juventino
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Amnesty International contro Qatar 2022: "Operai come schiavi"
Durissimo comunicato (consultabile anche sul sito italiano) di Amnesty International contro l'organizzazione dei mondiali 2022 in Qatar; l'organizzazione per i diritti umani ha infatti denunciato gravissimi abusi che lo stato arabo sta perpetrando nei confronti dei lavoratori che stanno costruendo gli stadi. Operai, provenienti da realtà povere come Bangladesh, India e Nepal, ingaggiati da veri e propri faccendieri, costretti ad alloggiare in baracche fatiscenti, con orari di lavoro disumani in mezzo al caldo del deserto, sottopagati e a volte addirittura non pagati affatto per mesi. Ma l'aspetto più sconcertante della vicenda è una legge in vigore in Qatar, che da la possibilità al datore di lavoro di bloccare il dipendente fino alla fine del contratto, senza che esso possa lasciare il lavoro e tornare al suo paese; chi si oppone corre il rischio di restare in Qatar per moltissimo tempo in prigione (basti pensare che agli operai provenienti dal Nepal non è stato permesso tornare dai familiari neppure dopo il devastante terremoto del 2015).
Una vera è propria schiavitù, nonché ennesima vergogna di quello che si prospetta il più controverso mondiale di sempre.
Durissimo comunicato (consultabile anche sul sito italiano) di Amnesty International contro l'organizzazione dei mondiali 2022 in Qatar; l'organizzazione per i diritti umani ha infatti denunciato gravissimi abusi che lo stato arabo sta perpetrando nei confronti dei lavoratori che stanno costruendo gli stadi. Operai, provenienti da realtà povere come Bangladesh, India e Nepal, ingaggiati da veri e propri faccendieri, costretti ad alloggiare in baracche fatiscenti, con orari di lavoro disumani in mezzo al caldo del deserto, sottopagati e a volte addirittura non pagati affatto per mesi. Ma l'aspetto più sconcertante della vicenda è una legge in vigore in Qatar, che da la possibilità al datore di lavoro di bloccare il dipendente fino alla fine del contratto, senza che esso possa lasciare il lavoro e tornare al suo paese; chi si oppone corre il rischio di restare in Qatar per moltissimo tempo in prigione (basti pensare che agli operai provenienti dal Nepal non è stato permesso tornare dai familiari neppure dopo il devastante terremoto del 2015).
Una vera è propria schiavitù, nonché ennesima vergogna di quello che si prospetta il più controverso mondiale di sempre.