Un torinese.
Oggi ho toccato con mano la "rivoluzione" in atto. Come molti altri cittadini torinesi sono stato bloccato e sequestrato per ore da pochi facinorosi prontissimi a muovere violenza su quanti si rifiutavano di aderire a questa inaccettabile messinscena.
Non ho visto una rivoluzione.
Non ho visto rivendicazioni politiche.
Non ho visto un programma, un'idea, una prospettiva.
Ho visto però violenza sistematica su migliaia di torinesi - fisica e non.
Ho visto persone trascinate giù dai propri mezzi e linciate perchè si rifiutavano di partecipare o di fermarsi ad un "posto di blocco".
Ho visto negozianti e lavoratori costretti con la forza a rinunciare al proprio diritto al lavoro.
Ho assistito al fallimento dello Stato, incapace di tutelare i diritti e l'incolumità dei più.
E voglio REAGIRE.
E chiedo a tutti di dare un segnale, di non farsi intimidire, di rispondere. Di non accettare supinamente che poche centinaia di persone possano tenere in scacco una città: forziamo i blocchi, gridiamo, resistiamo, riapriamo i negozi, organizziamoci.
Questa non è una protesta di popolo ma di pochi, arroganti violenti.
Mi appello a tutti: riprendiamoci la città, la NOSTRA città.
Per favore, condividete e fate condividere questo appello.