Sapete perché si parla di "gestire" i giovani? Perché le loro presenze in campo vanno calcolate, programmate in ogni dettaglio. Bastano una partita sbagliata, qualche fischio, una brutta figura e una carriera può andare in frantumi. I giovani non vanno buttati in campo allo sbaraglio. I risultati possono non essere immediati, proprio per questo i programmi con i giovani sono a medio-lungo termine.
Zeman, per esempio, ha distrutto Tachtsidis. Fischiato dal pubblico, sfiduciato dai compagni, sarà difficilissimo rialzi la testa a Roma in breve tempo. Le presenze centellinate di El Shaarawy l'anno scorso hanno prodotto questa stagione spettacolare, e alla fine Allegri l'ha protetto. Con Niang ha optato per il bastone e la carota, e l'ha tolto sia quando stava per diventare troppo esuberante, sia dopo l'errore di Barcellona per togliergli pressioni e farlo rilassare emotivamente.
Non pensiate che ai giovani basta giocare sempre e comunque, devono farlo nelle situazioni e nei contesti adatti. Candreva adesso è un giocatore pazzesco e in una Juve mediocre non riusciva a brillare, pur giocando tanto.
L'unico caso di giovane giocatore che è esploso alla grande nonostante i fischi iniziali dei tifosi è Crespo a Parma, ma lì aveva la fiducia TOTALE di Ancelotti che disse: "Più i tifosi lo fischiano più lo tengo in campo" (o qualcosa del genere).
