Albertini:"Milan, basta alibi. Montella dia mentalità vincente".

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Albertini:"Milan, basta alibi. Montella dia mentalità vincente".

Il Corriere della Sera in edicola mercoledì 4 ottobre 2017, pubblica un'intervista a Demetrio Albertini. Ecco le parole dell'ex rossonero:"Quando si plasma un club vincente non si programma ma si raccoglie. Nell'anno di Zaccheroni anche noi giocavamo con la difesa a tre, un inedito. Era l'anno della ripartenza ma abbiamo vinto perchè non ci siamo mai discosto dietro l'alibi:"Se perdiamo non importa perchè tanto è l'anno della ripartenza". Non ci siamo mai accontentati. Ed alla fine abbiamo vinto sette partite di fila. Quel Milan aveva una mentalità vincente. Cosa che Montella deve dare alla squadra. Il Milan è un cantiere aperto e Montella per ora va ancora a tentativi. Bonucci? Paga il cambiamento. Alla Juve aveva certezze. Ora deve maturare. Prematuro dargli la fascia? No, la società voleva qualcuno che si assumesse responsabilità. E poi se per indossarla bisogna essere titolare, Bonucci gioca sempre. E con lui anche Donnarumma. Dove vedo il Milan a fine stagione? Sognare è gratis, quindi niente limiti. Ai preliminari c'era tanto entusiasmo. Ora basta scuse e giustificazioni. Il Milan deve vincere. Punto. E casomai imparare a gestire le sconfitte".
 

Schism75

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Questa è la mentalità che serve e che ci voleva dentro il Milan. La sua e quella di Paolo. Che non si nascondono dietro flebili giustificazioni numeriche.
 

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Eh già, è questa la mentalità vincente.

Basta continuare a dire (come fa l'allenatore) che ci vuole tempo. Di tempo non ce n'è. Sono dieci anni che facciamo pietà.
 

krull

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Ed ecco la differenza tra uno che ha vinto tutto é rivinto tutto é rivinto tutto di nuovo e sempre da assoluto protagonista ed uno che al massimo ha vinto uno scudetto da comparsa piangina e casinista come Montella. Mai vista una società soddisfatta dopo una sconfitta in casa per 0 a 2 che ne segue un'altra in trasferta sempre per 2 a 0 con 1 tiro in porta in 180 minuti di un difensore in mischia su palla inattiva. Meglio se tutto il Milan ossia società staff tecnico e giocatori si rendono conto e in fretta di cosa rappresentano in Italia e nel mondo. Ma siamo passati dal "tutto é possibile" al "abbiamo giocato alla pari della Roma per 70 minuti" nel giro di 2 mesi. Montella ha trapiantato la mentalità da perdenti a tutti. Ma questi si preoccupano di fare l'editoriale sul sito e di fare summit per uno straccio di preparatore atletico. Inizio a temere di essere finiti dalla padella alla brace a livello societario. Inquietante
 
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Il Corriere della Sera in edicola mercoledì 4 ottobre 2017, pubblica un'intervista a Demetrio Albertini. Ecco le parole dell'ex rossonero:"Quando si plasma un club vincente non si programma ma si raccoglie. Nell'anno di Zaccheroni anche noi giocavamo con la difesa a tre, un inedito. Era l'anno della ripartenza ma abbiamo vinto perchè non ci siamo mai discosto dietro l'alibi:"Se perdiamo non importa perchè tanto è l'anno della ripartenza". Non ci siamo mai accontentati. Ed alla fine abbiamo vinto sette partite di fila. Quel Milan aveva una mentalità vincente. Cosa che Montella deve dare alla squadra. Il Milan è un cantiere aperto e Montella per ora va ancora a tentativi. Bonucci? Paga il cambiamento. Alla Juve aveva certezze. Ora deve maturare. Prematuro dargli la fascia? No, la società voleva qualcuno che si assumesse responsabilità. E poi se per indossarla bisogna essere titolare, Bonucci gioca sempre. E con lui anche Donnarumma. Dove vedo il Milan a fine stagione? Sognare è gratis, quindi niente limiti. Ai preliminari c'era tanto entusiasmo. Ora basta scuse e giustificazioni. Il Milan deve vincere. Punto. E casomai imparare a gestire le sconfitte".

