Albertini: “Milan, serve un progetto per il futuro"

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Demetrio Albertini intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato della situazione attuale del Milan: «Se prendi un allenatore come Pippo, poi devi sorreggerlo. È chiaro che dopo otto mesi cominci a fare una valutazione. Presi singolarmente i giocatori valgono di più dell’attuale classifica. Bisogna guardare al futuro e costruire un progetto, prendendo giocatori di prospettiva e per assemblarli ci vuole un allenatore che sia un insegnante, un maestro. In campo il leader può essere Montolivo, ne ha tutte le caratteristiche. Un Milan senza Silvio Berlusconi? Il cuore dice di no, ma è pur vero che il calcio è cambiato profondamente rispetto a quando lui si insediò. Ora serve programmare. Mi auguro che Berlusconi abbia l’equilibrio per garantire a questo Milan qualcosa di più.»

Infine alla domanda se sia necessario per gli allenatori delle grandi squadre avere una certa esperienza facendo la gavetta, ha risposto:« In Spagna vengono svolte serie selezioni e c’è pure un test d’ingresso per gli allenatori, mentre in Italia si privilegia chi ha giocato ad alto livello. Ormai l’allenatore è la sintesi di tante cose: tattica, gestione del gruppo, psicologia. Serve un percorso articolato.».
 

runner

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Demetrio Albertini intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato della situazione attuale del Milan: «Se prendi un allenatore come Pippo, poi devi sorreggerlo. È chiaro che dopo otto mesi cominci a fare una valutazione. Presi singolarmente i giocatori valgono di più dell’attuale classifica. Bisogna guardare al futuro e costruire un progetto, prendendo giocatori di prospettiva e per assemblarli ci vuole un allenatore che sia un insegnante, un maestro. In campo il leader può essere Montolivo, ne ha tutte le caratteristiche. Un Milan senza Silvio Berlusconi? Il cuore dice di no, ma è pur vero che il calcio è cambiato profondamente rispetto a quando lui si insediò. Ora serve programmare. Mi auguro che Berlusconi abbia l’equilibrio per garantire a questo Milan qualcosa di più.»

Infine alla domanda se sia necessario per gli allenatori delle grandi squadre avere una certa esperienza facendo la gavetta, ha risposto:« In Spagna vengono svolte serie selezioni e c’è pure un test d’ingresso per gli allenatori, mentre in Italia si privilegia chi ha giocato ad alto livello. Ormai l’allenatore è la sintesi di tante cose: tattica, gestione del gruppo, psicologia. Serve un percorso articolato.».

ha pienamente ragione su tutto direi!!
comunque siamo in vendita, nessuno più lo nega
 

Jino

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Tutte cose vere. Ad ogni modo, a me pare a differenza degli ultimi due allenatori che sia società che proprietà abbiano sostenuto fortemente l'allenatore, se poi vale poco è inutile girarci attorno.
 

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