriti” è sempre valido. Così come quel lo che sostiene che quando abbiamo il pallone noi, non ce l’hanno gli altri... Sembrano banalità, ma, se ci riflettete, sono i principi fondamentali del calcio. E forse non soltanto del calcio. Questo Milan come il mio albero di Natale? Qualche differenza c’è, perché Seedorf e Kakà erano diversi per caratteristiche rispetto a Calhanoglu e Suso. Però, di base, c’è il desiderio di infoltire il centrocampo e di lasciare un uomo avanzato a fare la battaglia con gli avversari. Poi gli inserimenti da dietro fanno la differenza. Ma avete visto Bonaventura contro la Samp? Perfetta l’entrata in area sul cross da destra e stupenda la stoccata finale! E Calabria? Ma quanto corre! Rino ha toccato le corde giuste. Si è fatto fatto accettare dai giocatori che adesso lo seguono. Biglia, se era bravo alla Lazio, non poteva essere diventato un brocco cambiando maglia, no? Rino lo ha stimolato, lo ha coccolato, gli ha dato suggerimenti, e ora si vede che la cura ha funzionato. E dietro la coppia Bonucci-Romagnoli si muove molto bene, in sincronia, con i tempi giusti. Quanti gol ha subito il Milan di Rino? Pochi, pochissimi. Qui sta la chiave: squadra compatta, blocco unico, tutti che si aiutano... Fa cinema a bordo campo? Rientra nel personaggio. E’ il suo carattere: se non vivesse le partite in quel modo, non sarebbe Gattuso. Ma questo fa parte del bello del calcio. Se a comportarsi così fosse un allenatore straniero, si direbbe che ha uno stile. Siccome è Gattuso, si dice che fa del cinema. Guardiamo la sostanza, che nel calcio è l’unica cosa che conta: Rino ha risollevato il Milan, dandogli un gioco e un’identità. Io sono felice per lui e per tutti i tifosi rossoneri. Tra i quali, se permettete, mi ci metto pure io. Ora c'è il rischio di illudersi troppo? Conoscendo Rino, è un peri- colo che non esiste. Lui è uno che non si accontenta mai. Anche quando giocava, pur non essendo particolarmente dota- to tecnicamente, ricercava la perfezione. E’ un martello. Prima con se stesso e poi con gli altri. Quante volte, in campo, urlava a Seedorf, a Kakà o a Inzaghi! Quante volte era lui a guidare il pressing! Credetemi, Rino è uno che non molla mai e, soprattutto, è uno che non dà nulla per scontato. Sono sicuro che dopo la vittoria sulla Samp si è messo subito a preparare la prossima partita. Sa che nel calcio se vinci sei un bravo ragazzo, e se perdi sei... Fate voi la rima, ma il concetto lo avete capito.. Il Milan può arrivare in Champions? Se continua su questi ritmi, sì. Però non mettiamo troppa pressione, ragioniamo partita per partita. Per conquistare la Champions bisogna che quelli davanti frenino. I rossoneri hanno il dovere di farsi trovare pronti nel caso in cui Roma, Lazio e Inter avessero qualche difficoltà. Visto da dove è partito, comunque, è già un grande risultato essere qui a parlare di Champions. Vi ricordate la depressione di qualche tempo fa. Corsa sull'Inter o sulle romane? Per il Milan arrivare davanti all’Inter sarebbe un grandissimo traguardo. Ma in questo momento vedo i nerazzurri molto in difficoltà e, se si vuole raggiungere la Champions, probabilmente bisogna programmare la rincorsa su Roma e Lazio. Un messaggio a Rino? Ci sentiamo spesso, per me è come un fratello. Abbiamo condiviso tanto. Tutto, direi. E i suoi successi, lo dico dal profondo del cuore, sono anche i miei. Adesso gli direi: accetta gli elogi che ti arrivano, ma dimenticateli in fretta. E ricordati che chi, oggi, ti fa i complimenti, domani è pronto a criticarti".

Non credo che sia un problema di Rino, ma deve stare attento e non mollare mai la tensione.
 