Penso abbia colto nel segno la mentalità dei giocatori presenti già l'anno scorso, questo è il problema più grave; non credo che i nuovi abbiano questo atteggiamento, anche se queste zecche infettano tutto lo spogliatoio. Questa è l'attitudine che ha contraddistinto l'organico negli ultimi anni, uomini di nullo valore, tecnico e soprattutto umano. Via a calci nel sedere i soliti noti, portandosi dietro quelli che si accontentano, anche i più insospettabili: lo faccia la società a gennaio se non vogliamo gettare la stagione e se vogliono dimostrarsi seri e competenti, tribunandoli fin da subito. Se non lo fanno loro speriamo lo faccia Conte.
 

fra29

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Albertini fuori da questo Milan è un delitto...
 

Lineker10

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Il Corriere della Sera in edicola mercoledì 4 ottobre 2017, pubblica un'intervista a Demetrio Albertini. Ecco le parole dell'ex rossonero:"Quando si plasma un club vincente non si programma ma si raccoglie. Nell'anno di Zaccheroni anche noi giocavamo con la difesa a tre, un inedito. Era l'anno della ripartenza ma abbiamo vinto perchè non ci siamo mai discosto dietro l'alibi:"Se perdiamo non importa perchè tanto è l'anno della ripartenza". Non ci siamo mai accontentati. Ed alla fine abbiamo vinto sette partite di fila. Quel Milan aveva una mentalità vincente. Cosa che Montella deve dare alla squadra. Il Milan è un cantiere aperto e Montella per ora va ancora a tentativi. Bonucci? Paga il cambiamento. Alla Juve aveva certezze. Ora deve maturare. Prematuro dargli la fascia? No, la società voleva qualcuno che si assumesse responsabilità. E poi se per indossarla bisogna essere titolare, Bonucci gioca sempre. E con lui anche Donnarumma. Dove vedo il Milan a fine stagione? Sognare è gratis, quindi niente limiti. Ai preliminari c'era tanto entusiasmo. Ora basta scuse e giustificazioni. Il Milan deve vincere. Punto. E casomai imparare a gestire le sconfitte".

Dai Albertini... è un paragone che non ci sta per niente. Quel Milan di Zaccheroni, che tutti ci ricordiamo bene, aveva uno zoccolo duro di campioni e vincenti come Albertini proprio, Maldini, Costacurta, Weah, Boban, Leonardo, che venivano da due stagioni disastrose... più arrivarono giocatori d'esperienza come Ayala Helveg e Bierhoff... era un gruppo completamente diverso da quello di oggi e giustamente aveva ambizioni importanti.

La rosa del Milan attuale è rivoluzionata, piena di incognite e lo si dice fin dall'inizio.

Detto questo sognare bisogna sognare per forza e va benissimo puntare in alto, senza alibi nè scuse perchè siamo il Milan, ma poi volenti o nolenti ci sono delle difficoltà oggettive durante le partite che infatti vediamo quando giochiamo con squadre più rodate e organizzate di noi.
 
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Il Corriere della Sera in edicola mercoledì 4 ottobre 2017, pubblica un'intervista a Demetrio Albertini. Ecco le parole dell'ex rossonero:"Quando si plasma un club vincente non si programma ma si raccoglie. Nell'anno di Zaccheroni anche noi giocavamo con la difesa a tre, un inedito. Era l'anno della ripartenza ma abbiamo vinto perchè non ci siamo mai discosto dietro l'alibi:"Se perdiamo non importa perchè tanto è l'anno della ripartenza". Non ci siamo mai accontentati. Ed alla fine abbiamo vinto sette partite di fila. Quel Milan aveva una mentalità vincente. Cosa che Montella deve dare alla squadra. Il Milan è un cantiere aperto e Montella per ora va ancora a tentativi. Bonucci? Paga il cambiamento. Alla Juve aveva certezze. Ora deve maturare. Prematuro dargli la fascia? No, la società voleva qualcuno che si assumesse responsabilità. E poi se per indossarla bisogna essere titolare, Bonucci gioca sempre. E con lui anche Donnarumma. Dove vedo il Milan a fine stagione? Sognare è gratis, quindi niente limiti. Ai preliminari c'era tanto entusiasmo. Ora basta scuse e giustificazioni. Il Milan deve vincere. Punto. E casomai imparare a gestire le sconfitte".

