Il Re dell'Est
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Abate: "Voglio chiudere la carriera al Milan,aspetterò finché posso"
Dalle pagine della Gazzetta dello Sport, ecco le parole di Ignazio Abate: "La mia priorità resta il Milan: lo aspetterò finché potrò. Questa è casa mia, anche se so che nel calcio purtroppo ci si può separare. Io voglio restare e chiudere la carriera qui. Non riesco a vedermi con un’altra maglia addosso, almeno in Italia: al massimo andrei all’estero. Ma il momento dei saluti non è arrivato. Quando arrivo a Milanello mi emoziono ancora”.
Queste invece le sue parole su Inzaghi e i precedenti allenatori: "Il cambio di allenatore ha fatto bene non solo a me, anche al gruppo, adesso si respira un’aria diversa. Non mi esalto adesso come non mi sono depresso prima. Inzaghi è un maniaco, un vero perfezionista. Lo era da giocatore e lo è anche da tecnico. Nello spogliatoio si fa rispettare: c’è il momento in cui si lavora, e lì Inzaghi non transige, e il momento in cui si può scherzare. C’è una fiducia corrisposta tra noi e lui. Da tanto non si respirava un’aria così a Milanello”.
Su Clarence Seedorf: "Non gli ho mai chiesto spiegazioni per le esclusioni e gli ho sempre detto le cose in faccia. Pretendo solo rispetto e lealtà. In quei mesi soffrivo perché rischiavo di perdere il Mondiale. È stato un capitolo sfortunato per me e per il Milan. Tuttavia mi ha fatto piacere che Seedorf abbia detto che mi sono sempre comportato da professionista."
Su Leonardo: "E' stato fondamentale: quell’anno pensavo di fare soltanto il ritiro e poi andare via. Mi voleva la Roma. Leo invece mi impostò da terzino. Lui ha cambiato un po’ la mentalità della società puntando sui giovani."
Su Allegri "Con lui all’inizio non giocavo, ma dopo il Real non sono più uscito. Con Allegri ho un rapporto di amicizia: è una persona leale, sincera, vera".
Dalle pagine della Gazzetta dello Sport, ecco le parole di Ignazio Abate: "La mia priorità resta il Milan: lo aspetterò finché potrò. Questa è casa mia, anche se so che nel calcio purtroppo ci si può separare. Io voglio restare e chiudere la carriera qui. Non riesco a vedermi con un’altra maglia addosso, almeno in Italia: al massimo andrei all’estero. Ma il momento dei saluti non è arrivato. Quando arrivo a Milanello mi emoziono ancora”.
Queste invece le sue parole su Inzaghi e i precedenti allenatori: "Il cambio di allenatore ha fatto bene non solo a me, anche al gruppo, adesso si respira un’aria diversa. Non mi esalto adesso come non mi sono depresso prima. Inzaghi è un maniaco, un vero perfezionista. Lo era da giocatore e lo è anche da tecnico. Nello spogliatoio si fa rispettare: c’è il momento in cui si lavora, e lì Inzaghi non transige, e il momento in cui si può scherzare. C’è una fiducia corrisposta tra noi e lui. Da tanto non si respirava un’aria così a Milanello”.
Su Clarence Seedorf: "Non gli ho mai chiesto spiegazioni per le esclusioni e gli ho sempre detto le cose in faccia. Pretendo solo rispetto e lealtà. In quei mesi soffrivo perché rischiavo di perdere il Mondiale. È stato un capitolo sfortunato per me e per il Milan. Tuttavia mi ha fatto piacere che Seedorf abbia detto che mi sono sempre comportato da professionista."
Su Leonardo: "E' stato fondamentale: quell’anno pensavo di fare soltanto il ritiro e poi andare via. Mi voleva la Roma. Leo invece mi impostò da terzino. Lui ha cambiato un po’ la mentalità della società puntando sui giovani."
Su Allegri "Con lui all’inizio non giocavo, ma dopo il Real non sono più uscito. Con Allegri ho un rapporto di amicizia: è una persona leale, sincera, vera".