Casnop

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Carlo Ancelott, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola, ha parlato per l'ennesima volta di Rino Gattuso. Ecco le dichiarazioni? Mi aspettavo che riuscisse a risollevare il Milan? Sinceramente ci speravo, ma non ne avevo la certezza. Quando si subentra in panchi*na ci sono sempre molte inco*gnite, molti dubbi, molti osta* coli da superare. Rino è stato bravo a dribblare le difficoltà a farsi seguire dai giocatori. Se riesci a essere credibile ai loro occhi, allora puoi ottenere qualsiasi risulta*to. Lo vedo co* me un autentico condottiero. Ha in pugno il gruppo, i ragazzi andrebbero nel fuoco per lui, e questo aspetto è determinan*te nel calcio e, in generale, nel* la vita. Gattuso è l’anima del Milan e i giocatori mettono a disposizione le loro conoscen*ze e le loro energie per arrivare al successo: è la strada giusta. Seguo tutte le partite del Milan, d’altronde sono un vecchio romantico, e quando vinciamo esulto anch’io come una volta. Non c’è una cosa in particolare che mi ha colpito di Gattuso al*lenatore, però l’altra sera mi aspettavo che la bandierina riuscisse ad aggiustarla con il nastro adesivo... Ecco, a ripen*sarci adesso, è l’unica mossa che non gli è riuscita: per il re*sto non ha sbagliato nulla. Ha impiegato poco tempo a creare l’alchimia giusta. A vol* te servono mesi, anni. Rino, in*vece, ci ha messo un mesetto, ma è stato avvantaggiato Dal fatto di aver fatto parte del Milan, di conoscere la sto*ria di questa società. Non c’è angolo di Milanello che abbia segreti per lui. Rino è stato un pilastro del mio Milan, che si rifaceva a una precisa filosofia di gioco e di gestione. Ora, con molta saggezza, sta cercando di riportare quei valori al cen*tro del progetto. Si va lontano soltanto se la società, la squa*dra e l’ambiente, inteso come pubblico, sono un blocco unico e camminano nella stessa dire*zione. Quando ci sono scollature, i risultati sul campo non arrivano. Si pensava che fosse solo uno tutta grinta? Se uno ha giocato come mediano e ha fatto della grinta il suo punto di forza, non è che da allenatore debba riproporre lo stesso cliché. Altrimenti uno
che ha fatto il portiere che co- sa fa: mette undici uomini in porta? Il calcio, purtroppo, vive di stereotipi e luoghi comuni. Gattuso ringhiava quando giocava, dunque deve ringhiare anche quando allena. Balle. Rino ha studiato, ha fatto la gavetta, ha sudato, ha conosciuto le amarezze e le difficoltà. E adesso, siccome ha il materiale umano che glielo consente, propone il calcio che piace a lui. Un calcio di possesso e sempre equilibrato. Biglia Calha Suso come Pirlo Seedorf e Kakà? Non esageriamo. I valori tecnici sono diversi ma la strada è la stessa. Rivedo i concetti del mio Milan. Poi ovvio gli interpreti sono diversi. Consigli? Sì, di ascoltare tutti, di ragionare su ciò che gli viene detto e poi di decidere da solo. E’ questa la forza di un allenatore: avere la capacità di fare una sintesi di quello che gli viene proposto. Consigli tattici? Li conosce già. Il vecchio detto “quando fa freddo, copriti” è sempre valido. Così come quel lo che sostiene che quando abbiamo il pallone noi, non ce l’hanno gli altri... Sembrano banalità, ma, se ci riflettete, sono i principi fondamentali del calcio. E forse non soltanto del calcio. Questo Milan come il mio albero di Natale? Qualche differenza c’è, perché Seedorf e Kakà erano diversi per caratteristiche rispetto a Calhanoglu e Suso. Però, di base, c’è il desiderio di infoltire il centrocampo