Io dico che qualche parallelismo in effetti possa essere fatto.
Zaccheroni era fissato con la difesa a 3 e anche da noi decise di lavorare su quello schema di gioco, nonostante mai da noi nessuno lo avesse adottato e in rosa avessimo dei fenomeni nel giocare a 4!!!
Costacurta centrale con maldini mezzo sinistro e sala mezzo destro, questa la difesa che ci portò allo scudetto anche se prima di dare fiducia a sala si provò con n'gotty e ayala.
Fin qua potremmo parlare di parallelismi ma ora veniamo alle note dolenti.
Mister zaccheroni vero che aveva un debole per la difesa a tre ma il suo amore e la sua fiducia verso questo tipo di gioco avevano una logica : il tecnico ex udinese infatti usava questo schieramento per poi avere la possibilità davanti di liberare tutta la potenza delle sue bocche di fuoco. E infatti avevamo un tridente da paura con leonardo largo a destra, weah(il vero miracolo tattico di quel milan) a tutta fascia a sinistra e bierhoff centravanti. Un 3-4-3 che si prefissava di lavorare sugli esterni per poi servire le punte.
Vero che finimmo in campionato col 3-4-1-2 con boban che faceva la staffetta con leonardo ma era comunque un reparto offensivo mica da ridere.
Se montella vuole coltivare il culto della difesa a tre prenda come modello mister zaccheroni altrimenti ci ritroveremo con un 3-6-1 sterile che non ci regala cross, palle gol, gioco, vittorie. Nulla insomma.
 

Black

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Il Corriere della Sera in edicola mercoledì 4 ottobre 2017, pubblica un'intervista a Demetrio Albertini. Ecco le parole dell'ex rossonero:"Quando si plasma un club vincente non si programma ma si raccoglie. Nell'anno di Zaccheroni anche noi giocavamo con la difesa a tre, un inedito. Era l'anno della ripartenza ma abbiamo vinto perchè non ci siamo mai discosto dietro l'alibi:"Se perdiamo non importa perchè tanto è l'anno della ripartenza". Non ci siamo mai accontentati. Ed alla fine abbiamo vinto sette partite di fila. Quel Milan aveva una mentalità vincente. Cosa che Montella deve dare alla squadra. Il Milan è un cantiere aperto e Montella per ora va ancora a tentativi. Bonucci? Paga il cambiamento. Alla Juve aveva certezze. Ora deve maturare. Prematuro dargli la fascia? No, la società voleva qualcuno che si assumesse responsabilità. E poi se per indossarla bisogna essere titolare, Bonucci gioca sempre. E con lui anche Donnarumma. Dove vedo il Milan a fine stagione? Sognare è gratis, quindi niente limiti. Ai preliminari c'era tanto entusiasmo. Ora basta scuse e giustificazioni. Il Milan deve vincere. Punto. E casomai imparare a gestire le sconfitte".

il paragone con il Milan di Zac c'entra poco. Quell'anno arrivarono molti acquisti, ma nell'11 titolare si inserirono solo Bierhoff-Helveg e Sala. La vera novità fu la difesa a 3, ma l'ossatura della squadra c'era già.... e che squadra... Maldini-Costacurta-Boban-Weah-Leonardo.
Che poi quel Milan vinse non solo perchè non cercò alibi, ma anche con una buona dose di fortuna con avversari nettamente più forti che si suicidarono.
 

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