e di lasciare un uomo avanzato a fare la battaglia con gli avversari. Poi gli inserimenti da dietro fanno la differenza. Ma avete visto Bonaventura contro la Samp? Perfetta l’entrata in area sul cross da destra e stupenda la stoccata finale! E Calabria? Ma quanto corre! Rino ha toccato le corde giuste. Si è fatto fatto accettare dai giocatori che adesso lo seguono. Biglia, se era bravo alla Lazio, non poteva essere diventato un brocco cambiando maglia, no? Rino lo ha stimolato, lo ha coccolato, gli ha dato suggerimenti, e ora si vede che la cura ha funzionato. E dietro la coppia Bonucci-Romagnoli si muove molto bene, in sincronia, con i tempi giusti. Quanti gol ha subito il Milan di Rino? Pochi, pochissimi. Qui sta la chiave: squadra compatta, blocco unico, tutti che si aiutano... Fa cinema a bordo campo? Rientra nel personaggio. E’ il suo carattere: se non vivesse le partite in quel modo, non sarebbe Gattuso. Ma questo fa parte del bello del calcio. Se a comportarsi così fosse un allenatore straniero, si direbbe che ha uno stile. Siccome è Gattuso, si dice che fa del cinema. Guardiamo la sostanza, che nel calcio è l’unica cosa che conta: Rino ha risollevato il Milan, dandogli un gioco e un’identità. Io sono felice per lui e per tutti i tifosi rossoneri. Tra i quali, se permettete, mi ci metto pure io. Ora c'è il rischio di illudersi troppo? Conoscendo Rino, è un peri- colo che non esiste. Lui è uno che non si accontenta mai. Anche quando giocava, pur non essendo particolarmente dota- to tecnicamente, ricercava la perfezione. E’ un martello. Prima con se stesso e poi con gli altri. Quante volte, in campo, urlava a Seedorf, a Kakà o a Inzaghi! Quante volte era lui a guidare il pressing! Credetemi, Rino è uno che non molla mai e, soprattutto, è uno che non dà nulla per scontato. Sono sicuro che dopo la vittoria sulla Samp si è messo subito a preparare la prossima partita. Sa che nel calcio se vinci sei un bravo ragazzo, e se perdi sei... Fate voi la rima, ma il concetto lo avete capito.. Il Milan può arrivare in Champions? Se continua su questi ritmi, sì. Però non mettiamo troppa pressione, ragioniamo partita per partita. Per conquistare la Champions bisogna che quelli davanti frenino. I rossoneri hanno il dovere di farsi trovare pronti nel caso in cui Roma, Lazio e Inter avessero qualche difficoltà. Visto da dove è partito, comunque, è già un grande risultato essere qui a parlare di Champions. Vi ricordate la depressione di qualche tempo fa. Corsa sull'Inter o sulle romane? Per il Milan arrivare davanti all’Inter sarebbe un grandissimo traguardo. Ma in questo momento vedo i nerazzurri molto in difficoltà e, se si vuole raggiungere la Champions, probabilmente bisogna programmare la rincorsa su Roma e Lazio. Un messaggio a Rino? Ci sentiamo spesso, per me è come un fratello. Abbiamo condiviso tanto. Tutto, direi. E i suoi successi, lo dico dal profondo del cuore, sono anche i miei. Adesso gli direi: accetta gli elogi che ti arrivano, ma dimenticateli in fretta. E ricordati che chi, oggi, ti fa i complimenti, domani è pronto a criticarti".
Per quanto riguarda l'ultimo consiglio, non si preoccupi, Ancelotti: Gattuso ha già detto di accusare attacchi di orticaria ai complimenti. Dovrebbe fare come McEnroe ai tempi belli: fare riscaldamento, scegliere un nemico a caso (l'arbitro, la signora con il ventaglio troppo agitato in terza fila, il cumulonembo che oscura il sole sopra il campo), e convogliare l'assurda rabbia nel maciullare l'avversario. You cannot be serious, sir. :fuma:
 

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Carlo Ancelott, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola, ha parlato per l'ennesima volta di Rino Gattuso. Ecco le dichiarazioni? Mi aspettavo che riuscisse a risollevare il Milan? Sinceramente ci speravo, ma non ne avevo la certezza. Quando si subentra in panchi*na ci sono sempre molte inco*gnite, molti dubbi, molti osta* coli da superare. Rino è stato bravo a dribblare le difficoltà a farsi seguire dai giocatori. Se riesci a essere credibile ai loro occhi, allora puoi ottenere qualsiasi risulta*to. Lo vedo co* me un autentico condottiero. Ha in pugno il gruppo, i ragazzi andrebbero nel fuoco per lui, e questo aspetto è determinan*te nel calcio e, in generale, nel* la vita. Gattuso è l’anima del Milan e i giocatori mettono a disposizione le loro conoscen*ze e le loro energie per arrivare al successo: è la strada giusta. Seguo tutte le partite del Milan, d’altronde sono un vecchio romantico, e quando vinciamo esulto anch’io come una volta. Non c’è una cosa in particolare che mi ha colpito di Gattuso al*lenatore, però l’altra sera mi aspettavo che la bandierina riuscisse ad aggiustarla con il nastro adesivo... Ecco, a ripen*sarci adesso, è l’unica mossa che non gli è riuscita: per il re*sto non ha sbagliato nulla. Ha impiegato poco tempo a creare l’alchimia giusta. A vol* te servono mesi, anni. Rino, in*vece, ci ha messo un mesetto, ma è stato avvantaggiato Dal fatto di aver fatto parte del Milan, di conoscere la sto*ria di questa società. Non c’è angolo di Milanello che abbia segreti per lui. Rino è stato un pilastro del mio Milan, che si rifaceva a una precisa filosofia di gioco e di gestione. Ora, con molta saggezza, sta cercando di riportare quei valori al cen*tro del progetto. Si va lontano soltanto se la società, la squa*dra e l’ambiente, inteso come pubblico, sono un blocco unico e camminano nella stessa dire*zione. Quando ci sono scollature, i risultati sul campo non arrivano. Si pensava che fosse solo uno tutta grinta? Se uno ha giocato come mediano e ha fatto della grinta il suo punto di forza, non è che da allenatore debba riproporre lo stesso cliché. Altrimenti uno
che ha fatto il portiere che co- sa fa: mette undici uomini in porta? Il calcio, purtroppo, vive di stereotipi e luoghi comuni. Gattuso ringhiava quando giocava, dunque deve ringhiare anche quando allena. Balle. Rino ha studiato, ha fatto la gavetta, ha sudato, ha conosciuto le amarezze e le difficoltà. E adesso, siccome ha il materiale umano che glielo consente, propone il calcio che piace a lui. Un calcio di possesso e sempre equilibrato. Biglia Calha Suso come Pirlo Seedorf e Kakà? Non esageriamo. I valori tecnici sono diversi ma la strada è la stessa. Rivedo i concetti del mio Milan. Poi ovvio gli interpreti sono diversi. Consigli? Sì, di ascoltare tutti, di ragionare su ciò che gli viene detto e poi di decidere da solo. E’ questa la forza di un allenatore: avere la capacità di fare una sintesi di quello che gli viene proposto. Consigli tattici? Li conosce già. Il vecchio detto “quando fa freddo, copriti” è sempre valido. Così come quel lo che sostiene che quando abbiamo il pallone noi, non ce l’hanno gli altri... Sembrano banalità, ma, se ci riflettete, sono i principi fondamentali del calcio. E forse non soltanto del calcio. Questo Milan come il mio albero di Natale? Qualche differenza c’è, perché Seedorf e Kakà erano diversi per caratteristiche rispetto a Calhanoglu e Suso. Però, di base, c’è il desiderio di infoltire il centrocampo e di lasciare un uomo avanzato a fare la battaglia con gli avversari. Poi gli inserimenti da dietro fanno la differenza. Ma avete visto Bonaventura contro la Samp? Perfetta l’entrata in area sul cross da destra e stupenda la stoccata finale! E Calabria? Ma quanto corre! Rino ha toccato le corde giuste. Si è fatto fatto accettare dai giocatori che adesso lo seguono. Biglia, se era bravo alla Lazio, non poteva essere diventato un brocco cambiando maglia, no? Rino lo ha stimolato, lo ha coccolato, gli ha dato suggerimenti, e ora si vede che la cura ha funzionato. E dietro la coppia Bonucci-Romagnoli si muove molto bene, in sincronia, con i tempi giusti. Quanti gol ha subito il Milan di Rino? Pochi, pochissimi. Qui sta la chiave: squadra compatta, blocco unico, tutti che si aiutano... Fa cinema a bordo campo? Rientra nel personaggio. E’ il suo carattere: se non vivesse le partite in quel modo, non sarebbe Gattuso. Ma questo fa parte del bello del calcio. Se a comportarsi così fosse un allenatore straniero, si direbbe che ha uno stile. Siccome è Gattuso, si dice che fa del cinema. Guardiamo la sostanza, che nel calcio è l’unica cosa che conta: Rino ha risollevato il Milan, dandogli un gioco e un’identità. Io sono felice per lui e per tutti i tifosi rossoneri. Tra i quali, se permettete, mi ci metto pure io. Ora c'è il rischio di illudersi troppo? Conoscendo Rino, è un peri- colo che non esiste. Lui è uno che non si accontenta mai. Anche quando giocava, pur non essendo particolarmente dota- to tecnicamente, ricercava la perfezione. E’ un martello. Prima con se stesso e poi con gli altri. Quante volte, in campo, urlava a Seedorf, a Kakà o a Inzaghi! Quante volte era lui a guidare il pressing! Credetemi, Rino è uno che non molla mai e, soprattutto, è uno che non dà nulla per scontato. Sono sicuro che dopo la vittoria sulla Samp si è messo subito a preparare la prossima partita. Sa che nel calcio se vinci sei un bravo ragazzo, e se perdi sei... Fate voi la rima, ma il concetto lo avete capito.. Il Milan può arrivare in Champions? Se continua su questi ritmi, sì. Però non mettiamo troppa pressione, ragioniamo partita per partita. Per conquistare la Champions bisogna che quelli davanti frenino. I rossoneri hanno il dovere di farsi trovare pronti nel caso in cui Roma, Lazio e Inter avessero qualche difficoltà. Visto da dove è partito, comunque, è già un grande risultato essere qui a parlare di Champions. Vi ricordate la depressione di qualche tempo fa. Corsa sull'Inter o sulle romane? Per il Milan arrivare davanti all’Inter sarebbe un grandissimo traguardo. Ma in questo momento vedo i nerazzurri molto in difficoltà e, se si vuole raggiungere la Champions, probabilmente bisogna programmare la rincorsa su Roma e Lazio. Un messaggio a Rino? Ci sentiamo spesso, per me è come un fratello. Abbiamo condiviso tanto. Tutto, direi. E i suoi successi, lo dico dal profondo del cuore, sono anche i miei. Adesso gli direi: accetta gli elogi che ti arrivano, ma dimenticateli in fretta. E ricordati che chi, oggi, ti fa i complimenti, domani è pronto a criticarti".

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Super_Lollo

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Bellissime parole di un cuore rossonero.
Nella mia testa ho immaginato Carlo come secondo di Rino, per me non sarebbe male se accettasse il ruolo tanto oramai ha vinto tutto quello che poteva vincere più volte.
Magari è una nuova sfida che potrebbe piacergli.
 

DrHouse

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Bella l'intervista.

Grande Carletto, in caso ti fossi stancato di stare in panca, un posto in dirigenza ad aiutare Rino come DT c'è sempre.
 

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Carlo Ancelott, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in edicola, ha parlato per l'ennesima volta di Rino Gattuso. Ecco le dichiarazioni? Mi aspettavo che riuscisse a risollevare il Milan? Sinceramente ci speravo, ma non ne avevo la certezza. Quando si subentra in panchi*na ci sono sempre molte inco*gnite, molti dubbi, molti osta* coli da superare. Rino è stato bravo a dribblare le difficoltà a farsi seguire dai giocatori. Se riesci a essere credibile ai loro occhi, allora puoi ottenere qualsiasi risulta*to. Lo vedo co* me un autentico condottiero. Ha in pugno il gruppo, i ragazzi andrebbero nel fuoco per lui, e questo aspetto è determinan*te nel calcio e, in generale, nel* la vita. Gattuso è l’anima del Milan e i giocatori mettono a disposizione le loro conoscen*ze e le loro energie per arrivare al successo: è la strada giusta. Seguo tutte le partite del Milan, d’altronde sono un vecchio romantico, e quando vinciamo esulto anch’io come una volta. Non c’è una cosa in particolare che mi ha colpito di Gattuso al*lenatore, però l’altra sera mi aspettavo che la bandierina riuscisse ad aggiustarla con il nastro adesivo... Ecco, a ripen*sarci adesso, è l’unica mossa che non gli è riuscita: per il re*sto non ha sbagliato nulla. Ha impiegato poco tempo a creare l’alchimia giusta. A vol* te servono mesi, anni. Rino, in*vece, ci ha messo un mesetto, ma è stato avvantaggiato Dal fatto di aver fatto parte del Milan, di conoscere la sto*ria di questa società. Non c’è angolo di Milanello che abbia segreti per lui. Rino è stato un pilastro del mio Milan, che si rifaceva a una precisa filosofia di gioco e di gestione. Ora, con molta saggezza, sta cercando di riportare quei valori al cen*tro del progetto. Si va lontano soltanto se la società, la squa*dra e l’ambiente, inteso come pubblico, sono un blocco unico e camminano nella stessa dire*zione. Quando ci sono scollature, i risultati sul campo non arrivano. Si pensava che fosse solo uno tutta grinta? Se uno ha giocato come mediano e ha fatto della grinta il suo punto di forza, non è che da allenatore debba riproporre lo stesso cliché. Altrimenti uno
che ha fatto il portiere che co- sa fa: mette undici uomini in porta? Il calcio, purtroppo, vive di stereotipi e luoghi comuni. Gattuso ringhiava quando giocava, dunque deve ringhiare anche quando allena. Balle. Rino ha studiato, ha fatto la gavetta, ha sudato, ha conosciuto le amarezze e le difficoltà. E adesso, siccome ha il materiale umano che glielo consente, propone il calcio che piace a lui. Un calcio di possesso e sempre equilibrato. Biglia Calha Suso come Pirlo Seedorf e Kakà? Non esageriamo. I valori tecnici sono diversi ma la strada è la stessa. Rivedo i concetti del mio Milan. Poi ovvio gli interpreti sono diversi. Consigli? Sì, di ascoltare tutti, di ragionare su ciò che gli viene detto e poi di decidere da solo. E’ questa la forza di un allenatore: avere la capacità di fare una sintesi di quello che gli viene proposto. Consigli tattici? Li conosce già. Il vecchio detto “quando fa freddo, copriti” è sempre valido. Così come quel lo che sostiene che quando abbiamo il pallone noi, non ce l’hanno gli altri... Sembrano banalità, ma, se ci riflettete, sono i principi fondamentali del calcio. E forse non soltanto del calcio. Questo Milan come il mio albero di Natale? Qualche differenza c’è, perché Seedorf e Kakà erano diversi per caratteristiche rispetto a Calhanoglu e Suso. Però, di base, c’è il desiderio di infoltire il centrocampo e di lasciare un uomo avanzato a fare la battaglia con gli avversari. Poi gli inserimenti da dietro fanno la differenza. Ma avete visto Bonaventura contro la Samp? Perfetta l’entrata in area sul cross da destra e stupenda la stoccata finale! E Calabria? Ma quanto corre! Rino ha toccato le corde giuste. Si è fatto fatto accettare dai giocatori che adesso lo seguono. Biglia, se era bravo alla Lazio, non poteva essere diventato un brocco cambiando maglia, no? Rino lo ha stimolato, lo ha coccolato, gli ha dato suggerimenti, e ora si vede che la cura ha funzionato. E dietro la coppia Bonucci-Romagnoli si muove molto bene, in sincronia, con i tempi giusti. Quanti gol ha subito il Milan di Rino? Pochi, pochissimi. Qui sta la chiave: squadra compatta, blocco unico, tutti che si aiutano... Fa cinema a bordo campo? Rientra nel personaggio. E’ il suo carattere: se non vivesse le partite in quel modo, non sarebbe Gattuso. Ma questo fa parte del bello del calcio. Se a comportarsi così fosse un allenatore straniero, si direbbe che ha uno stile. Siccome è Gattuso, si dice che fa del cinema. Guardiamo la sostanza, che nel calcio è l’unica cosa che conta: Rino ha risollevato il Milan, dandogli un gioco e un’identità. Io sono felice per lui e per tutti i tifosi rossoneri. Tra i quali, se permettete, mi ci metto pure io. Ora c'è il rischio di illudersi troppo? Conoscendo Rino, è un peri- colo che non esiste. Lui è uno che non si accontenta mai. Anche quando giocava, pur non essendo particolarmente dota- to tecnicamente, ricercava la perfezione. E’ un martello. Prima con se stesso e poi con gli altri. Quante volte, in campo, urlava a Seedorf, a Kakà o a Inzaghi! Quante volte era lui a guidare il pressing! Credetemi, Rino è uno che non molla mai e, soprattutto, è uno che non dà nulla per scontato. Sono sicuro che dopo la vittoria sulla Samp si è messo subito a preparare la prossima partita. Sa che nel calcio se vinci sei un bravo ragazzo, e se perdi sei... Fate voi la rima, ma il concetto lo avete capito.. Il Milan può arrivare in Champions? Se continua su questi ritmi, sì. Però non mettiamo troppa pressione, ragioniamo partita per partita. Per conquistare la Champions bisogna che quelli davanti frenino. I rossoneri hanno il dovere di farsi trovare pronti nel caso in cui Roma, Lazio e Inter avessero qualche difficoltà. Visto da dove è partito, comunque, è già un grande risultato essere qui a parlare di Champions. Vi ricordate la depressione di qualche tempo fa. Corsa sull'Inter o sulle romane? Per il Milan arrivare davanti all’Inter sarebbe un grandissimo traguardo. Ma in questo momento vedo i nerazzurri molto in difficoltà e, se si vuole raggiungere la Champions, probabilmente bisogna programmare la rincorsa su Roma e Lazio. Un messaggio a Rino? Ci sentiamo spesso, per me è come un fratello. Abbiamo condiviso tanto. Tutto, direi. E i suoi successi, lo dico dal profondo del cuore, sono anche i miei. Adesso gli direi: accetta gli elogi che ti arrivano, ma dimenticateli in fretta. E ricordati che chi, oggi, ti fa i complimenti, domani è pronto a criticarti".

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